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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . c'è più religione ( si esce un'ora prima). .....
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. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
per pubblicare scrivere a spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
IL PROVERBIO
Chi vive sperando....

18/8/2013 - 18:02


Il proverbio di oggi:

Chi vive sperando,
muore cacando!
 
Il modo di dire:
Battere pari!
Usato al negativo: “’un batte pari” significava non ragionare bene, avere un’opinione incomprensibile o addirittura avere “una rotella fuori posto”
 
 
Dal libro “Le parole di ieri” di G.Pardini
 
STEMPERONA
Lett: STEMPERONA. [Disdetta, sfortuna].
In dialetto stemperona indicava invece una moria, un’epidemia molto grave.
N’ha (o c’è) preso la stemperona!” indicava di solito la comparsa di una moria in un allevamento, con la conseguente morte di molti animali, ma in senso lato anche un cattivo andamento di una qualche faccenda. Il termine andava oltre il semplice concetto di epidemia per assumere quello più vasto di una situazione di particolare difficoltà o gravità.
 
STINCHI BILINCHI
Lett: nc.
Modo di dire per indicare una persona magra, secca, con le gambe sottili.
Era anche l’inizio di una filastrocca che si cantilenava ai bambini posando le dita di una mano alternativamente sulle due ginocchia :
                              Stinchi bilichi
                              la forca dell’inchi
                              stincolo tedesco
                              tira su, te, questo!
Ed il bimbo doveva alzare la gamba su cui poggiavano le dita.
 
STINTIGNARE
Lett: STINTIGNARE. [Stenticchiare, ovvero tirare avanti con difficoltà].
In dialetto aveva cambiato il suo significato e stintignare indicava lo stiracchiare di un tessuto, come i bimbi quando tiravano la gonnella delle mamme, oppure l’atto dello scuotimento in avanti e indietro come in una disputa fra ragazzi.
Viene riferito che un tempo le lenzuola, di solito di canapa e quindi piuttosto rigide, appena tessute si davano ai bambini perché ci giocassero e le stintignassero, con lo scopo di ammorbidirle. Poi venivano lavate nella massaia, sbiancate con il turchinetto, stirate e riposte nel canterale con tutto il corredo e con lo spigo (lavanda) per mantenerle profumate.
 
STOLLO
Lett : STOLLO. [Stilo del pagliaio. Anima del pagliaio].
Era quel palo di legno intorno al quale si costruiva il pagliaio, cioè si accumulava il fieno o la paglia che sarebbe servita poi per tutto l’anno come foraggio per le bestie o letto per le stalle.
Il pagliaio poteva a volte essere molto alto e lo stollo ne assicurava, come anima centrale fissata al suolo, la stabilità.
Esisteva anche una macchina, una specie di nastro trasportatore, che permetteva il trasporto della paglia fino al vertice del pagliaio dove veniva sistemata e distribuita in cerchio dai contadini che erano in cima. La forza motrice era derivata dal trattore che per mezzo di una lunga cinghia faceva muovere il meccanismo dell’elevatore. Era lo stesso sistema di trazione con cui funzionavano tutte le prime macchine agricole. Queste non avevano un motore proprio ma derivavano il loro movimento, e quindi la loro funzione, dalla forza motrice del trattore. 
Questo aveva sul davanti una grossa ruota metallica, liscia, su cui veniva posizionata una lunga cinghia di cuoio che arrivava fino alla macchina agricola. Agganciata la cinghia il trattore veniva fatto allontanare lentamente fino a che questa non fosse tesa al punto giusto. A questo punto si azionava la ruota motrice ed anche  la macchina agricola si metteva in movimento.
La cinghia, molto pericolosa specie per noi bambini, veniva protetta da entrambi i lati con una rete di corda per tutta la sua lunghezza.
In cima allo stollo veniva sempre posto un barattolo di latta rovesciato per difendere la delicatezza del legno dalla pioggia che lo avrebbe rapidamente rovinato.
 

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20/8/2013 - 14:50

AUTORE:
g. bianchi

Io al sax dopo 30 anni che è attaccato onorevolmente al chiodo posso fare solo una patetica figura di m..da ecco il nesso che mi mancava.
Ma stai attento al pubblico a volte è strano, ricordo con piacere nel lontano 1974 allo sporting club del cinquale gestito in quel momento da un sassofonista e consorte tale Emiro del gruppo gli Eremiti duettammo "scazzando in maniera vergognosa" tu capisci il termine , il pubblico smise di ballare e si sedette in pista come ipnotizzato, come assistesse a qualche cosa di irripetibile a fine "esibizione" venne giù il locale dagli applausi e connessi.
Morale sai cosa dissi io a Emiro "madonna che troiaio siamo stati capaci di mette insieme" e lui in tutta risposta "sei il solito brodo hai fatto delle cose eccezionali e non te ne sei nemmeno accorto"
Secondo te caro dottore chi aveva ragione ?? io lo so.

Una salutone
Giovanni

19/8/2013 - 20:12

AUTORE:
G.carlo

Giovanni nel 69 eri ancora in forma!
Poi ti sei un po' sciupato ma rimani un buon amico e una persona stimabile.
Non c'entra col proverbio ma le vecchie foto fanno da corollario a modi di dire del passato che ci stiamo dimenticando.
Vorrei ancora vederti col sax, sono sicuro che faresti ancora la tua figura. Un abbraccio G.

18/8/2013 - 23:40

AUTORE:
Giovanni Bianchi

In una foto del 1969 alla Casina Rossa all'aperto il complesso si chiamava "Le Esperienze"

Pardini Claudio alle tastiere
Banchini Mario alla batteria
De Nisco Danilo al basso
e il sottoscritto ai fiati

Caro dottore se guardi bene era il primo complesso senza chitarre e controcorrente dato che sull'onda dei baronetti se ne trovava in giro anche con 3 chitarre, che notoriamente tutte scordate miagolavano da voltastomaco...

Ciao Ciao