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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
IL PROVERBIO
Dio ti guardi....

7/7/2013 - 18:28

Il proverbio di oggi:

Dio ti guardi  
da chi legge un libro solo.
 
Il modo di dire:
Ché!
Strana espressione con diversi significati a seconda del contesto: negazione, rassegnazione,
consenso.
 
Dal libro “Le parole di ieri” di G.Pardini
 
TOPINO
Lett: TOPINO. [Piccolo topo, ma anche bambino piccolo e svelto. Gnocchetti di patate].
In dialetto era un vezzeggiativo comune per i bambini più piccoli.
 “Er mi topino” esprimeva affetto materno, indipendentemente dal fatto se il bimbo era più o meno svelto, a detta della definizione italiana.
Gli gnocchi di patate erano più comunemente detti “topetti”.
 
TOPPONE
Lett: TOPPONE. [Insieme di pezze di tessuto cucite insieme per protezione ai materassi. Rinforzo di cuoio o di panno nel lato interno del ginocchio ai pantaloni da cavallerizzo].
In dialetto toppone era invece un termine dispregiativo con cui si indicava un individuo rozzo, sciocco, credulone.
 
TORPEDINE
Lett: TORPEDINE. [Pesce dei fondi marini fangosi di carne non pregiata (raja torpedo)].
Specie di siluro: [specie di petardo che si adatta sott’acqua e acceso da innestatura elettrica, meccanica o fulminante mediante l’urto detona fortemente e manda in pezzi il naviglio nemico].
Forse da questa terrificante descrizione deriva l’attribuzione di questo nome a quello che noi chiamiamo “ponce alla livornese” o “ponce a vela”, formato da caffè e da una buona dose di liquori vari, anche non pregiati ma sapientemente miscelati. La sua potenza alcolica poteva farlo somigliare alla potenza esplosiva del siluro, specie se vi veniva aggiunto, come nelle ricette originali, pepe, peperoncino e addirittura polvere da sparo.
 
TORSOLO
Lett: TORSOLO. [Torso di cavolo e simili].
In dialetto torsolo è invece un termine che si riferisce a chi combina qualche guaio, chi fa una gaffe, chi non si comporta nel modo giusto.
Se’ proprio un torsolo!”  è una frase dal tono moderatamente offensivo, più un’amichevole esortazione che un vero e proprio insulto.
 
TRABACCARE
Lett: nc.
Il significato dialettale era attraversare.
Leggiamo da Umberto.
La viabilità dei tempi antichi non era così scomoda come si potrebbe pensare. L’unico punto debole di un lungo viaggio era rappresentato dall’attraversamento dei corsi d’acqua e solo le grandi strade romane consolari avevano ponti in pietra, tanto grandi e robusti da rimanere intatti fino ai nostri
giorni.
La vecchia via Aurelia, che collegava il Granducato di Toscana con la Repubblica di Lucca, quindi Pisa con Viareggio, arrivava da sud in località Arbavola e si trovava interrotta dal Serchio.
Il carattere torrentizio del fiume ed il disinteresse per gli scambi fra i paesi situati sulle opposte rive, non spingevano i Comuni ad edificare un ponte che agevolasse il pur scarso transito.
Gli affari tra Pisa e Lucca si facevano per la via del Brennero di San Giuliano e quelli tra Lucca e Pietrasanta per la via Francesca di Camaiore.
Il tratto che congiungeva Migliarino a Viareggio passava attraverso una folta pineta di proprietà dei Duchi Salviati, su un evidente tratto di strada romana come dimostrano i cippi miliari che si trovano tuttora nascosti dalla vegetazione.
Il Capitanato di Pietrasanta aveva il fiume omonimo che faceva da confine con i territori della Comunità di Camaiore, questi confinavano a loro volta a sud con la Vicaria di Viareggio con la Fossa dell’Abate e la divisione di questo borgo dal Pisano era una “ampalancita di legname”, perpendicolare al mare, su una linea che prenderà poi il corso del Fosso della Bufalina.
Il 1° ottobre del 1700 fu deciso di diradare la macchia ai lati della strada romana, lasciando “in sull’orlo de i lati una fila o due di alberi per vaghezza e confine…e sarebbe più frequentata e battuta e meno esposta alle insolenze delli assassini”.
Con la formazione di una “Società Anonima per la Costruzione di un Ponte sul Fiume Serchio e di una Strada tra Viareggio e Migliarino” il Duca Scipione Salviati, il 1° settembre 1854, pose fine alla pericolosità dei viaggi e al disagio dell’attraversamento del Serchio in località “la Barca”.
Veniva così ad essere interrotto, se necessario anche con la forza pubblica e sotto pena di pesantissime contravvenzioni, il funzionamento della “barca traiettizia”, in servizio da tempi immemorabili
La messa in funzione del ponte, esattamente l’11 dicembre 1856, venticinque mesi dopo la costituzione della Società e cinque mesi prima del termine previsto nel contratto, toglieva lavoro alle famiglie dei traghettatori di merci, bestie e cristiani, ma portava soldi a palate nelle casse degli azionisti che avrebbero ceduti i diritti di passo del nuovo ponte ai Comuni solamente dopo cento anni, tanti quanto sarebbe durata la Società.
L’attraversamento con la barca è l’attrabarcamento che diventa attrabaccamento o più semplicemente trabaccamento, da cui trabaccare.

FOTO: Sposalizio 3

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