Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Lunedì mattina sono andato in Piazza della Stazione a Pisa per accompagnare una persona che doveva prendere un treno. Ho trovato parcheggio alla piccola rotonda, proprio a fianco della macchinetta dei biglietti davanti al Cinema Nuovo. Ero stanco, sono rimasto in macchina mentre la persona che era con me è andata alla stazione. È arrivato un gruppo di sei persone, penso di cultura rom, che si sono messe a parlare nella loro lingua davanti alla macchinetta che era alla mia sinistra. Tre uomini e tre donne di età diverse e un bambino di quattro o cinque anni. Un ragazzo, forse il suo giovane padre, e una ragazza, forse la sua giovane madre, lo prendono in collo per farlo giocare a schiacciare i bottoni di vari colori della macchinetta dei biglietti. Più che altro, colpito dalla giovane età, guardo quella che penso sia la madre, una ragazzina.
Momento divertente. I rom parlano ad alta voce, una donna più anziana indossa una gonna azzurra, una camicia gialla e una pezzola arancione in capo, il bambino in collo pigia i bottoni, tutti scherzano e ridono, incuranti dei passanti. Momento di calma, c’è poca gente e passano poche auto. Il bambino scende di braccio e si mette a giocare sul marciapiede. Ma in un momento la scena si complica. Ecco che arriva alla mia destra, a passo svelto, una mamma bianca ben vestita con il suo figlioletto anche lui forse di cinque anni. La seguo con lo sguardo. La mamma bianca, sicura di sé, dice a voce alta rivolta a suo figlio: “Guarda, sono zingari, stagli alla larga”. E tira dritto. Ritorna la calma, i rom continuano a ridere, scherzare, parlare in romanés o un suo dialetto non so.
Cambio scena, seduto in macchina stavo bene. Dopo qualche minuto passa davanti alla mia macchina una mamma nera vestita normalmente. La guardo prima di fronte, vedo la sua bella faccia mentre cammina lentamente ma sicura davanti all’Hotel La pace. Tiene un sacco della spesa nella mano sinistra e ha due figlioletti: uno molto piccolo, avrà tre o quattro anni, è tenuto con la mano destra dalla madre; l’altro è un po’ più grande, diciamo sei anni, sta un paio di passi dietro di lei. A un tratto il bimbo nero si ferma e guarda il bimbo rom. Anche il bimbo rom guarda il bimbo nero, corrono uno incontro all’altro come attratti da una calamita, sorridono e si prendono per mano per giocare insieme, mentre la mamma nera traversa la strada e va nel grande piazzale davanti alla Stazione. Si ferma, si gira mentre passano due macchine, vede suo figlio grande che gioca con lo zingarello, lo chiama per nome e in inglese gli dice di stare attento a traversare la strada. Finale tranquillo e un po’ amaro. Il bimbo nero saluta dispiaciuto e raggiunge sua madre facendo attenzione a traversare la strada. Il bimbo rom gli fa un sorrisetto e poi continua a giocare sul marciapiede.
Racconto questa storiella alla maniera dello scrittore Geoges Perec che descrive un luogo di Parigi, piazza Saint-Sulpice. Senza però la pretesa di essere esauriente come Perec, solo per mostrare il diverso atteggiamento di due mamme o tre colto con due istantanee o tre su un pezzettino di mondo. Ma non vorrei si dicesse in giro che trascorro mattinate seduto nella mia macchina a puntare le giovani mamme che passano in Piazza della Stazione a Pisa.