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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
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e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
ANNIVERSARIO
Tragedia di Superga

5/5/2013 - 10:27


Con l’espressione Tragedia di Superga si fa riferimento a un incidente aereo accaduto nel maggio del 1949 in conseguenza del quale morirono trentuno persone, la maggior parte delle quali calciatori del Torino.

Alle 9.40 del mattino del 4 maggio del 1949, un mercoledì, dall’aeroporto di Lisbona decolla il trimotore Fiat G.212 delle Avio Linee Italiane, il cui comandante è il tenente colonnello Meroni. Il velivolo atterra all’aeroporto di Barcellona alle 13, per effettuare un rifornimento di carburante: nel corso dello scalo la squadra del Torino a pranzo incrocia la squadra del Milan, in viaggio verso Madrid.

Il velivolo del club granata riparte alle 14.50, destinazione aeroporto di Torino-Aeritalia. Il trimotore, secondo la rotta prestabilita, sorvola Cap de Creus, poi Tolone, Nizza e, in Italia, Albenga e Savona. Quindi, l’aereo vira in direzione nord, verso il capoluogo piemontese, dove è previsto l’arrivo circa mezz’ora più tardi.
 
Le condizioni atmosferiche intorno alla città sono disastrose, come comunicato ai pilotti dall’aeroporto di Aeritalia pochi minuti prima delle 17: ci sono continui rovesci di pioggia, le nubi sono quasi a contatto con il suolo, la visibilità orizzontale è decisamente carente (non supera i quaranta metri), il libeccio si fa sentire con raffiche di una certa potenza.
Alle 16.55 la torre chiede un riporto di posizione; la risposta arriva quattro minuti più tardi, alle 16.59, dopo un silenzio eccessivamente lungo: “Quota 2000 metri”. Alle 17.03 il velivolo compie una virata verso sinistra in corrispondenza del colle di Superga: messo in volo orizzontale e predisposto in vista dell’atterraggio, va a disintegrarsi contro la Basilica di Superga, in corrispondenza del terrapieno posteriore.

L’ipotesi più accreditata è che l’aereo, nel corso della virata, in conseguenza del vento insistente al traverso sinistro abbia subìto una deriva verso dritta, che lo abbia allineato con la collina di Superga e non con la pista, spostandolo dall’asse di discesa.

Probabilmente l’altimetro, in quegli istanti, è bloccato sui 2000 metri, così che i piloti pensino di essere ben 1600 metri più in alto rispetto alla loro quota reale. Il pilota, dunque, intorno a una velocità di 180 chilometri all’ora pensa di trovarsi alla sinistra della collina di Superga; invece, a causa anche della visibilità ridotta, se la trova davanti all’improvviso, al punto che non ha nemmeno il tempo di reagire: dalla disposizione dei rottami non si intuiscono tentativi di virata o riattaccata. L’impennaggio è la sola parte dell’aereo che rimane intatta, anche se solo parzialmente.

 

Nell’incidente perdono la vita i membri dell’equipaggio Cesare Biancardi, Celeste D’Inca e Pierluigi Meroni, e gran parte della squadra del Torino: i calciatori Julius Schubert, Rubens Fadini, Mario Rigamonti, Franco Ossola, Valerio Bacigalupo, Piero Operto, Romeo Menti, Aldo Ballarin, Valentino Mazzola, Dino Ballarin, Danilo Martelli, Virgilio Maroso, Emile Bongiorni, Ezio Loik, Giuseppe Grezar, Eusebio Castigliano, Ruggero Grava e Guglielmo Gabetto.

Muoiono, inoltre, gli allenatori Leslie Lievesley e Egri Erbstein, il massaggiatore Osvaldo Cortina, l’organizzatore delle trasferte Andrea Bonaiuti, i dirigenti Ippolito Civalleri e Arnaldo Agnisetta e tre giornalisti sportivi: Renato Tosatti (della “Gazzetta del Popolo”, padre di Giorgio), Renato Casalbore (fondatore di “Tuttosport”) e Luigi Cavallero (de “La Stampa”).

Ai funerali partecipa quasi un milione di persone, tra cui Giulio Andreotti, rappresentante del governo, e Ottorino Barassi, presidente della federazione calcistica.

In seguito alla tragedia di Superga, il Torino viene proclamato a tavolino vincitore dello scudetto: nelle giornate rimanenti di campionato, la squadra granata schiera la formazione giovanile, e così fanno le avversarie di volta in volta.

L’aereo stava riportando il Torino in Italia dopo che la squadra granata aveva disputato una partita amichevole a Lisbona, in Portogallo, contro il Benfica, per celebrare José Ferreira, capitano del team lusitano. Al volo non avevano preso parte Ferruccio Novo, presidente del Torino, perché influenzato; Sauro Tomà, calciatore, infortunato al menisco; Nicolò Carosio, telecronista, perché impegnato con la cresima del figlio; Renato Gandolfi, secondo portiere, il cui posto era stato preso da Dino Ballarin, terzo portiere e fratello di Aldo; Luigi Giuliano, calciatore, influenzato; e Vittorio Pozzo, giornalista, il cui posto era stato preso da Casalbore.

Il Torino era la squadra italiana più forte di quegli anni, vincitore non a caso di cinque scudetti di seguito, dal 1942/43 al 1948/49, e fornitore della maggior parte dei giocatori della Nazionale. Lo choc determinato da quell’evento fu tale che nel 1950 la Nazionale andò in Brasile per disputare i Mondiali di calcio non in aereo ma in nave.

I resti dell’aereo attualmente si trovano alle porte di Torino, al “Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata” di Grugliasco, dove, a Villa Claretta Assandri, sono conservati pezzi della fusoliera, uno pneumatico e un’elica.

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