Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Viaggetto 2: Asinara (Luglio 2013)
Ora che sono rientrato al porto turistico di Marina di Stintino, dove stamattina abbiamo parcheggiato la macchina con un biglietto giornaliero da cinque euro, l'Asinara mi manca.
La mattina alle dieci raggiungiamo il molo dove è ormeggiata la motonave “Il Gabbiano”, pago trentasei euro per due biglietti e il marinaio con la maglia azzurra e i calzoncini al ginocchio blu ci da un braccialetto di gomma verde con un numero di telefono, perché abbiamo scelto di visitare gagliardamente l'isola da soli in bicicletta. Ebbene no, il trenino gommato con la visita in gruppo non è quello che cerchiamo in questo “ultimo paradiso”, come dice a grandi caratteri il dépliant che leggo anche senza occhiali da vista, li ho lasciati all'agriturismo, mi sembravano superflui.
Navighiamo tra mare e cielo verso l'isola dell'Asinara, con i suoi cinquemila ettari di superficie, con una ventina di chilometri di lunghezza, sei di larghezza e cento di coste, ora parco nazionale e area marina protetta. Disabitata dal 1855, ora è possibile arrivarci con un accesso regolato.
A Fornelli, dove sbarchiamo, al Centro visite c’è un bar, un ufficio del parco e il noleggio delle mountain bike dei fratelli Madeddu. Sappiamo che venti chilometri in bici non sono molti, ma è caldo e i dislivelli possono essere pesanti se il sole spunta da dietro le nuvole. “Buongiorno”, dico, “Vorrei una bici leggera, ho una certa età”. Uno dei fratelli Madeddu mi fa: “Ci sono pure le bici elettriche”. Ma vedo una mountain bike nera nuova fiammante, leggera e con un buon cambio. “No grazie, prendo questa” e pago quindici euro a bici.
Insomma, pedala pedala prendiamo l'unica strada che traversa l'isola da cima a fondo, stretta, cementata con l’intenzione di arrivare a Cala Reale. Dopo la prima salita incontriamo il carcere di massima sicurezza che è chiuso e non fa quell'impressione che suscitava negli anni Settanta quando lo sentivamo nominare al telegiornale; poco più in là c'è la colonia penale agricola che accoglieva un tempo detenuti che lavoravano la terra e a volte potevano uscire a fare il bagno.
Pedala pedala il nostro viaggetto non ha solo una destinazione, ma è soprattutto questa pedalata sui saliscendi dell’Asinara: saliamo fino a trecento metri sul livello del mare e poi scivoliamo veloci in discesa per avere la spinta necessaria per affrontare la salita successiva. Su quell'unica strada stretta solchiamo le colline dell'isola con alte falesie a picco sul mare sulla costa occidentale, altrimenti pianeggiata in coste brulle che scendono in poche e solitarie spiaggette di sabbia dorata, odorate da lentischi, cisto, e lecci coperti di sale sulla costa orientale. Sono disallenato e rimango indietro. Vedo Susanna scendere di bicicletta e spingerla in salita, sembra una tartaruga marina in cerca di ossigeno sotto il sole feroce di mezzogiorno. Strani animali marini le tartarughe, hanno i polmoni come noi, ma con una boccata vanno in apnea e si immergono per molto tempo.
Pedala pedala, cammina cammina in salita, perché le salite le abbiamo fatte quasi tutte a piedi e scivola scivola in discesa, decidiamo di fare una breve sosta all'ombra seduti su un muretto per bere, mangiare due albicocche e un pugno di ciliege, perché non siamo come gli asinelli che incontriamo per strada che sopravvivono con niente.
La seconda sosta l'abbiamo fatta proprio lì, in fondo a una discesa, in una spiaggetta vicino a un ponte, esattamente come in certi dépliant dove c'è scritto “un angolo di paradiso”, abbiamo appoggiato le biciclette, ci siamo spogliati, abbiamo lasciato i vestiti sudati ad asciugare sulla roccia e siamo entrati in mare piano piano con la sensazione di immergerci totalmente in una parte fresca e silenziosa della natura.
È tutto come deve essere. Abbiamo nuotato facendo attenzione a non disturbare i saraghi che popolano queste acque e, con la testa sott’acqua, ho pensato alla vita e al silenzio che raramente si affaccia nella vita, ma che la percorre come fa una corrente che scorre nel profondo di questo mare. Nuotando nel mare liscio come l’olio ho pensato a questo povero Mediterraneo.
E via di nuovo mèzzi mézzi verso Cala Reale. Ci ripariamo a un fresco dietro il Palazzo per una terza sosta con uno spuntino, ma il peso della storia di questa parte della Sardegna, richiamato da una piccola cappella davanti alla spiaggia dell’Ossario, è più soffocante del sole a picco. Decine di migliaia di giovani soldati sardi, italiani, austriaci e tedeschi furono deportati all’Asinara, qui morirono soprattutto di colera e molti corpi furono buttati in mare.
Ma a questo punto preferiamo visitare il minuscolo CRAMA, Centro di recupero animali marini Asinara, con visita guidata da due gentili e motivate ragazze che, nella saletta divulgativa, illustrano la fauna marina dell’isola, parlano delle tartarughe marine minacciate di estinzione e, nella stanzetta delle vasche, ce ne mostrano tre della specie Caretta caretta in cura presso il Centro, presto saranno di nuovo libere di nuotare, ma ce n’è una quarta nell’ambulatorio veterinario. Compriamo una maglietta, lasciamo un’offerta e decidiamo di sostare in una spiaggia solitaria.
Mentre ce ne stiamo lì soli soletti tra scogli, erbe, mare e monti pensiamo che proprio qui era il posto dove volevamo fare una sosta. Decidiamo di rimandare a un’altra volta la visita a Cala d’Oliva dove c’è l’Ostello con qualche posto per dormire. Si fa tardi per rientrare a Fornelli in bicicletta, decidiamo di provare a salirle sull’ultimo bus per non perdere la coincidenza col traghetto confidando sulla bonarietà dell’autista. Con due biglietti per un totale di quattordici euro l’autista fa un piccolo strappo alla regola e carica noi e le biciclette. Torniamo a Fornelli in una ventina di minuti.
Chissà se sono riuscito a dare indicazioni utili e a spiegare come sono stato bene all’Asinara. Da tanto tempo sognavo di andarci e ora ho il desiderio di tornarci. Grazie Susanna per aver organizzato questo viaggetto.