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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
CURIOSITA'
Da dove il nome e l'origine di Ferragosto?

13/8/2013 - 11:30


Per capire quale sia il significato del termine “Ferragosto” dobbiamo tornare un po’ indietro con il tempo,  precisamente al periodo dell’antica Roma. La parola si riferisce alla locuzione latina “feriae Augusti” (riposo di Augusto), una festività introdotta dall’Imperatore Ottaviano Augusto nel 18 a.C. Nello stesso periodo, coincidente con l’estate, vi erano altre festività romane, come i famosi “Consualia”, in cui si celebrava il dio dell’agricoltura Conso, il raccolto e altri lavori agricoli che volgevano al termine.

Le festività si concentravano appunto nel periodo dell’antico Ferragosto per consentire un po’ di riposo a chi aveva coltivato la terra in modo assiduo nei mesi precedenti, e poteva quindi godere i frutti del lavoro. Tale lasso di tempo, denominato anche “Augustali”, serviva all’imperatore per fare un po’ di promozione politica, ed era caratterizzato da corse di cavalli e di animali da tiro e parate di animali addobbati a festa, un po’ come quello che succede ancora oggi durante il Palio dell’Assunta di Siena (che si svolge in questa città il 16 Agosto). Il “pallium” era appunto il drappo di stoffa che veniva dato in premio a colui che vinceva la corsa dei cavalli nell’antica Roma.

Dal punto di vista religioso, i Cattolici il 15 Agosto festeggiano la Dormizione o l’Assunzione della Madonna. In realtà, per i cattolici ortodossi è valida la prima definizione, per i cristiani la seconda. Il termine “dormizione”, derivante dal latino “dormitio” è utilizzato da alcuni teologi per definire la condizione di Maria, che cade in un sonno profondo anziché morire, per poi venire assunta in Cielo. Anche se in sostanza le due liturgie coincidono, Dormizione e Assunzione sono due cose ben distinte.

Il termine “Ferragosto” si riferisce anche al fatto che l’estate è al suo culmine, quindi in tale periodo i raggi solari sono particolarmente cocenti.

La tradizione popolare di organizzare la classica gita fuori porta a Ferragosto viene introdotta nel periodo fascista. Era proprio durante il mese di Agosto che il regime organizzava gite popolari cui partecipavano anche le famiglia meno abbienti. Siccome gli spostamenti in genere non prevedevano il vitto, viene introdotta l’usanza del “pranzo al sacco”, cosa che è ancora in voga oggi.

Poiché il Ferragosto si festeggia soltanto in Italia, in ogni Regione pullulano iniziative e manifestazioni, oltre che festeggiamenti alla Madonna dell’Assunta.
Ovviamente alla festa vengono associate anche specialità culinarie. Un’antica usanza gastronomica toscana, risalente all’età carolingia ma che ancora si ritrova in alcune zone, consiste nel servire al pranzo di Ferragosto il piccione arrostito.

Nelle zone dell’Appennino tosco-emiliano si usa invece preparare per il giorno di Ferragosto delle ciambelle dolci aromatizzate all’anice.

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13/8/2013 - 12:33

AUTORE:
Eloisa

La festa di Santa Maria, come la chiamava la mia nonna materna, era l'unica che le permetteva di riunire l'intera famiglia composta di tre figlie con relative famiglie.
Veniva stesa sul prato pedimontano davanti a casa la classica tovaglia quadrettata e sopra non mancava un grosso cocomero zuccherino, un'enorme zuppiera contenente tortelli casalinghi, pollo fritto (erano i più grassottelli della covata primaverile ad essere sacrificati) e fiori di zucca e zucchine fritte dell'orto a volontà, e un ciambellone che soltanto la nonna riusciva a farlo così spumoso e soffice perché montava le uova del suo pollaio con lo zucchero per un'interminabile quantità di tempo...e pur senza l'aggiunta di burro o olio diventava una vera delizia.
Noi cugini, 11 femmine e un maschio, trovavamo subito l'intesa per giocare, anche se a gruppetti...e quella giornata era sempre un successo.
Dopo oltre cinquant'anni noi superstiti ricordiamo ancora quei momenti felici perché il legame che ci ha uniti non si è mai spezzato. Grazie nonna Eugenia te ne sono riconoscente per sempre!