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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Che tempo che fa - di Michele Serra
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Pisa, 18 aprile
San Giuliano Terme, 24 aprile
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Cronache di un prof. tifoso
Il miglior portiere del torneo
di Arbauz

31/3/2013 - 16:28

Il miglior portiere del torneo
 
Anche oggi, dato che il Pisa non gioca, vi racconto una storiella sportiva.
Vent'anni fa, nel 1993, mio figlio Lorenzo aveva 11 anni e giocava come portiere in una squadra giovanile di Calci. Una serata di fine giugno si doveva disputare la finalissima del torneo estivo del Lungomonte contro il Navacchio (squadra nella quale avrebbe giocato due anni dopo sotto la guida del mitico ex neroazzurro Ruspa Gasparroni). C’era molta attesa, oltretutto mio figlio non stava bene, aveva un po’ di tosse e di raffreddore: il giorno dopo dovevamo partire per la Sardegna e la solerte dottoressa Fiorella gli aveva sconsigliato di giocare, a meno che non ci fosse bel tempo e che non si scalmanasse tanto.
 
Comunque alle 21.30 ecco il fischio d’inizio. La partita appare subito equilibrata: pochi tiri in porta, e soprattutto bassi, quindi innocui. Già perché a quell’età i portieri non arrivano alla traversa e quindi i tiri alti sono sempre goal (chissà perché non vengono usate porte più piccole!). Infatti a un certo punto il Navacchio batte una punizione dal limite: è un tiro alto e ben mirato, per cui la palla si insacca nel sette e mio figlio, senza una scala,  non può farci niente. Dopo pochi minuti anche il Calci si trova a battere una punizione: solito tiro alto, portiere del Navacchio fermo, e pareggio. La partita riprende equilibratissima e si va ai supplementari.
 
Appena ripreso il gioco, si scatena improvvisamente un violento acquazzone che inzuppa rapidamente giocatori, arbitro, mamme e babbi; io –lo confesso- a questo punto non penso più alla vittoria, ma alla broncopolmonite di mio figlio, che nel frattempo cerca riparo sotto la traversa, e alle vacanze rovinate. Continua a piovere, il campo si allaga del tutto, mentre i bimbi tentano disperatamente di far uscire la palla (divenuta pesantissima) dalle pozzanghere in cui naviga. Nonostante gli sforzi dei giocatori, nessuno riesce a far avvicinare il pallone alla porta avversaria e così si va ai rigori.
 
Naturalmente quando si va ai rigori il babbo del portiere è il più emozionato di tutti; nel frattempo, per fortuna, smette di piovere, anche se il campo è allagato, soprattutto nella zona del dischetto e davanti alla linea di porta, dove c’è una vera e propria laguna, nella quale, sprofondato fino alle caviglie e completamente infangato, mio figlio si prepara a tentar di parare. Gli allenatori consigliano ai rigoristi di calciare alto, ma è una parola: qualcuno in effetti ci riesce, ma uno dei primi rigori del Navacchio, calciato rasoterra, non arriva nemmeno in porta e si ferma galleggiando nella laguna davanti a mio figlio. Si arriva all’ultimo rigore, è quello decisivo: mio figlio si butta dalla parte giusta, tocca la palla, che, in un turbinio di fango e acqua, finisce (forse, perché il gesso della linea si è sciolto nell’acqua) sul palo, così l’arbitro fischia la vittoria del Calci. Un trionfo! Non solo: mio figlio viene premiato con apposita coppa dal leggendario presidente Notturni come miglior portiere del torneo. Enorme orgoglio paterno!
 
E la broncopolmonite? E le vacanze? Nessun problema, siamo partiti tranquillamente e mio figlio tutti i giorni ha giocato a calcio sulla spiaggia di Putzu Idu. Ci sentiamo col Sorrento. Saluti.
 
 
 

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31/3/2013 - 19:38

AUTORE:
Ovidio

Questa storia è piaciuta molto anche a me.

31/3/2013 - 19:29

AUTORE:
Cervetto

Lorenzo Marianelli. Tenerissimo portierino. Emozione metatemporale che attraversa il tempo e lo spazio. Lorenzo-Ettore che para il rigore al furibondo, impotente Achille, gli scudi come segnaporte davanti alle Porte Scee. O Lorenzo-Boka che nel fango della Via Pal, come un gatto grigio accartocciato sul pallone annienta la tracotanza del più cattivo dei fratelli Pasztor.Il piazzale è nostro, compagni!
Buona sera di Pasqua dal vecchio Cervetto, o mitico Arbauz.

31/3/2013 - 17:28

AUTORE:
Giovanni

Bravo, la storia è bella e l'ho letta volentieri
Giovanni