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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Marina di Vecchiano -giovedi 4 luglio
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Il RAZZISMINO
di Massimo Gramellini

18/6/2013 - 8:13


Appena ho letto della consigliera leghista che augura alla ministra Kyenge di sperimentare uno stupro sulla propria pelle, così potrà rendersi conto di quanto siano brutti sporchi e cattivi i suoi amici neri, per un attimo ho temuto che in Italia fosse arrivato il razzismo. Poi ho guardato le prime pagine di un paio di giornali che avevo sul tavolo, dedite a sbertucciare Kyenge per una strada presa contromano dalla sua scorta, e mi sono tranquillizzato. In Italia il razzismo non esiste. Esiste il razzismino.  

La caratteristica del razzismino è che i suoi adepti, i razzistini, pensano di essere dei dolci al ripieno di marmellata su cui la vita ha versato qualche goccia di liquore (estero), ma non abbastanza da comprometterne la bontà. I razzistini non sono razzisti: solo non sopportano le «negrette» che ambiscono a occupare un ruolo diverso dalla Mamie di «Via col vento». Ai loro occhi la ministra Kyenge non ha nulla che non va, a parte il fatto che è donna, che è nera e che vuole dare la cittadinanza a chi è cresciuto in Italia. Possibile che, con tanti disoccupati in giro, non ci fosse un italiano verace in grado di occuparne la poltrona? Questo non è razzismo, assicura il razzistino, ma buonsenso. E chiamare la ministra Nero di Seppia, ironizzare sulla sua abbronzatura, disegnarla mentre sbuccia banane in posizione da orangutang: neanche questo è razzismo, ma buonumore. Così in due mesi, tra una sessione di buonsenso e un’altra di buonumore, siamo arrivati all’istigazione alla violenza carnale: da parte di una donna, per di più. Forse si avvicina il momento di dire ai razzistini che ci hanno rotto definitivamente le palline.

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