Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Non si contano gli anni ad una bella donna, così come neppure a d’Annunzio, eppure non li dimostra, ma il 12 Marzo saranno 150.
Innovatore nel gusto, nel comportamento e nella letteratura, attento a tutte le nuove forme di espressione artistica, dal cinema (Cabiria) alla pubblicità (Amaro Montenegro, Saiwa, Piazza dei Miracoli, La Rinascente, Velivolo…); il Vate fu il primo intellettuale a diventare un personaggio noto alle masse facendo della sua stessa vita un’opera d’arte e creando quello che oggi chiameremmo ‘divismo”.
E’ stato fatto passare x fascista, ma oggi, e più che mai di oggi è giusto dare alla storia quello che appartiene alla storia, senza mistificazioni e fuorvianti. Fare luce da un punto di vista non soltanto storico ma anche umano dove il vero d'Annunzio è quello libertario e rivoluzionario di Fiume. Quello che scrive la Carta del Carnaro in cui elabora il diritto di voto alle donne, il minimo salariale, il sindacalismo nelle varie corporazioni del lavoro, l’abolizione delle divise e dei gradi militari (quindi ancor prima di Mao Tze Dong); l’esperienza della reggenza del carnaro è stata qualcosa di totalmente moderno x gli anni venti, di inaudito x quell’epoca. Lo stato libero di Fiume è stato riconosciuto dall’Unione sovietica per primo, l’Unione Sovietica appena uscita dalla rivoluzione di ottobre 1917, perché aveva visto la portata rivoluzionaria che era in atto, benché non fosse di stampo marxista; Lenin in un congresso aveva dichiarato che d’Annunzio era l’unico rivoluzionario in Italia capace di fare la rivoluzione. Personaggi come Keller, Comisso, statisti, futuristi come Marinetti hanno tutti dato in questa breve esperienza storica il loro contributo, un grogiuolo in ebollizione, un grande calderone di artisti capaci di fare e di portare “l’immaginazione al potere” ancor prima del 68.
Ma d’Annunzio non fu solo amante del bel gesto è stato un poeta vivo, il poeta primo attore della scena culturale italiana tra l’ottocento e il novecento. A partire da quel cognome così splendidamente aulico che aveva deciso di darsi. Nella rappresentazione di se, dai molti e molto chiacchierati amori x la Duse ad esempio, alle dimore splendide, la Capponcina a Settignano, Il Vittoriale degli italiani, dai debiti debordanti fino a cioè che ho detto prima (alle eroiche imprese politiche e guerresche). Eppure questo narciso inguaribile è un grande e vero poeta e firma un capolavoro assoluto “Alcyone” il terzo libro delle Laudi del cielo del mare e della terra e degli eroi. E’ il libro dell’immersione dell’uomo nella natura, un immersione panica ambientata idealmente e realmente nella Versilia in cui l’Arno, il Serchio hanno la sua bocca ossia la sua foce, Alcyone è una grande collana di vari componenti, alcuni sonetti, alcuni perfetti madrigali, alcune ballate; dove sotto la furia dell’implacabile estate palpita lo stesso amore dell’universo vibra con lui all’unisono consumato da un uguale ardore
Non è solo la ricorrenza nativa in atto oggi, ma è anche il 75 anno della sua morte avvenuta il 1 Marzo 1938 a Gardone Riviera, basti pensare che 1/5 della sua vita è stato trascorso in Toscana, Fra tutte le regioni d’Italia quella che amò più di tutti fu senza dubbio la Toscana: qui erano nati gli uomini politici e i guerrieri e gli artisti e gli artefici del rinascimento italiano da lui esaltati nelle sue poesie e nella sua prosa e alla cui vita meravigliosa egli cercò sempre di riaccostare la sua.
In Toscana trascorse gli anni della fanciullezza”al Real Collegio Cicognini di Prato” il poeta fanciullo conobbe le opere latine di Propezio e dei prosatori del 500 da lui fervidamente nate, durante la messa gli stanti lo udirono rispondere in greco alle preci del sacerdote. E poiché gli domandarono la ragione di ciò, rispose che aveva tanto rispetto x La lingua latina che aveva preferito officiare in quella di Omero. Per passare poi ai colli di Settignano fino a giungere nella nostra Pisa e luoghi marini come Marina di Pisa e Bocca di Serchio.
La prima volta che d’Annunzio comparve nella nostra città, Pisa, assieme alla Duse la “Divina” fu proprio nel Dicembre 1895, in una data compresa fra il 20 ed il 31. Lo testimonia la memoria che resta nel “Repertorio dei libri di note” di uno di questi libri, meglio conosciuti come “Taccuini”(si, perché d’Annunzio viaggiava sempre con un taccuino, vocabolario, e carte topografiche) e tutto ciò che vede ed annota il poeta si fa nel suo canto pura poesia. Inizialmente alloggiava al Royal Hotel Victoria e amava mangiare al ristorante “La Chiostra” in via palestro, di seguito si trasferirà a marina abitando nella Villa delle Tempeste dove compose le sue migliori opere in assoluto.
Dannunzianamente ANDREA BALESTRI