Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Questa settimana Finalmente Domenica! ospita le brevi riflessioni di uno dei fotografi che si sono cimentati nel tentativo di esplorare visivamente la Cattedrale di Pisa, dopo averla sezionata mentalmente con l'aiuto di Sergio Costanzo e Silvia Piccini.
Fotografo accreditato per catturare immagini nella Cattedrale di Pisa per qualche ora in un piovoso pomeriggio di marzo. Nonostante il cartellino e la pesante attrezzatura mi chiedo ancora una volta: ma quali foto?
Le bancarelle che, nonostante i tentativi dell'Amministrazione comunale, ancora si allungano sul lato della strada di fronte al Museo delle Sinopie sono piene di libri a loro volta colmi di fotografie del Duomo e del suo prezioso contenuto. Cosa fotografare allora?
Forse è meglio lasciar perdere momentaneamente le foto e ascoltare le due guide che ci accompagnano? Può darsi che qualche suggerimento illumini l'inconscio della macchina fotografica.
La fotografia, se usata per illustrare la parola, diventa didascalia, elemento accessorio che mi interessa poco. Allora la cosa migliore, ancora una volta, rimane comprare un bel libro illustrato. Anche ascoltare non aiuta e rimane il problema: quali fotografie scattare?
Come realizzare fotografie in grado di invertire i ruoli tra parola e immagine e mettere in primo piano l'aspetto visuale, l'autonomia, se esiste, della dimensione visiva di questo mostro sacro per il quale siamo qui nella piazza, un'atonomia che preceda e guidi la parola? Ma anche questa è una pretesa assurda, una ripresentazione dell'utopia realista così bene espressa da Zola che lodava Manet perché non sapeva né cantare né filosofare ma sapeva dipingere.
Perché allora non lasciarsi trasportare dal fascino delle persone, dalla curiosità che li spinge ad ascoltare una lunga spiegazione sotto la pioggia, a sdraiarsi per terra, a contorcersi pur di fotografare, di sapere, di conoscere, perché non seguirli e lasciarsi guidare da loro?
Massimo Ceccanti