Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
...se vogliamo mettere a nudo le contraddizioni del sistema INVALSI non serve essere contrari alla valutazione complessiva del rendimento di una scuola.
Come Rappresentante dei Genitori in un Consiglio d'Istituto - è bene premetterlo - sono perfettamente in sintonia con i COBAS e allineato al Tavolo Regionale per la Difesa della Scuola Statale: dopo 9 anni di attività volontaria in questo settore squalificato e devastato a suon di tagli, politiche compressive della partecipazione e maldestri e malcelati tentativi di privatizzazione e/o di svilimento a vantaggio delle scuole private, credo di potermi permettere questo genere di riflessione!
Ma ammettiamo per purissima ipotesi che sia anche legittimo giudicare l'operato delle componenti di ogni singola scuola: entriamo nel merito di questi benedetti INVALSI e cerchiamo di capire che cosa valutino, prima di glorificarne e santificarne l'esistenza.
Si tratta di una goffa sequela di quiz sul modello anglosassone da far impallidire per stupidità e nozionismo il test Minnesota cui un tempo ci si sottoponeva in occasione della visita militare: ciò che al massimo può essere misurato con questo mare di carta sprecato, è la prontezza di riflessi di chi vi si sottopone e, al massimo, la capacità mnemonica.
Per quanto concerne la capacità di elaborazione, il raziocinio, la creatività, l'opinione e, dunque, in ultima istanza, la personalità e la libertà di espressione, buio totale.
L'onanismo casca con gli INVALSI a pennello: si tratta cioè di interrompere il "coito dell'intelletto", la fecondità creativa di una generazione per ridurla ad una larva omogeneizzata e senza idee, condannandola cioè ad una sostanziale non-esistenza intellettiva, ad una spersonalizzazione di chiara ispirazione aziendalistica; sembrerebbe una chiarissima inclinazione politica.
C'è poi da capire a chi dovrebbe essere affidato il delicato compito di «valutare», perché qui si gioca una partita molto interessante: prendiamo ad esempio un fervente sostenitore della teoria-INVALSI, l'ex-Ministro Mariastella Gelmini; un suo Decreto che avrebbe dovuto regolamentare appunto il sistema di votazioni scolastiche, è stato rigettato dal Consiglio di Stato per un'immane ed indecente quantità di errori grammaticali (confusioni nell'uso di congiuntivi e indicativi).
A voler essere cattivi si potrebbe leggere in quel provvedimento un ulteriore tendenza all'anglosassonizzazione della scuola, visto che l'Inglese - dimentico dell'Old English - non ammette l'esistenza dei congiuntivi, ma sarebbe pretendere dalla Gelmini un'intelligenza strategica fin troppo al di sopra delle sue millantate e miserabili capacità e competenze.
Tutto questo per dire che cosa? Sarebbero le «elezioni politiche» a dover determinare chi giudica e con quali strumenti?!? Mi sembra un po' eccessivo.
In fondo poi mi pare che la scuola abbia dato di sé stessa una valutazione abbastanza emblematica: passi l'aver comminato a Vasco Rossi una laurea honoris causa in comunicazione (con molto bicarbonato, ma si può digerire), ma al suo omonimo Valentino? In che cosa avremmo dovuto comminargliene una? In Sciammia, Gremigna e Gingillometria, o direttamente in Evasione Fiscale?!?
Sembrerebbe un'ammissione di colpa... ma per essersi orientata verso un modello scolastico che niente ha a che fare con le nostre plurimillenarie cultura e storia, non certo perché qualcuno ancora persegue un'idea di formazione memore di Leonardo da Vinci, anziché di Abramo Lincoln!
Quindi di cosa stiamo parlando? Per dare respiro alla martoriata economia, c'è bisogno di puntare alle uniche industrie che l'Italia abbia veramente nelle sue corde: il Turismo e l'Agricoltura, e affinché ciò accada, c'è bisogno di una scuola in grado di sviluppare attaccamento al territorio, competenze storiche e umanistiche molto profonde... per farla breve, c'è bisogno di temi e non di telequiz.
Ma se vogliamo continuare a sfornare abulici ingegneri e/o altri generi di licantropi dell'intelletto, facciamo pure: abbiamo trasformato la Terra di Galileo, di Leonardo, del Leopardi & C. che potrebbe vivere soltanto di reperti e paesaggio, in una fucina di villette a schiera.
Riflettiamo sugli INVALSI... possiamo arrivare a comprendere molto della nostra martoriata società!