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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
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. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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di Tiziano Nizzoli

L'olivicoltura dei Monti Pisani versa in grave stato di incuria

9/4/2013 - 20:18


L'olivicoltura dei Monti Pisani versa in grave stato di incuria, sono sempre di più le olivete abbandonate con i rovi che coprono olivi secolari, lasciando pennacchi apicali che sbucano dalle spine e che se potessero parlare griderebbero “Aiuto, che qualcuno ci salvi!”.

 Ma non perdiamo solo la produzione di olio, perdiamo anche un pezzo di tradizione contadina e di antichi mestieri, deturpiamo il paesaggio, siamo sottoposti al pericolo di incendi devastanti, mettiamo una seria ipoteca sull’agognata vocazione turistica del nostro territorio.

 

Tutto questo ha naturalmente le sue cause, tra cui cito i costi di conduzione ed il relativo mancato ritorno economico, nonchè la sempre maggiore difficoltà a reperire mano d’opera specializzata.

La burocrazia fa il resto,con le sue norme restrittive e farraginose che costringono le aziende agricole a perdere un mucchio di tempo dietro le carte, penalizzando i lavori di campagna; sul nostro territorio si contano ormai sulle dita di una mano quelle che ancora resistono, anche grazie al fatto che integrano l’olivicoltura con attività alternative, quali gli agriturismi, i bed&breakfast, la diversificazione delle produzioni, la vendita on-line ed altro ancora.

Cosa possiamo fare per risolvere il problema? Occorre avere un’idea geniale, creare sinergie e fare scelte coraggiose; oggi l’imprenditore deve essere un creativo e non lasciarsi condizionare dalla becera burocrazia e da leggi che nessuno ha il coraggio di cambiare.

Ve ne cito una: sapete che non si può farsi aiutare nella raccolta da persone che non siano parenti di 1°grado e che la pratica “ti do una mano in cambio di un pò d’olio” è fuorilegge?

Oggi bisogna assumere per lavoro stagionale e versare i contributi, l’amico ed il vicino non possono essere impiegati senza incorrere in sanzioni; è vero, si fa finta di non vedere, ma allora perchè non modificare la legge e semplificarla?Ma c’è anche un’altra proposta da prendere in considerazione, quella di dare in gestione ad altri  per un certo numero di anni le proprietà abbandonate, il cui proprietario non voglia vendere (del resto, chi comprerebbe un roveto?) nè voglia gestire (per mancato ritorno economico).

Alla fine del periodo di conduzione, il proprietario non avrebbe speso una lira per la messa in produzione ed il conduttore avrebbe potuto usufruire di un terreno a titolo gratuito. Ma a questo punto c’è da porsi la domanda: a chi può interessare un duro lavoro con scarsi profitti, almeno inizialmente? Noi siamo convinti che esistano persone che lo farebbero, aiutati naturalmente dalle Istituzioni a cui è devoluto il compito di dare loro i mezzi per iniziare. Diventerebbe un lavoro socialmente utile, ve la immaginate una cooperativa di giovani, un’associazione di volontariato, “Gli Angeli del Territorio”, un frantoio Sangiulianese, un punto vendita di prodotti biologici a Km.0 ?

E ve li immaginate bus turistici di persone che sbarcano a S.Giuliano per provare le emozioni della raccolta delle olive, per poi portarle a frangere ed assaporare la bruschetta fatta con il “loro” olio? E la creazione di un prodotto finale di tale qualità da essere famoso come il Brunello di Montalcino e richiesto in tutto il mondo?

Siamo sicuri che questo sogno non possa diventare realtà? Intanto guardate la fotografia, è stata scattata in una prestigiosa oliveta di 16 ettari, in stato di abbandono, ad Asciano, dove esistono anche edifici, anch’essi in abbandono, che potrebbero essere trasformati. 

Tiziano Nizzoli

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