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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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di Maurizio Vanni & Francesca Centurione Scotto B
La sostenibile precarietà dell’essere.

20/7/2013 - 10:09



GIONI DAVID PARRA Uscita di insicurezza.

 

La sostenibile precarietà dell’essere a cura di Maurizio Vanni

Il 20 luglio 2013 prenderà il via la mostra Gioni David Parra.

Uscita di insicurezza. La sostenibile precarietà dell’essere. Evento che vedrà protagonista l’artista pisano invitato dai Marchesi Centurione Scotto, presso i magazzini Lisabetta Salviati per l’arte: una struttura ottocentesca immersa nel parco della Tenuta Salviati di Migliarino Pisano.

 

Un generoso open space dalle volte a crociera, già sede dei granai, che ospiterà alcune sculture monumentali e una serie di istallazioni pressoché inedite che analizzano il momento storico in cui viviamo riflettendo su questioni filosofiche e socio-economiche. Un vero e proprio saggio introspettivo legato alle arti visive che pone il lavoro di Parra, artista ormai di caratura internazionale, tra i più interessanti di questo ultimo decennio.Lavori ispirati all’economia globale, ai problemi di comunicazione e all’assuefazione ai social-media: un inno alla vita, alla reazione, all’analisi e all’auto-analisi che fa immergere lo spettatore, considerato come una figura interattiva, in una dimensione reale evidenziata anche dall’utilizzo di materie prime, di oggetti di recupero dando origine a strutture realizzate con pietre, resine, plastica, pigmenti, ferro, legno, sabbia, carbone, argilla e cemento. “Strutture e istallazioni agili e complesse – scrive Maurizio Vanni nel suo saggio –, caratterizzate dal grande impatto tattile ed emotivo: Parra aspira a una purezza formale di componenti primarie attraverso una particolare convenzione linguistica che esalta la plasticità e il verticalismo delle forme, senza mai perdere di vista l’ironia all’interno di composizioni che sintetizzano una personale catarsi estetica del quotidiano.

Un lucido e silente grido, una decisa e discreta presa di posizione che mette il pubblico in contatto diretto con il rilucente mondo dell’esperienza e con le opache problematiche della realtà”. Ne scaturisce un mondo contemporaneo dal sapore arcaico, un’atmosfera che ci spinge alla genesi del Tutto:

 

“Il mondo che vede Parra – scrive Francesca Centurione Scotto Boschieri – è quello che nessuno vede più ma che, un tempo, in epoche glaciali, era qui. Il mondo di Parra è proprio quello delle origini e queste sono le sue origini e non c’è niente di più saldamente forte che entrare nelle proprie origini, che scendere dentro i pozzi artesiani della propria natura. Le sue opere sono della stessa materia. Materia viva, incandescente, che va lavorata, tornita, forgiata, domata”.

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