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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
SAN GIULIANO
Saluto e ringraziamento del Sindaco per il 25 aprile alla Romagna

27/4/2013 - 8:20



Romagna 25 aprile 2013
 

Il mio saluto ed il mio ringraziamento va a Voi tutti, autorità civili e militari, associazioni e liberi cittadini, educatori, ragazze e ragazzi  che siete presenti questa mattina alla Romagna per festeggiare il 68° anniversario della liberazione.  Quest’anno ricorre anche il 70° anniversario della Resistenza nata, come ha avuto modo di dire recentemente il presidente nazionale dell ‘Anpi Carlo Smuraglia“ per respingere l’indifferenza, la rassegnazione e la “distrazione”, in nome di quei giovani che a partire dal 1943 ebbero il coraggio di riprendere in mano il loro destino e il loro futuro”

La Resistenza infatti ci racconta la straordinarietà di uno dei periodi più affascinanti della recente storia del nostro paese dove la lotta armata per la riconquista della libertà si coniugò con la resistenza non armata, nelle sue mille forme e manifestazioni. Perché si trovarono a reagire alla dittatura fascista e poi all’occupazione tedesca, persone di varie ideologie, di varie professioni e mestieri, uomini e donne uniti nella stessa necessità e desiderio di libertà e democrazia.
Non a caso il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani democratici e liberi e costituisce la spina dorsale sulla quale si è faticosamente costruita e si deve reggere la democrazia in Italia e soprattutto la liberazione fu la premessa e  la condizione per un'Italia nuova, per quella Costituzione che è l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune. La Costituzione e’ la carta della libertà, della dignità delle persone e dell’uguglianza. La costituzione non è di destra o di sinistra: essa è ed è stata dalla sua nascita la casa di tutti gli italiani.
 
A questo proposito vorrei dedicare un mio grato e profondo pensiero ad una donna meravigliosa che ci ha lasciato lo scorso mese: Teresa Mattei . Avevi ragione tu Teresa quando dicevi che la “Costituzione è come il cammino luminoso di un’idea di libertà e di pace”

Non solo sei stata la più giovane donna eletta nell'Assemblea Costituente, ma per tutta la vita sei stata un punto di riferimento per affermare e difendere i diritti di tutti . In modo particolare  delle donne, troppo spesso calpestati anche nel nostro Paese. Grazie per tutto ciò che hai fatto e per gli insegnamenti che ci hai lasciato.

Quest’anno si commemora anche il 70° anniversario della rivolta del ghetto di Varsavia ed il il 70° anniversario dell'eccidio della Divisione Acqui a Cefalonia e Corfù. In quell’eccidio compiuto da reparti dell'esercito tedesco perirono numerosi soldati italiani compresi alcuni nostri concittadini.

In questo luogo, qui alla Romagna,  nell’agosto del 1944 si consumò una tragedia che ha segnato in modo profondo il nostro territorio e noi crediamo sia servita, insieme a tante altre stragi, a scrivere una importante pagina della nostra democrazia.

Sono state oltre diecimila le vittime in Italia fra la popolazione civile nel periodo che va dal 1943 al 1945 e fra queste circa 4500 sono toscani che hanno visto calpestare i loro diritti umani senza pietà, sistematicamente e con premeditazione.

Le truppe naziste ed i reparti militari della repubblica sociale italiana si accanirono sul popolo italiano con angherie, prigionie e torture. I partigiani resistettero valorosamente ad una vita di sacrifici, di dolore e di morte.

Oggi, è con profonda riconoscenza che rivolgiamo il nostro pensiero a quelle persone che nell’agosto del 1944 furono rastrellate e strappate per sempre alle loro famiglie  con la consapevolezza che il loro sacrificio è stato fondamentale per la costruzione di una libertà e di una dignità fino ad allora misconosciute e negate.

Oggi noi tutti siamo consapevoli che la libertà di cui godiamo è stata conquistata con il sudore ed il sangue di tanti nostri connazionali e che la pace , la solidarietà, la giustizia, l’istruzione, la sanità, la tolleranza  sono valori che costituiscono le fondamenta della nostra democrazia compiuta e che devono essere conservati, costruiti e protetti giorno dopo giorno nella nostra società, nella nostra quotidianità.

Festeggiare oggi questi valori come il bene supremo della democrazia significa conservare e valorizzare una memoria che guardi al futuro combattendo ogni forma di odio.
Ed è per questo che da qui voglio ricordare l’impegno profuso dall’Amministrazione nell’istruttoria processuale contro il maresciallo dell’ esercito nazista Joseph Exner imputato di avere guidato il rastrellamento avvenuto sui monti di Molina di Quosa. Più volte ho detto e ripetuto che a noi non importava che ci fosse solo  una puntuale condanna verso una persona che con distaccato cinismo eseguì gli ordini che gli erano stati impartiti, a noi importava che ci fosse la condanna morale verso quell’atto ignobile che privò della vita  persone inermi che stavano scappando dalla miserie della guerra e soprattutto il riconoscimento che quello non fu un atto di guerra ma di un vile atto di vendetta perpetrato contro dei civili. Ed è per questo motivo che abbiamo richiesto per la nostra comunità, per quegli ignobili fatti il riconoscimento della medaglia al valore civile.
 

Diceva Calamandrei : “ La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”. Per questo è nostro dovere mettere le nuove generazioni in condizione di ereditare i valori della resistenza che non sono affatto scontati.
Dietro alla difficoltà di rapporto con il passato da parte dei nostri giovani si nasconde un disagio più ampio rispetto alla capacità di progettare il futuro, se non una vera e propria paura del futuro. La Resistenza ha lasciato alle generazioni successive, tra le quali la mia, una testimonianza di concezione attiva della democrazia e di partecipazione. A maggiore ragione oggi noi dobbiamo essere capaci di parlare del passato dando ai giovani una prospettiva di futuro. Da questo punto di vista il ruolo positivo della scuola è ancora fondamentale e i lavori esposti questa mattina lo dimostrano in modo eloquente. Ma insieme alla scuola, per trasmettere i valori del 25 aprile, sono decisive le famiglie, le istituzioni, l’associazionismo, le singole persone.
 

Questo filo fra storia e memoria va tenuto ben stretto per impedire che il passato diventi un paese straniero e consapevoli che spetta ad ogni generazione il compito di frequentarlo e renderlo familiare tramite l’arma della conoscenza e dell’educazione, investendo con convinzione sui giovani e sulle strutture della cultura e della formazione.
 
La crisi economica, finanziaria, culturale e politica che stiamo da troppo tempo attraversando rischia di rendere sempre più aride e sterili le coscienze degli Italiani. Non arrendiamoci al declino ne ad un oscurantismo culturale e politico che semini voglie di semplificare gli articolati sentieri della democrazia. Per evitare che nascano tentazioni di pensieri assolutisti che deleghino a poche persone i diritti di tutti, che dividano le nostre società in caste potenzialmente in conflitto fra loro, che rinascano le guerre dei poveri e fra poveri, che distruggano il prezioso lavoro compiuto in oltre sessant’anni che ha fatto prevalere i sentimenti di pace su quelli della guerra. Perché la forza delle idee va fatta prevalere con la democrazia e niente altro. Niente altro.
 
Dove  il valore della dignità umana e del rispetto della persona deve essere preservato e valorizzato  nella coscienza e nella cultura dei suoi cittadini.
 

Una cultura di democrazia partecipativa che la nostra repubblica ha sviluppato nel dopoguerra in cui tutti i cittadini hanno potuto esprimere liberamente le loro opinioni e perseguire le proprie idee, esercitare i propri diritti ed i propri doveri nel solco della nostra Costituzione che ha regolato forme evolute di convivenza.

Laddove non ci sono donne ed uomini liberi, laddove non ci sono condizioni eque e dove si restringono le capacità di apprendimento e di formazione  non ci può essere progresso ed emancipazione culturale.

Cari ragazzi i difficili momenti che stiamo vivendo siano per voi di stimolo perché nessuno possa disperdere questo patrimonio costruito con tanti sacrifici in questi anni. Rivendicate con convinzione i vostri diritti, coltivate i vostri anticorpi contro le sopraffazioni e le ingiustizie e le riflessioni compiute sui soprusi delle guerre vi siano di aiuto per riconoscere le virtù della pace e della democrazia quali chiavi per esplorare il  domani ed incidere sulla costruzione e sulla formazione di un mondo che la rivoluzione tecnologica e la globalizzazione stanno trasformando a ritmi incessanti .

Dove le frontiere devono diventare non luogo di scontro ma incroci di ricchezza culturale e di scambio positivo per  dare respiro e vita a quei valori umani che sono il suolo della nostra civiltà.

Siate testimoni attivi  di giustizia, pace e serenità  affinché l’attualità di quegli insegnamenti non sia destinata ad esaurirsi con gli eventi del passato ma diventi memoria attiva della nostra società. L’impegno morale, civile e politico che dobbiamo assumerci è che la festa della liberazione diventi non solo come un richiamo della storia ma come punto di partenza irrinunciabile per costruire insieme, a partire dalla nostra quotidinità, un futuro migliore.

La tolleranza, la solidarietà, la non violenza rendono tutti noi più credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la nostra repubblica e che voi sarete chiamati con forza e determinazione a presidiare e difendere nel vostro futuro.

 

Buon 25 aprile a tutti.

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