Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Almeno una giratina all’Agrifiera di Pontasserchio, prendendo quel raggio di sole che ogni tanto spunta in questi giorni piovosissimi, ce l’ho fatta. Arrivo al Parco della pace “Tiziano Terzani” in vespa blu, da gran signore, come il concittadino Enrico Letta, che è andato al Quirinale con la sua macchinina. Ce la farà? Dice la tradizione che il 28 aprile sia la ricorrenza del “miracolo del Crocefisso”. Se Letta ce la farà avremo un Presidente del Consiglio che gli piacciono i bomboloni fritti e che sa di che cosa si parla quando si parla di torta co’ bischeri. Se riuscisse a fare in fretta una nuova legge elettorale e soltanto qualche provvedimento urgente non sarebbe un miracolo, ma avrebbe fatto onestamente il suo lavoro. Poiché ogni giudizio va dato senza paraocchi, da questa antica fiera, data la situazione difficilissima, gli auguro sinceramente che ce la faccia. Tanti auguri di buon lavoro anche alla concittadina Chiara Carrozza, ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca che il 25 aprile, con un discorso che ha spaziato tra diritti e tecnologie, ha rilanciato un messaggio di liberazione agli amici e compagni di Vecchiano.
Resisto alla tentazione di bere una birretta di Bad Tölz, passo davanti agli stand delle associazioni e vado subito a quello della Voce del Serchio. Ma non ho voglia di tasti e di computer, guardo intorno e sono attratto dall’esposizione di vecchie macchine agricole che fanno quasi un museo della civiltà contadina a cielo aperto. Già siamo alla centocinquesima edizione di questa fiera dell’agricoltura e, guardando quelle macchine, mi colpisce il contrasto tra vecchio e nuovo, ma anche la loro coesistenza in un medesimo spazio. Guardo da lontano dei bambini curiosi di fare una passeggiatina a cavallo dentro il recinto, faccio un giretto a vedere gli asini e i maiali e penso alla fiera di quando ero bambino: le vie del paese riempite di banchetti, prima il croccante e lo zucchero filato; poi gli utensili da cucina e da lavoro; c’erano gli arrotini e i sellai, ma erano i banchetti dei giocattoli quelli che attiravano tutto il mio stupore; in fondo al paese il bestiame, piccoli animali: polli, anitre, pulcini, ma c’erano anche i contadini che contrattavano i prezzi delle mucche.
La scena è la solita di sempre: banchetti e giostre. Nella scena solita di sempre tutto è cambiato: il folletto sboccia tra i fiori, le automobili sono le vecchie carrozze e le piscine ricordano le belle fontane dei giardini o delle città. Ma il ciuchino raglia ancora e fa hi-ho! Nella scena solita di sempre passeggiano le persone nei loro momenti di svago. Cosa fanno? Mangiano un panino, comprano due piante, girano sfaccendate tra gli stand commerciali. Niente è più bello che fare un giretto alla fiera guardando gli artigiani, facendo due chiacchiere con qualcuno che non vedi da qualche tempo perché imprigionato dai suoi pensieri e dalle mura della sua casa.
Sotto il cielo solito di sempre (ma quest’anno piovosissimo) è molto piacevole, nel tempo libero, perdere tempo e passeggiare, liberarsi dalle quotidiane preoccupazioni, gironzolare leggeri leggeri tra i banchetti della fiera e ricordare com’erano belli i nostri paesi, i nostri paesani e le nostre parole. Anzi, per ricordare un vecchio titolo di un film, poveri ma belli. Era il 1957. Poco prima c’era stata la guerra. Poco dopo iniziano gli anni Sessanta e Fellini gira La dolce vita, memorabile l’episodio del “miracolo della Madonna” e la scena del bagno nella fontana di Trevi con Marcello che dice: “Sì Silvia, vengo anch’io. Ho sbagliato tutto, hai ragione tu...”. E segue nell'acqua la bionda cretina ma bella.