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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Τζιτζίκι

12/8/2013 - 7:26

 



Le parole onomatopeiche nascono, come dice il nome, dalla trasposizione letterale del suono prodotto al produttore di questo.
La cicala nel suo nome italiano non dice nulla se non nel derivato cicaleccio o cicaleggio, ma provate a leggere il suo nome greco che suona come un tsikitsiki e mandate a cicalare chi lo tradusse in cicala che a noi non ci cala mica!
Andando nel meraviglioso mondo greco dove i miti erano realtà, ecco una personale trasposizione di una delle più note favole di Esopo che in questi giorni ha perso completamente il suo primitivo senso:
 
Novella co’ ll’…amorale


Una pillaccherona di ciala
meleggia per er verso la formïa
che dice: “Falla, falla, la maiala,
m’ar ceppo te ‘un ciarivi bella mia”
Gel’e vvento arivin e fan tumìa.
Brezza la formiina ‘ndella sala,
sente bussà’, v’aprì’, è lla su’ amïa:
sciarpa, collié e ori fin sull’ala.
“Eh guà a ‘nzaccà’ le seme ‘or porverone!
Un cervolante preso pe’ llenone
e vaggo ‘ndov’è cardo sur groppone!”
Brilla fra ll’antennine un luccïone.
“Bella mi’ vita fatta sur copione
della novella scritta da un coglione!”


 

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12/8/2013 - 10:16

AUTORE:
Pierino

Ci raccontavano questa storiella per imbonire i creduloni: la cicala, vagabonda, non serve a nulla se non a infastidire la già tediosa calura estiva e la formica,laboriosa, provvede a riempire il formicaio per sopravvivere al rigido inverno...e se poi la cicala morirà di stenti ben le sta! (le dice infatti: mentre io faticavo tu cantavi).
Così i poveri, cresciuti con questa morale, hanno sempre fatto le formiche lavorando ininterrottamente e i più abbienti o furbi hanno vissuto alle loro spalle.
Poi qualcuno ha inteso riscattare la "povera" cicala.
La formica è diventata una grande egoista perché non vuole condividere le provviste con la cicala...(e pensare che mentre la formica suda, la cicala la conforta col suo canto!)...quindi è giusto che sia aiutata nel bisogno.
O come si farà presto a rigirare la frittata!
Comunque in ambedue i casi la formica si fa il culo e la cicala ozia!
Se non sbaglio anche MisssssCicala ha fatto la furbetta...con il fisco!