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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
FINALMENTE DOMENICA!
di Ovidio Della Croce
Mare aperto

11/8/2013 - 12:13

Viaggetto 1: Putzu Idu

 

Dunque ci risiamo nel perimetro interno della piccola casa quasi abbandonata all'inizio delle falesie, tra sterpi, agli selvatici, pitosforo coperto dal salino, ginepri, gigli, margherite, lucertole e scogli. Anche con qualche biacco, perché i poeti ce li vogliono i biacchi, sono rettili di poco più di un metro, simpatici a chi stanno simpatici i biacchi. Ma non ne ho visto nemmeno uno.  Un topo innamorato o due sì, però, e non è poco.
 
Però, però c'è un'artista sulla spiaggia che nuota e dipinge scene, nuota e dipinge e ride, e fa delle buone zuppe, si chiama Ruth Pulgram e, oltre a tutto questo, fa la scenografa tra Lione e Berlino. Ruth ha attirato le simpatie del gruppo dei "pisani a Putzu Idu" con i disegni in bianco e nero che ha esposto nella veranda di casa e soprattutto perché elle joue dans la mer: Nuota con un battellino gonfiabile legato alla vita in cui ripone tutto il necessario per stare in mare per molte ore, fermarsi in una caletta per riposare, disegnare e poi ripartire.
 
Però, però, però seppur modesta, ah è davvero molto modesta, la piccola casa sugli scogli ha una finestra. Sopra la finestra c'è scritto: “Mare aperto”. Il proprietario della casa è il signor Giacomo Pinna, noi amichevolmente lo chiamiamo Giacomino. Il signor Giacomino ha una bella faccia sarda, è un tipo pratico, di poche parole, spesso affoga lo sguardo in un bicchiere di vernaccia preparata da lui per cercare la faccia di sua moglie morta troppo presto. Il signor Giacomino ha avuto in eredità questa piccola casa aperta al mare da uno svizzero paraplegico, il signor Giuseppe, perché l'ha assistito fino alla morte. Il signor Giuseppe era un tipo strano, faceva il bagno con due legni sotto le ascelle per restare a galla, era accudito da una bella infermiera svizzera, girava per il paesello con un'auto particolare e passava ore e ore a guardare il mare puntando un cannocchiale alla finestra.
 
Da quella stessa finestra che sopra reca scritto: “Mare aperto”. E dal rettangolo della finestra l'immensità del mare avvicinata dalle lenti appariva più nitida. Il cannocchiale stava al centro della stanza col soffito incannicciato, proprio nel punto da dove ora scrivo e, da questa geometria rettangolare, osservo il mare. La porta di questa stanza si inceppa, forse ingrossata dall'umidità marina. Il signor Giacomino è venuto con la sua cassetta degli attrezzi per cercare di risolvere il problema: l'ha piallata un po' alla base e almeno ora si chiude meglio. Quando se n'è andato ci ha regalato una bottiglia di vernaccia: “Bevetela alla mia faccia”, ha detto.
 
Se si apre la porta della piccola casa sugli scogli si va nella terrazza con i gigli bianchi, le margherite gialle, un po' di macchia mediterranea che arriva fino ai muri della casa, e tutto intorno è verde e azzurro. Il perimetro della terrazza è delimitato da un muricciolo di pietre cavate dalla falesia e da un cancellino di legno mezzo rotto. Se si apre il cancellino si può imboccare un viottolo che porta alle falesie o andare alle spiagge del paesello, ma le prime due, ai tempi del signor Giuseppe, erano più grandi e con qualche caletta. Il mare in cinquant'anni si è preso un po' di spiaggia e qualche caletta, però ha resistito alle mareggiate s'Architeddu. Da questo archetto siamo passati a nuoto e abbiamo proseguito, con un crawl lento, verso Putzu Idu.
 
Sul mare brillano le luci del faro di Capo Mannu e del paesello che si affaccia sul mare. Le onde si frangono salate sugli scogli e sulla spiaggia ed è bello tuffarsi leggeri, a tutte le ore, nel mito di questo mare. Quando ci sediamo a un tavolino del caffé all'aperto sul mare sui tavoli le bevande sono fresche.
 
Sulla spiaggia ci piace leggere, parlare e giocare a fare un po' gli scemi, c'è pure qualcuno che fa i cruciverba in queste giornate splendide. A volte si fanno passeggiate negli immediati dintorni, spesso ci perdiamo nel silenzio e ci fermiamo a guardare il mare. Nel gruppo c'è pure qualcuno che si diverte a scrivere racconti, confessioni, poesie in tedesco o in sardo oppure semplici nonsense dedicati a questo mare per un piccolo concorso letterario senza premi, una specie di gioco di compagnia per rinforzare il nostro vincolo di gruppo attaccato a questo posto di mare. C'è pure qualcuno che scrive haiku e poesiole. Ne ricordo una sciocchina che diceva così:
 
Il vento soffia
nel caldo luglio
su questa spiaggia di miele.
Un'altra estate,
come sempre, vola.
 
Sulla terrazza della piccola casa sulla scogliera spalancata sul tramonto, il nostro sguardo si perde sul filo dell'orizzonte. Con la brezza della sera beviamo un sorso di vernaccia fresca alla faccia del signor Giacomino. Senza la cornice della finestra e fuori dal perimetro della nostra piccola casa sulle falesie, ci può capitare di rivedere tutto quello che abbiamo vissuto e sognato fluire, come un'onda che si frange, in mare aperto.
 
 

Fonte: Il dipinto è "Marina blu", di Daniela Sandoni
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