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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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di Sergio Costanzo

Perchè vale la pena viverci (nelle nostre zone)

22/7/2013 - 14:00

          Perché vale la pena viverci

Capita, girovagando per il mondo, di incontrare persone dall'idioma conosciuto.

Istintivo, scatta l'ancestrale bisogno di riconoscersi, denunciando sì il luogo d'origine, ma soprattutto tentando di individuare l'esistenza di un'amicizia comune.

E' come un'animalesco annusarsi, denunciare razza, specie, ruolo, appartenenza. Questo qualificarsi con ordine e grado, è retaggio biologico del branco e poi del clan e pure retaggio di una pregressa cameratesca vita di gruppo, militare o sportiva che sia stata e ci nasce spontaneo dal di dentro.

E' nella presunta conoscenza dell'altro che affidiamo poi il senso del nostro esistere in un luogo. Eppure, una volta riconosciuto il familiare parlare, basterebbe dire per esempio, " Son di Gello, son di Migliarino, son di Pappiana ", 
son d'uno dei tanti paesi posti come diadema attorno al collo della mia bella dama, la mia Pisa. Se il senso di appartenenza al branco è ancora forte, quello relativo ad un luogo è flebile e talvolta inesistente e ci deriva dall'ormai perduta conoscenza. C'è addirittura quasi una vergogna, un mascherarsi che trovo stupido e svilente. Le persone fanno i luoghi, ma è vero anche il contrario, anzi...
Come sarei stato io, se fossi cresciuto senza quel mare di tramagli e sciabiche, senza quelle reti da pulire, aggiogate sugli scalmi dei patini, la mattina all'alba coi piedi nella rena fredda?
Come sarei stato io senza i miei monti d'asparagi aspri e stinchi graffiati dai ginepri?
Come sarei stato io senza l'odore di ragia mista a muffa nelle giornate in san Rossore, all'ombra dei pini imbanditi di tovaglie a quadri e Fiat 500 con gli sportelli aperti?
Come sarei stato io senza il mio fosso, e  la pesca dei ranocchi col boccone, da fare a giugno, meglio se nei giorni senza vento?
Come sarei stato io senza la mia cattedrale, scrigno, faro e baluardo, rifugio anche per un miscredente che se poca fede ha nell'oltremondo, di sicuro osanna i nostri avi, capaci più di noi di lasciarci imperiture meraviglie?

Non solo vale la pena viverci, ma varrebbe la pena viverci bene, acquisendo conoscenza della nostra storia e delle nostre antiche imprese, ma anche riappropriandoci delle semplici saggezze contadine che hanno sotteso la vita per millenni. 
Basta con l'apparire appartenenti a un branco, cerchiamo di sentirci parte di un luogo, sue creature, tentacoli animati tesi ad operare ed operare bene, affinché altri posteri, magari fra mill'anni, si riconoscano in noi. Noi piccoli tasselli di un mondo unico, coi monti a far corona a tramonti inebrianti, di indaco e violetto.

  Sergio Costanzo      

  
www.sergiocostanzo.it  

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24/7/2013 - 20:17

AUTORE:
Scaramacai

Il tempo corre e l'uomo lo rincorre.
Durante la corsa della vita è d'obbligo sostare per cogliere il meglio del meglio oppure il meglio del peggio, l'importante è collezionare ricordi che non sono altro che fotografie impresse nella memoria dalle emozioni...e il nostro territorio ne regala a iosa.
Ad ogni generazione è dato il vanto di assaporare qualche chicca e anche alle generazioni future non mancherà l'opportunità di poterne gustare.
Chi vive intensamente il proprio territorio non può fare a meno di rispettarlo, di lasciare un'impronta positiva e personale, e difficilmente riesce a staccarsene.

24/7/2013 - 20:01

AUTORE:
Pallino

Pensa te..io vesto sempre i soliti panni, vesto sempre la solita camicia, se bussi ti apro e abito sempre li

23/7/2013 - 22:35

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Rivesto i panni di un olivicoltore che soffre il caldo ed ha la barca in riparazione, altrimenti sarei in mare, anzichè al computer! Ecco quindi da cosa dipende la copiosità dei miei interventi; e poi, a dire il vero, ho fatto un intervento calzante, perchè un conto è dire "voglio tanto bene alla mì mamma" ed un altro "volevo tanto bene alla mì povera mamma", non trovi?
Comunque i ricordi che portiamo del nostro tempo passato sono normalmente dei bei ricordi, anche se riferiti a situazioni di povertà o difficoltà di vario genere; e a proposito di ricordi, te ne voglio raccontare uno che mi riguarda, abbastanza esilarante. Ho creduto che la foto di Stalin che mio zio buonanima aveva messo sulla testata del suo letto al posto del Crocifisso rappresentasse un santo e che se non si comprava l'Unità la domenica si andava tutti all'inferno, ti rendi conto?
Sono nato a Reggio Emilia nel 1948, tanto per collocarmi nel periodo e nei luoghi, vivevo in una casa senza gabinetto e senz'acqua, eppure i miei ricordi sono piacevolissimi e non mi sono mai pentito dei panni che ho vestito, che per mia fortuna sono stati molti. Soddisfatto della risposta?

23/7/2013 - 20:04

AUTORE:
Pallino

Ma te...Nizzoli quanti panni vesti

23/7/2013 - 0:22

AUTORE:
Tiziano Nizzoli

Il titolo appropriato per la tua avvincente esposizione sarebbe dovuto essere:"Perchè è valso la pena esserci vissuti", quasi tutte le cose che rammenti non esistono più, dai ranocchi al mare di tramagli e sciabiche.
E' comunque bello conservare nello scrigno dei ricordi tutte le esperienze e gli aspetti della vita di allora, ma fa diventare particolarmente triste il pensiero che non si ripeteranno più.

22/7/2013 - 17:58

AUTORE:
Pallino

E' bravo...perché è venuto su anche tra le bodde e i biacchi, ora è un'omo di urtura, ma è cosi perché una mai smesso di vesti i su panni