Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
La zona rigore Favasuli
Causa crack da fulmine anche oggi per vedere il Pisa son costretto a migrare dalla gentile collega Patrizia e dal suo valente consorte dottor Carlo (il caffè non era male). Ma eccoci al campetto a sette in sintetico di Sorrento; sui lati lunghi ci sono dei muri, per cui, volendo sarebbe possibile scartare l’uomo dando di sponda, però non si può per regolamento. Nel Pisa non gioca Berggren, eppure, visto che si diverte con Larssen e Laudrup, potrebbe anche scendere in campo con Scappini. Pazienza.
Si parte e –come avviene di rado- il Pisa segna subito con il magico Gatto (però nel resto della partita non è che abbia combinato granché). Il fausto evento ci scalda a dovere, ma poi il Pisa non è che incanti molto, forse anche per il terreno di gioco, che sembra sconnesso assai; raramente si vedono passaggi rasoterra, ma una sequenza impressionante di rilanci lunghi e flipper a centrocampo. Andrea Orsini dice che ci sono “alcune problematiche”, nel senso che in certi punti del campo non si vede nulla, perché la telecamera, non essendo dotata di periscopio, non ci arriva proprio. Al 36° la visione della partita è brevemente e sorprendentemente interrotta da una fugace apparizione della ditta Giocattoli Paci di Limite sull’Arno. Nonostante il vantaggio, non si vede un cavolo di contropiede, e sì che loro sembrano proprio scarsi (“quegli altri, poverini, son proprio niente”, afferma al cellulare la collega Patrizia); al 40° c’è una scena fantozziana, con un loro difensore che da metà campo fa un passaggio assurdo al loro portiere, che rotola come un birillo mentre la palla finisce direttamente in corner.
E così il secondo tempo inizia con la fondata speranza di portar via i tre punti, perché loro sembrano proprio scarsi. Ma come succede un po’ troppo spesso in questi casi, le cose prendono un'altra piega; sì, perché l’arbitro (che da allora in poi andrà in confusione totale) decide di regalare un bel rigoretto al Sorrento: 1 a 1 e palla al centro. Per esser gentile, dopo qualche minuto l’arbitro ci fischia un rigore (anche questo non proprio chiarissimo) anche a noi (sì, lo so che l'uso di due pronomi personali per lo stesso complemento non sarebbe ortodosso, ma c’è l’enfasi, via), ma poi cambia idea e ascolta il segnalinee che ci fischia una punizione contro. La partita continua in modo caotico. Il solito arbitro espelle dalla panchina Perez e il loro secondo portiere. Mancano pochi minuti e domando agli amici: “Ma quando ce lo fischiano il solito rigore in extremis?” Detto fatto: a due minuti dalla fine Tulli si lascia spingere da un difensore in area ed ecco il fischio che aspettavamo. L’implacabile Favasuli, in diretto contatto con il cielo, non può sbagliare e infatti non sbaglia (e sono 9 su 9). Fine.
E dunque siamo sempre qui a sperare in qualcosa, anche se l’evidenza ci direbbe di lasciar perdere, perché la squadra non è poi così forte, eccetera, ma invece noi si continua a sperare (e che altro dovremmo fare?). Eh sì, perché tra l'altro il Frosinone ha perso in casa e domenica ospita il Benevento, che invece ha vinto, ma noi siamo solo un punto sotto. Nel frattempo si attende a piè fermo il Viareggio (e questa volta Giovinco va marcato stretto, chiaro?). Chi vivrà vedrà.