Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Dare l'addio ad un familiare è difficile, molto, e vorresti che non ti capitasse mai. Se poi quel familiare è “particolare” perchè rappresenta qualcosa di molto importante, perchè la sua presenza condensa il senso di famiglia, la sua forza, la sua essenza più vera e autentica, difficile diventa un eufemismo.
Mi era stato chiesto da subito di scrivere qualcosa su di lui, ma quando le cose che accadono sono molto vicine, non accadono e basta, ti travolgono e non è facile trovare le parole, fermare le emozioni e scrivere.
Cancello e scrivo, scrivo e cancello...perchè non trovo le parole giuste, perchè mi pare che ogni parola che scelgo non riesca a rendere l'idea di cosa provo e di chi era Piero. Non so descrivere il Piero del Gioco del Ponte, lo dovrebbero fare i suoi colleghi e lo hanno fatto su Fb, non so parlare di Piero cacciatore...ho nel cuore il Piero persona, mio cugino, i ricordi familiari. Ricordi di cui era riservato, ricordi che spesso ci scambiavamo per riderci sopra, per prenderci in giro. Ho nel cuore il Piero che non ha mai fatto mancare la sua presenza quando serviva, il suo aiuto arrivava senza bisogno di chiederlo. Nella famiglia ha sempre svolto il ruolo di portatore di pace e di aggiustatore di rotture relazionali. Non ricordo di averlo mai visto arrabbiato, aveva sempre una riserva di energie positive a cui attingere e che ti trasmetteva. Ho sempre pensato che mi proteggesse e che mi osservasse da lontano, pronto ad avvicinarsi se avessi avuto bisogno. Aveva un senso di famiglia che ho riscontrato in poche persone, un amore non solo sentito ma dimostrato ogni giorno a sua moglie, al figlio, la nuora e la nipote. Era fiero di loro, e si vedeva. Secondo me era felice, di quella felicità genuina, che vorrei avere ogni giorno della mia vita anche io, perchè se ce l'hai tu, la puoi trasmettere e regalare anche agli altri.
Era un gigante buono, leale e generoso, qualità che sono state raccontate anche dalle tante persone che lo hanno conosciuto anche in altri mondi... i cacciatori, gli amici, i colleghi di lavoro, i Mattaccini e il mondo del Gioco del Ponte. Un mondo quello del Gioco del Ponte fatto di competizione, di forza fisica, ma che senza umiltà, lealtà, generosità e spirito di squadra non va molto lontano. Lui ha saputo mettere e tenere insieme uomini, qualità e spirito di gioco tanto da guadagnarsi il titolo di Ammiraglio.
Su quel ponte ha faticato, gioito, esultato, ha vinto ed è stato vinto, è stato applaudito, è entrato e uscito, ha spinto quel carrello con tutte le sue forze, ma quel carrello alla fine è diventato così pesante che lo ha travolto, lo ha caricato per trasportarlo in un altro mondo, se esiste, e allora quel gioco diventa anche una metafora della vita e della morte, del passaggio inevitabile, costruendo ponti che uniscono mondi tanto distanti, ponti che stanno in piedi e sui quali puoi camminare solo se qualcuno ti tiene nella memoria, solo se i ricordi restano vivi nella mente delle persone, solo se il nostro passaggio avrà lasciato delle tracce e Piero ha lasciato molte tracce in mondi diversi. Il ricordo di questo gigante buono, del suo fare e del suo dire semplice, ma sincero e autentico sarà sempre nel mio cuore.
Ciao cugino, ti voglio bene.