Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Ci sono almeno tre elementi di merito che devono far riflettere sulledichiarazioni dell’Assessore Provinciale all’Ambiente sulla necessità dimantenere in esercizio l’inceneritore di Ospedaletto.
Il primo è quello sulla paventata emergenza. Le criticità nellafunzionalità dell’inceneritore hanno ormai da anni ridotto le sueeffettive potenzialità di smaltimento, e non sembra che i reiteratiepisodi di superamento dei limiti nelle emissioni e le conseguentichiusure delle linee diano sufficienti garanzie per il ritorno alla pienepotenzialità di smaltimento.
Nel frattempo non si è fatto praticamentenulla per procedere alla sua chiusura, e anzi la Provincia ha autorizzatoun consistente e contestatissimo ampliamento della discarica di Peccioli,guarda caso adducendo le stesse motivazioni “emergenziali”!
Il secondo elemento è quello del riferimento al piano interprovinciale. Inquesto caso è doveroso ricordare il gravissimo ritardo (il piano non èstato ancora nemmeno discusso nelle commissioni in Provincia) rispettoalle prescrizioni di legge, ritardo che sicuramente non favorisce unaurgente rivisitazione delle strategie di gestione dei rifiuti. Forsesarebbe il caso di far comprendere ai cittadini i reali motivi di questoritardo, invece di lasciarsi andare ai soliti toni allarmistici.Ricordiamo che nello scorso settembre, proprio a fronte delle previsioniufficiose del piano interprovinciale in merito agli inceneritori, inclusoquello di Ospedaletto, IDV, SEL e PRC delle quattro province dell’ATOCosta produssero congiuntamente un documento di forte critica a taleprevisioni, proponendo invece una strategia alternativa improntata allariduzione, alla differenziazione ed al riciclo.
Terzo elemento di riflessione è quello relativo alla partecipazione deicittadini alle decisioni. Ci sembra che sia le affermazionidell’Assessore, sia le linee di indirizzo del "piano strutturale d’area"approvate recentemente dal Comune di Calci, entrambe contenenti laprevisione della ristrutturazione dell’inceneritore di Ospedaletto,tendano a fornire una soluzione e una decisione preconfezionata senza ildovuto confronto pubblico e istituzionale.
E’ paradossale, infatti che iconsigli comunali dell’area pisana coinvolti nel piano strutturale d’area,siano stati chiamati a deliberare su questioni attinenti la Provincia,come quella sui rifiuti, senza che il percorso istituzionale nell’entepreposto, che garantisce anche la partecipazione dei cittadini, sianemmeno cominciato! Con questi metodi, è ovvio, che “trasparenza” e“partecipazione” hanno la sola declinazione di vuoti slogan elettorali.
Continuiamo a sostenere con convinzione la necessità di un piano che portiad una rapida chiusura dell'impianto di Ospedaletto.
Rifondazione Comunistauna città in comune