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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
PARCO San Rossore
Per le aziende agricole nel Parco nessuna regola “vetusta” o “inadeguata”

28/2/2013 - 19:22


Per le aziende agricole nel Parco nessuna regola “vetusta” o “inadeguata”

In relazione alla nota di Coldiretti divulgata gli organi di informazione, il Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli smentisce categoricamente qualsiasi sua responsabilità riguardo alla “intricata situazione burocratica” che starebbe compromettendo la tenuta di alcune aziende agricole e zootecniche: «Non solo gli uffici dell’Ente sono già sensibili alle esigenze degli imprenditori agro-zootecnici – tiene a precisare il Presidente dell’Ente, Fabrizio Manfredi – ma le regole attuali consentono loro di programmare il futuro con sufficiente libertà, anche per quanto riguarda la realizzazione di strutture, poiché i vincoli per chi opera in tale settore sono ben più leggeri di altri.

Non si deve però commettere l’errore di confondere i margini d’intervento e di programmazione che il Piano di gestione del Parco già garantisce nelle aree agricole con la libertà di agire senza rispettare le norme sull’edilizia privata, che devono essere in ogni caso tenute in considerazione a prescindere dalla presenza o meno dell’area protetta e dalle sue norme.»Se la nota diffusa da Coldiretti confonde strumentalmente le regole del Parco con altri argomenti del tutto distinti dalle sue competenze (quali ad esempio la crisi del settore e gli atti vandalici che hanno colpito alcuni operatori economici), nella lettera inviata all’Ente Parco, che ha preceduto l’incontro di un paio di settimane fa tra il Presidente del Parco Fabrizio Manfredi e il Direttore provinciale di Coldiretti, si accennava invece a temi di varia natura, in parte neppure meritevoli di diffusione pubblica, che vale adesso la pena, per completezza d’informazione, commentare brevemente.

Per quanto concerne la questione dell’allevatore che intendeva realizzare un ricovero per le pecore, un mini caseificio per la trasformazione del latte ovino ed una sala per la stagionatura, per andare incontro alle esigenze dell’imprenditore l’Ente Parco aveva già rilasciato nel 2010 – in deroga rispetto ai vincoli già presenti nell’area protetta, ed in attesa che venisse realizzato, a norma degli articoli 41 e 42 della Legge regionale n. 1/2005, un apposito “programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo”, sulla cui approvazione sono però il Comune e la Provincia a doversi esprimere – un’autorizzazione temporanea per la realizzazione delle opere; purtuttavia, nel 2011, nel corso di un controllo, era stato accertato che l’ovile realizzato era difforme diverso dalla struttura autorizzata e che erano stati posizionati ulteriori manufatti.Il piano di miglioramento, presentato dall’allevatore al Comune nel 2010, non risulta tra l’altro essere mai stato formalmente approvato dagli organi competenti e quindi trasmesso al Parco; conseguentemente non è stato più possibile autorizzare le nuove strutture, seppure di norma tali documenti vengano sempre valutati positivamente dagli uffici dell’Ente, purché le strutture siano effettivamente utili alle attività aziendali. L’Ente Parco auspica che il tecnico di parte provveda dunque a trasmettere quanto prima gli atti ai propri uffici, in modo tale da provvedere a risolvere favorevolmente la questione.

È stato invece rilasciato il 27 febbraio un nulla osta relativamente all’installazione temporanea di un prefabbricato mobile ad uso guardiania, per garantire agli allevatori la possibilità di tutelarsi rispetto agli atti di vandalismo già subiti: una questione quindi già ampiamente risolta.Diversa e più complessa, anche per i possibili risvolti di carattere ambientale, è la questione della possibile introduzione degli ovini nella Tenuta di San Rossore, presentata solo qualche mese fa all’attenzione del Presidente Manfredi, ma già in discussione sin prima del suo insediamento: al di là degli aspetti formali, per cui sarebbe comunque necessario espletare procedure ad evidenza pubblica, la proposta è all’attenzione degli organi di vertice dell’Ente Parco, ma occorre valutarne dettagliatamente tutti i presupposti strutturali e infrastrutturali, nonché le implicazioni igienico-sanitarie.

Propedeutico a tale aspetto, in quanto indispensabile per poi poter eventualmente in futuro disporre di zone a pascolo destinate agli ovini, è infine il tema dello spostamento – peraltro già in corso, anche nell’ottica del perseguimento di una maggiore efficienza complessiva nella gestione della Tenuta –  dell’allevamento equino ad un’area vicina a quello bovino.

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