Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Leggiamo sui giornali che l’Italia è sprofondata anche nella classifica delle nazioni più felici al mondo, statistica riferita al periodo 2010-2012. Ha perso ben 17 posizioni ed è ormai solo 45/esima secondo una classifica stilata dal Palazzo di Vetro in previsione della prossima Assemblea Generale dell’ONU.
Ai primi posti Danimarca, Norvegia, Svizzera, Olanda e Svezia. Gli Stati Uniti sono al 17° posto e il fanalino di coda è il Togo e poco prima la Siria, al 146/esimo posto su 156.
Un po’ c’era da immaginarselo, come possiamo anche pronosticare un ulteriore peggioramento durante questo 2013 perché le turbolenze politiche di questi giorni non fanno presagire niente di buono.
A elaborare lo studio esperti in diversi campi, economia, politica, psicologia, statistica, sondaggi e lo scopo dello studio è quello di vedere se questo della felicità possa essere, insieme ad altri, un elemento utile per valutare l’efficacia delle politiche e il progresso delle nazioni.
Rispetto al famigerato PIL (nome che fino a pochi anni fa era del tutto sconosciuto alla maggior parte di noi che vivevamo felici nella nostra ignoranza) e alla ricchezza personale questo è un dato sicuramente meno tangibile ma altrettanto importante per valutare non solo il benessere di un paese, sia pure a livello statistico, ma soprattutto l’efficacia della politica della classe dirigente e il grado di civiltà dei cittadini.
«C’è una crescente domanda a livello globale che le politiche siano più strettamente allineate con quel che importa davvero alla gente, per come essa stessa definisce quel che la rende felice», ha detto il guru della Columbia University Jeffrey Sachs, consigliere speciale di Ban Ki Moon per gli Obiettivi del Millennio presentando il rapporto: «Sempre più leader mondiali parlano dell’importanza di un indice della felicità come guida per le loro nazioni e per il mondo».
Sarebbero sei, secondo gli autori dello studio - i fattori che contribuiscono al 75% delle variazioni della felicità di una nazione di anno in anno:
PIL (sempre lui),
durata media della vita,
avere qualcuno su cui contare,
libertà di fare le proprie scelte di vita,
libertà dalla corruzione e generosità.
Ora se noi esaminiamo i singoli punti vediamo che non siamo messi bene in nessuno tranne forse in quello della durata media della vita. E anche questo non per merito di una seria politica nazionale riguardo ad un corretto stile di vita e a campagne di prevenzione di molte malattie ma semplicemente per il vantaggio che la famosa “dieta mediterranea” riesce a dare in termini di minore incidenza di malattie cardiovascolari.
Molta frutta e verdura e l’uso costante dio olio d’oliva aumentano i radicali liberi e tengono basso il colesterolo con minore incidenza di malattie del cuore e del cervello rispetto a paesi che fanno uso di grassi animali. L’impoverimento attuale del paese che costringe le famiglie a fare un uso limitato di carne a favore di frutta e cereali spinge ulteriormente in questo senso e se un merito vogliamo cercarlo nei governi degli ultimi 20 anni forse questo rimane l’unico.
Tutti gli altri fattori sono in netto calo. Il PIL lo è da tempo ed è un indice numerico impietoso che non si può commentare ma solo osservare con grande timore, avere qualcuno su cui contare rimane un fattore importante per quei giovani che non trovano lavoro e quegli anziani che nel tempo diventano sempre più dipendenti dagli altri. Per questi ultimi quel qualcuno su cui contare sta assumendo sempre più spesso l’aspetto di anziane signore provenienti dall’Est o da paesi al di là degli oceani.
Anche la libertà di fare le proprie scelte di vita, un tempo garantita a chi aveva voglia di fare o di studiare, negli anni si è affievolita fino quasi ad annullarsi. Le masse di giovani che affollano i pochi concorsi con i pochi posti disponibili stanno proprio a dimostrare la caduta delle possibilità, delle occasioni, della libertà della scelta del proprio futuro.
Lo stesso vale per la libertà dalla corruzione e della generosità.
Il nostro è sempre stato un popolo generoso e accogliente, memore forse delle antiche migrazioni dei padri in ogni parte del mondo, ma negli ultimi decenni a causa di un certo tipo di politica eccessivamente personalistica e poco attenta ai vecchi valori dell’accoglienza e della solidarietà (e non voglio fare nomi tanto tutti capiscono lo stesso) si è progressivamente rinchiuso in se stesso lasciando troppo facilmente il passo alla corruzione e all’individualismo.
Troppi oggi sono i furbi che si stanno mescolando con i tanti delinquenti e all’incremento della corruzione si associa pericolosamente una diminuzione della generosità, dell’altruismo e della solidarietà che rappresentano, nel momento attuale, elementi indispensabili per la qualità della vita in un paese come il nostro economicamente sempre più povero e politicamente sempre più incerto e inefficiente.