Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Domenica 4 agosto è stato celebrato il 69° anniversario del rastrellamento della Romagna sulle colline di Molina di Quosa .
Come ogni anno la cerimonia è stata organizzata dal Comitato Interparrocchiale del Lungomonte ed ha visto l’adesione di molti enti e di numerosi cittadini.
Erano presenti il vice prefetto Dott. Romeo, i labari della Regione Toscana, della provincia di Pisa, del Comune di San Giuliano e di numerosi Comuni limitrofi con le rappresentanze ufficiali.
Oltre alle associazioni combattentistiche e alle autorità militari e religiose, erano presenti circa 200 cittadini che da prima hanno assistito alla deposizione della corona al cippo che ricorda i martiri della Romagna e successivamente alla messa celebrata dal parroco dell’unità pastorale di Pugnano, Molina di Quosa e Colognole, Don Joy Xavier.
Nel suo intervento commemorativo il sindaco Paolo Panattoni ha sottolineato come il rastrellamento fu un atto di vendetta perpetrato contro dei civili che stavano scappando dalle miserie della guerra e che per questo motivo il Comune di San Giuliano Terme ha chiesto il riconoscimento della medaglia al valore civile per la comunità sangiulianese.
E’ stato ricordato anche Giuseppe Parenti, molinese recentemente scomparso, il cui lavoro è stato fondamentale per la memoria di questo eccidio.
Ha concluso la manifestazione il presidente del comitato Stefano Benotto che ha ringraziato tutti quelli che negli anni hanno collaborato per mantenere vivo il ricordo della strage ed allo stesso tempo contribuito alla crescita progressiva della manifestazione stessa.