Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il venticinque di marzo del duemiladodici scompariva Antonio Tabucchi. Era un grande scrittore e, a distanza di un anno, viene ricordato da tanti in molte parti del vasto mondo.
È stato ricordato a Radio 3, domani è in programma a Firenze il documentario di Rai Educational Antonio Tabucchi: La vita non basta. Un autoritratto involontario e sempre lunedì a Rai Storia va in onda Autoritratto, lo speciale a cura di Paolo Di Paolo e Alessandra Urbani. Sono usciti tanti articoli sui principali quotidiani. Sono anche stati pubblicati molti libri. Ho tra le mani Mi riconosci di Andrea Bajani, una specie di romanzo bellissimo. È appena uscito anche Di tutto resta un poco, libro postumo di Antonio Tabucchi a cura di Anna Dolfi. Questo titolo mi piace tantissimo. E il primo saggio è dedicato all’Elogio della letteratura come la chiacchierata che Tabucchi fece al Teatro del popolo di Migliarino quasi due anni fa.
La Toscana lo ricorda in questi giorni a Firenze. Vecchiano, il suo paese, lo ricorda al Cineteatro Olimpia questa domenica con un pomeriggio plurale e meticcio. Si parte alle ore 16:00 con la mostra “Campane del mio villaggio - Un calendario: 12 prose in prosa di Antonio Tabucchi e 12 acquarelli in acquarello di Davide Benati”. Uno strano calendario dove i giorni sono portati via dal vento e rimangono i ricordi. Sarà presente Davide Benati. Alle 17:00 amici, compaesani, studenti e lettori appassionati che hanno saudade di Antonio leggeranno a più voci “Sogni di sogni”, sogni di scrittori sognati ad occhi aperti da Tabucchi.
Il calendario mi rimanda al 2011 quando Tabucchi saliva le scale del Teatro del popolo di Migliarino in una bella serata di maggio in cui fece un elogio alla letteratura molto ricco, molto vitale, molto naturale, con la viva voce di Tabucchi che andava a braccio e faceva molte varianti rispetto alla traccia.
Stavo ripassando i miei appunti, lo guardai, si avvicinò, mi strinse la mano e disse: “Mi presenti tu stasera?”. Ero intimorito, rimasi in silenzio, Tabucchi sorrise. La sala era affollata e mi sembrava quasi un atto di arroganza presentare Antonio Tabucchi nei suoi posti e ai suoi tanti amici. In seconda fila c’erano un paio di ragazze, avranno avuto diciassette o diciotto anni. Le guardai, mi feci coraggio, buttai via i miei appunti e feci conto di parlare a loro. Mi venne fuori un discorso breve, semplice e pieno di aggettivi che finivano in issimo: "Questo suo libro mi è piaciuto tantissimo… questo titolo è bellissimo". Non sapevo come finire e mi affidai all’unica cosa che lessi: una citazione dal calendario, perché a Vecchiano è conosciuto, è un’opera esposta in Comune. Lessi Gennaio:
“Gennaio. Eccolo arrivato il gennaio. Con i suoi piedi piatti lascia una striscia sui campi. Una striscia argentata come un suono di campane, campane del mio villaggio! Sarete forse un’idea chic? Ma il mio villaggio, che vive solo nella mia testa, è un sogno che dorme. E io veglio alla fine della sera...”.
Tabucchi mi sembrò contento per questa lettura e, in vecchianese quasi all’inizio della chiacchierata, disse cosa avrebbe fatto alla fine:
“…e poi vado a sentire le campane del mio villaggio perché don Renatino le sona tutte le sere”.
Il calendario ha una dedica bellissima a Margherita e a Zé, Maria José de Lancastre che sarà a presente al Cineteatro Olimpia così come ha fatto nelle tante cerimonie in ricordo di Antonio Tabucchi. E poi ha una dedica speciale firmata dai due autori al Comune di Vecchiano:
“Questo è il nostro calendario che non serve per organizzare il tempo, ma per ricordarlo. Questo è il nostro augurio per gli anni che verranno e questo è il nostro omaggio che desideriamo rimanga qui a Vecchiano”.
Accanto a questa breve prosa del Gennaio si vede l’immagine di Davide Benati. Guardandola mi viene voglia di camminare scalzo su quella striscia verde con i miei piedi incavati. Scalzo come eri tu quella sera a Migliarino, eri senza i calzini, ma forse ti sarebbe piaciuto andare scalzo “per insofferenza alle scarpe” come l'Ivana detta Rosa Luxemburg del tuo libro Il piccolo Naviglio (1978). Come mai ancora non lo so, perché questo non ebbi il coraggio di dirtelo né di chiedertelo. L’ho chiesto dopo al tuo amico di sempre. Forse ti piaceva tenere i piedi ben piantati per terra. Bello per uno scrittore che sogna ad occhi aperti.
“Marzo. Chi ha la buona gamba vada scalzo e chi ha le scarpe se le metta, diceva la zia Emma. Lei non aveva le gambe buone, e l’eredità è rimasta…”.
Ciao Antonio Tabucchi, grazie.