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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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di Micol Fiammini, Il Foglio, 17 apr. 2025
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Che tempo che fa - di Michele Serra
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di Fernando Bezi
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Mazzarri e Boggi (Lista Boggi Sindaco)
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Incontrati per caso...
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Rosanna Betti
per Fiab Pisa
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Cena per la Liberazione 24 aprile
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Assemblea soci Coop.
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Cascina, 27 aprile
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CNA AREA VALDERA
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
Agrifesta - 26 aprile ore 16.00
Libera uscita

26/4/2013 - 7:53

Spazio Agrinfesta   -  26 aprile ore 16:00
 
 
Libera uscita
 
Spettacolo teatrale a cura del Circo della fogna, di e con Alberto Ierardi e Giorgio Vierda
 
Libera Uscita è un cabaret dell’assurdo. Due giullari, venuti da lontano, raccontano storie di vinti, gente appesa a un filo nel tempo della crisi.
 
45 minuti di comicità amara per un requiem sulla resurrezione della classe operaia. Libera Uscita tratta di come il popolo muore ogni giorno sul lavoro in senso fisico e metaforico in una società costruita su misura per succhiare il profitto da ogni uomo sempre più individuo e dunque sempre più solo.
 
La scena è spoglia quando due personaggi anacronistici sorgono come spettri lucidati e possono parlare al pubblico.
 
Il primo è un fool con chitarra, il secondo è un povero giullare sommerso di bagagli. I nostri due antieroi convocati dal passato dallo spirito della classe operaia, si incontrano ed inscenano un cabaret.
 
I due giullari attraverso la tecnica dell’affabulazione, vestita dagli attori con uno stile comico e amaro, conducono il cabaret e al contempo sono protagonisti dell’azione scenica che si esprime in storie legate alla nascita della schiavitù, all’amore e infine alla morte.
 
Si racconta di come nasce il denaro, la banca, il sistema del debito. Vanno in scena poi due pompieri che, insoddisfatti e angosciati dal lavoro che ha corroso le loro vite, incontrano la loro morte.
 
Un’allucinazione finale apre gli spazi a una diversa interpretazione della realtà quotidiana e del ruolo sociale della classe subalterna: le anime dei pompieri si ritrovano nell’aldilà e corrispondono a quelle dei giullari.
 
Sono morti i giullari o sono vivi i pompieri?
 
Il dubbio è festeggiato in una danza libera delle anime che più che all’aldilà vorremmo appartenesse all’aldiqua.”

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