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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
COMPLEANNO
Adriano Panatta

9/7/2013 - 11:46


Adriano Panatta, uno dei più grandi talenti del tennis italiano, nasce a Roma il 9 Luglio 1950. Di umili origini, il padre era custode dei campi da tennis delle Tre Fontane, all'Eur. La vicinanza con in campi da tennis e con le reti gli permette di avere fin da subito una grande confidenza con lo sport che lo renderà famoso.

Fin da piccolo Panatta si esercita sui campi rossi del club ed impara ad eseguire le prime volée. Gli amici, per la verità un po' scettici di fronte a tanta passione, lo chiamavano all'epoca con il soprannome di Ascenzietto, vezzeggiativo mutuato dal nome del padre, Ascenzio.
Ben presto lo scetticismo dei famosi amici dovrà però essere rivisto e corretto. Tappa dopo tappa, vittoria dopo vittoria, la carriera di "Ascenzietto" prende slancio, fino a portarlo a guadagnare i primi posti della classifica nazionale.

In particolare, la grande occasione per entrare nell'albo d'oro della storia del tennis si presenta ai Campionati Italiani Assoluti del 1970. Lo scontro frontale è con Nicola Pietrangeli, allora campione in carica e mostro sacro del tennis italiano. A dispetto di ogni previsione, Panatta esce vittorioso da un tale temibile confronto.
C'è da dire che ormai Panatta interpreta un tennis nuovo, giovane e moderno, regolato su nuove strategie tattiche e su di una grande dose di aggressività e voglia di emergere. Pietrangeli, invece, in qualche modo rappresentava una stagione senz'altro gloriosa ma ormai sulla soglia del tramonto, una tradizione intrisa di eleganza e "bel gioco".

La conferma che il "nuovo che avanza" non poteva esser più fermato arriva l'anno successivo, quando Panatta si riconferma vincente sull'illustre avversario e dimostra di non essere un fuoco di paglia.
Dopo questo exploit così clamoroso, la strada di Adriano Panatta si presenta assai in salita, per il semplice fatto che, come sempre succede in questi casi, il pubblico si aspetta un rendimento all'altezza delle aspettative. L'unico neo del campione è la sua proverbiale pigrizia, un difetto che spesso e volentieri ha costituito un handicap per una resa adeguata ai massimi livelli in cui giocava. Accanto a giocate di genio alternava periodi mediocri contrassegnati, secondo alcune voci maliziose, più da colpi di fortuna che di bravura. Inoltre, pur dotato di uno straordinario talento, non era supportato, secondo i critici sportivi da un fisico che ne fosse all'altezza.

Non dimentichiamo comunque che Panatta riuscì a battete tutti i più famosi tennisti della sua epoca a cominciare da Bjorn Borg che sconfisse per ben due volte al Roland Garros di Parigi.
Il suo successo internazionale più importante rimane proprio la vittoria dell'edizione 1976 del torneo francese.

Il famoso tennista italiano è poi riuscito a restare sempre a galla e il nome di Panatta ha dominato le cronache sportive per tutti gli anni che lo hanno visto calcare i campi da gioco.
Il suo gioco era caratterizzato da un alto tasso tecnico, basato su un dritto micidiale e su di una battuta molto potente, senza contare la sua capacità di scendere in rete con volée di dritto e di rovescio impeccabili o di effettuare smorzate di grande raffinatezza. Il terreno di gioco su cui ottenne i migliori risultati era (sorprendentemente, visto il tipo di gioco), la terra battuta.

Il punto massimo toccato dalla sua carriera, in termini di successi riportati, furono indubbiamente la seconda metà degli anni settanta, con un vertice assoluto rappresentato dal 1976, anno in cui vinse la Coppa Davis con la squadra nazionale e gli Internazionali d'Italia. L'anno prima aveva raggiunto il podio nel torneo di Stoccolma. In seguito arrivò in finale nel 1978 sempre agli Internazionali (venne battuto da Bjorn Borg), vinse il Wct di Houston nel 1977, e due volte il torneo di Firenze (1975 e 1980). Nel 1979 raggiunse i quarti di finale a Wimbledon perdendo contro il carneade americano Pat Duprè. Quell'incontro fu l'unico match di tennis che abbia mai causato uno spostamento nella programmazione del TG1 delle otto di sera.

Nel 2009 scrive - con l'aiuto del giornalista Daniele Azzolini - e pubblica il suo primo libro, dal titolo "Più dritti che rovesci - Incontri, sogni e successi dentro e fuori dal campo" (Rizzoli), in cui racconta gli anni all'apice della sua carriera agonistica, curiosi aneddoti legati al mondo del tennis e le storie famigliari.

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10/7/2013 - 22:21

AUTORE:
H.Bosch

Se leggi bene c'è scritto....tranquillo.

10/7/2013 - 16:35

AUTORE:
Beppe Techno

Hei, manca la vittoria + importante, sempre nel 76, al Roland Garros. L'unico grande slam vinto.