Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Dimostrare ai propri militanti che i falchi tiratori, se ci saranno, non saranno del Pd. Come? Con il trucco dell’indice sinistro, uno stratagemma già utilizzato dal gruppo alla Camera durante la votazione per l’arresto di Alfonso Papa. La proposta di ricorrere nuovamente a questa tecnica nel giorno in cui la decadenza di Berlusconi arriverà in Senato viene da Miguel Gotor, ex spin doctor di Bersani e senatore alla prima legislatura.
Secondo Gotor, il Pd dovrebbe rassicurare i propri militanti sul fatto che, in quell’occasione, non ci saranno defezioni. Come scrive oggi Repubblica:
Pesa la maledizione dei 101 franchi tiratori che affossarono Prodi. Un peccato mortale che i militanti non perdonano. Continuano a chiedere ai dirigenti del Pd i nomi, la testa dei traditori. E temono che la catastrofe possa ripetersi, in termini ancora più drammatici, visto che in ballo c’è la sorte dell’avversario ventennale. Il trucco dell’indice perciò racconta la drammaticità del passaggio. Per il Pdl e anche per il Pd.
Di cosa si tratta esattamente? Di mettere nella buca dello scranno, al momento della votazione, solo l’indice della mano sinistra. “In quel modo – assicura Gotor – è fisicamente impossibile esprimere un voto diverso dal sì. Ci mettiamo d’accordo con alcuni fotografi che riprendono la scena, postiamo tutto sui social network ed evitiamo guai”. A questa procedura dovrebbero sottoporsi tutti i 108 senatori del Pd, così da dimostrare che i salvatori di Silvio – semmai ci saranno (ne servono almeno 43, ndr) – non saranno tra le loro file.
Sono ragionamenti che dimostrano anche il clima di diffidenza generale che si è ormai cristallizzato tra Pd e Movimento Cinque Stelle. Per Gotor, "Grillo dirà sicuramente a 20 dei suoi di votare per Berlusconi. Vuole sputtanarci, farci esplodere. La Lega fece lo stesso per l'arresto di Craxi. Agitavano il cappio ma organizzarono i voti che salvarono il segretario socialista. La Seconda Repubblica crollò e giunse l'ora di Bossi". Era il 29 aprile del 1993, come ricorda oggi anche il Corriere della Sera.
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"Presenti 565, votanti 564, astenuti 1, maggioranza 283, favorevoli 273 contrari 291", disse l'allora presidente della Camera Giorgio Napolitano leggendo l'esito dello scrutinio - segreto, ovviamente - con cui l'Aula di Montecitorio aveva appena respinto l'autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi. Quattro ministri dei neonato governo Ciampi - Luigi Berlinguer, Augusto Barbera, Vincenzo Visco e Francesco Rutelli - si dimisero subito. Un altro, Paolo Savona, li seguì a ruota. La moneta italiana iniziò a crollare sui mercati proprio mentre il leader socialista, l'indomani, finì vittima del noto lancio di monetine davanti all'hotel Raphael. Il tutto mentre i sospetti sui misteriosi "franchi tiratori" si addensarono verso il blocco più ostile a Craxi. A cominciare dalla Lega e dal Movimento Sociale Italiano. "Con Berlusconi succederà proprio come con Craxi. Se c'è qualcuno che lo salverà nel voto segreto - sussurrava giorni fa il senatore del Pd Ugo Sposetti - quelli saranno i grillini".