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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
FINALMENTE DOMENICA!
di Ovidio Della Croce
Attenzione, anche contenuti sessuali espliciti!

5/5/2013 - 11:30

Giulio ha poco più di cinquant’anni, mi fa visitare il suo agriturismo dove vive con la madre, nel pieno della campagna, dove si allunga l’ombra della sera. Si ferma e senza pensarci dice: quella è la casa dove si è impiccato mio fratello. Subito dopo il mio sguardo turbato precisa: si è sposato, ci viveva con sua moglie, ora si è trasferito a qualche chilometro da qui.
 
Giulio ci pensa un poco e dice: ho fatto il più grande sbaglio della mia vita. Stavo con una ragazza di vent’anni più giovane di me, Elena, una rumena che faceva la badante qua vicino. Bevemmo un bicchierino del liquore che avevo fatto con una vecchia ricetta di mia zia, che ora purtroppo non c’è più. Mia zia mi aveva giurato che faceva effetto sulle donne, basta un bicchierino, è buonissimo, vuoi favorire?
 
Eravamo sulla spiaggia giallognola, sì certo, in questa macchia mediterranea dove c’era l’etrusco. Arrivammo al punto in cui la bocca del fiume si apre al mare, a pochi metri dalle baracche dei pescatori. Camminammo un po’ sulla rena in cerca di legni trasportati dal fiume. Arrivammo alla capanna di cannella costruita da mio padre vicino alle dune. Ho passato i giorni più belli della mia vita in quella capanna tra il mare e la pineta. Per due anni siamo andati sempre in quella baracca di cannella sulla spiaggia fatta da mio padre con i pali legati, il tetto, una tavola e una panca dentro. Arrivavamo carichi di legni per rinforzare la nostra capanna.
 
Mangiammo dei biscotti all’anice che avevo nel panierino, bevemmo un paio di bicchierini del liquore di mia zia e la ragazza rise. È buonissimo, vediamo se fa effetto, bevi bevi… Se vuoi ti do la ricetta: un litro di vino, cento foglie di visciole colte dopo che le visciole erano belle mature e le ho messe a macerare col vino per dieci giorni, l’ho fatto bollire per due minuti, poi va filtrato, ho aggiunto un po’ di zucchero e un po’di alcol, ho girato tutto e miscelato  e ora vediamo se fa effetto davvero. Giulio rise: bevi bevi. Mi chiedeva che la amassi. E io la prendevo sulla spiaggia giallognola, nella capanna, sulla tavola, sulla panca.
 
Una notte, in questa casa a piano terra, vedi? ho passato la notte più bella della mia vita. In questa camera rustica lei vestiva una maglietta nera e aveva le gambe nude, sembrava una contadina uscita da un film in bianco e nero, bevemmo un bicchierino del solito liquore. La guardai e anche lei mi guardò. Mi disse: io sono giovane, ma voglio un figlio. Disse figlio o figlia in rumeno, băiat o fiică. Io la fissai e le feci un sorrisino stupido. Mi sedetti sul letto e aspettai. Il letto aveva una spalliera di ferro battuto con dei pomelli di ottone. Vieni qui, la supplicai.
 
Si avvicinò al letto e disse: tu lo vuoi un figlio? Poi disse matrimonio, sempre in rumeno: nuntă. Macché nuntă e nuntă, pensai. Mi sentivo tutto in subbuglio, non avevo bisogno del liquore di mia zia, feci cenno di sì con la testa e mi trovai fra le sue braccia. Eravamo nudi, lei era sopra di me e si agganciò a un pomello d’ottone del letto. Io avrei voluto un figlio da lei, ma solo ora penso che è colpa mia. Quella notte d’estate c’era una luna velata di rosso, mi divincolai di sotto, la girai con forza e sganciai la sua presa dal pomello di ottone, le afferrai le mani e la presi sdraiato sopra di lei. Quando tutto fu più intenso, mi alzai di scatto e uscii fuori a guardare la notte, come se aspettassi qualcosa che non arrivava.
 
Questo è successo sette o otto mesi fa. Ah, la ragazza dopo quella notte se ne andò e non l’ho più rivista. È tornata tra le montagne della Romania. So che vive con il suo figliolo rumeno, che suo padre la trattava male da bambina e che si chiama Elena, non so altro di lei. Non sono mai stato un casanova, ho fatto l’errore più grave della mia vita e ora lo riconosco.
 
Si fa buio nella fattoria, si sentono i profumi della primavera ma fa fresco la sera e c’è silenzio. Ma ecco che arrivano due persone. Giulio salta di palo in frasca: buonasera, facevamo due chiacchiere di politica. E saluta con una piccola piega sul suo sorrisino. È rimasto fermo a sette o otto mesi fa.

Post scriptum
Devo questa storia alle confidenze, che però ho modificato, di un uomo sconosciuto incontrato per caso qualche giorno fa. E a due legni trasportati dal Serchio che Carlo Delli ha messo in mostra, dal 7 al 22 maggio, nella Galleria d’Arte Contemporanea Ostrakon di Milano (vedi le immagini prima del testo), quattro opere della serie "Nell’ora che mi riconosci", fotosculture “create per questa occasione, realizzate con vetro, fotografia, legno e resina" che hanno preso in prestito il titolo Shop_ Les jeux d’amour.



Fonte: Comunicato stampa, Shop_ Les jeux d'amour
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9/5/2013 - 8:01

AUTORE:
Cittadino 2

Anche a me piacciono poco, anzi per nulla e invece di farmi apprezzare il bello, sentimento che provo di fronte e molte opere d'arte (che sono poi il nostro "petrolio".... non estratto purtroppo) mi ispirano un certo disagio.
Forse qualcosa del genere abbiamo fatto anche noi, da giovani spensierati qualche estate di qualche anno fa in Bocca, ma l'abbiamo poi subito distrutto facendo una risata.

8/5/2013 - 19:14

AUTORE:
Osservatore 3

Molto bello il racconto, dolce e struggente con quel tanto di melanconico che non guasta mentre le opere delle foto non mi piacciono, anzi dirò di più, mi sembrano delle str....ate.

6/5/2013 - 19:06

AUTORE:
LUIGI

TROVO QUESTE SCULTURE MOLTO INTERESSANTI E PENSARE CHE A VOLTE LA NATURA LE PORTA SULLE SPIAGGE O SPONDE DEI FIUMI E NOI
NEPPURE LE GUARDIAMO!!?
LETTURA INTERESSANTE CIAO
GIGI.

6/5/2013 - 17:13

AUTORE:
Cristina

Caro Ovidio,
articolo malinconico questa volta... mi ricorda un po' alcuni racconti di Renato Fucini.

Le immagini con i legnetti invece mi richiamano alla mente un viaggio a Oslo, nel corso del mitico interrail che io e un gruppo di amici ci siamo regalati dopo la maturità: un mese in giro per l'Europa, per chiarirci le idee su cosa volevamo fare da grandi.

Nella bellissima Oslo esiste il parco Vigeland, pieno di sculture affascinanti, audaci e sinceramente anche un po' inquientanti.

Le stesse sensazioni che mi ha trasmesso la lettura del tuo articolo. Affascinante, audace, ma anche un po' inquietante.

5/5/2013 - 20:36

AUTORE:
Don Bairo (il cappellano degli onanisti)

Avrei giurato che la rumena mirasse ad essere ingallata, per poi sposarsi, prendere la cittadinanza italiana e abortire.

5/5/2013 - 16:45

AUTORE:
antonietta

E' un racconto delizioso, malinconico.Si legge tutto d'un fiato. E' breve ma divori le righe per sapere come va a finire la storia.
Molte donne si identificheranno in Elena, la ragazza rumena, che voleva un figlio e alla quale non bastava essere desiderata. Io sicuramente mi sono immedesimata e immalinconita . Sarà il tempo? il cielo grigio in un giorno di maggio?
Non mi spaventano le storie malinconiche, non mi disturba che mi suscitino ricordi dolorosi. Del resto è anche questo il potere del racconto da leggere."La letteratura è sostanzialmente una visione del mondo differente da quella imposta dal pensiero dominante, dal pensiero al potere, qualsiasi esso sia". Antonio Tabucchi.
Il pensiero al potere non è mai stato sensibile alle esigenze delle donne , neanche quello che mi sta tanto a cuore. Perciò ben venga la letteratura a stimolarci riflessioni salvifiche e ben vengano i tuoi racconti Ovidio.
Antonietta