Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Il brindisi è un gesto molto comune che si compie tra due persone o in gruppo alzando i bicchieri e facendoli tintinnare tra loro in segno di saluto verso qualcuno e come augurio di fortuna, oppure in occasione di un avvenimento importante, prima di berne il contenuto.
Il termine “brindisi” deriva dallo spagnolo “brindis”, che a sua volta si riferisce al modo di dire “bring dir’s” (lo porto verso di te, il bicchiere) utilizzato durante i banchetti in Germania.
Il gesto di brindare è un’abitudine che risale all’Antica Roma: secondo le fonti risalenti all’epoca dell’Impero romano, quando gli avvelenamenti erano all’ordine del giorno come strumento per eliminare i nemici scomodi, far toccare i bicchieri tra loro durante un banchetto faceva sì che un po’ di vino passasse da un bicchiere all’altro. Tale gesto scongiurava il rischio di omicidi per avvelenamento.
Oggi brindare è un modo conviviale di esprimere amicizia e affetto nei confronti dei commensali, è un momento di socializzazione accanto al quale sono sorte diverse credenze e tradizioni diverse. Per esempio in Spagna, per poter essere un brindisi perfetto è necessario attuare una coreografia precisa di mani e braccia che si attorcigliano tenendo il bicchiere in mano: inoltre bisogna pronunciare alcune formule di buon auspicio. Se si sta facendo un brindisi con qualcuno che non beve vino o altre bevande alcoliche la tradizione vuole che i bicchieri non si tocchino, frapponendo una mano tra di essi.
Quando si fa un brindisi, in genere, si pronunciano parole e motti di augurio ad alta voce, accompagnando l’innalzamento e il contatto dei bicchieri tra loro. In passato era molto utilizzato il motto: “Prosit”, che deriva dalla lingua latina (verbo prodesse, “giovare”, terza persona singolare del congiuntivo presente), che letteralmente significa: “sia di giovamento”. Questa formula era tipicamente usata in Chiesa quando il sacerdote terminava la Messa.
Ma il modo di dire più diffuso oggi durante il brindisi è “Cin cin”, un detto di origine cinese, precisamente degli abitanti della costa di Canton, che venne poi introdotto dai marinai europei nel nostro continente; pare proprio che a fare ciò siano stati gli Ufficiali di Sua Maestà Britannica. Il termine originale è “ch’ing ch’ing” (prego, prego) poi tramutato in “chin chin” dai naviganti e commercianti soprattutto in età vittoriana. Il termine è stato subito ben accolto nella lingua italiana perché onomatopeico: riporta immediatamente al suono dei calici o bicchieri che tintinnano tra loro.
Nella lingua cinese in uso oggi “ch’ing ch’ing” significa “bacio”: metaforicamente potremmo dire che il tocco dei bicchieri è il bacio che ci si scambia in onore di qualcosa o qualcuno bevendo in compagnia di amici.
Negli altri paesi
Se capitate in Giappone, attenzione a non pronunciare “Cin cin” mentre brindate: a quanto pare, il termine ha un significato alquanto equivoco: “piccolo pisello”, quindi meglio evitare!
L’equivalente della parola “Cin cin” in Inghilterra è “Cheers”, in Albania “Gezuar”, in Brasile “Cin cin saude”, in Francia “Santè!”.