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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
CURIOSITA'
Perchè si dice "Spada di Damocle?"

16/9/2013 - 16:56


Utilizzata nel linguaggio comune con il significato di minaccia incombente, la locuzione “spada di Damocle” si è diffusa a partire dal diciannovesimo secolo, pur avendo origini molto antiche. 

 

Si dice infatti che “pende sul capo di qualcuno la spada di Damocle”, per riferirsi ad un pericolo che potrebbe realizzarsi da un momento all’altro.

 

Damocle è un personaggio appartenente alla mitologia classica greca. L’aneddoto da cui ha origine l’espressione di uso comune “spada di Damocle” viene riferito per la prima volta dallo storico Timeo di Tauromenio nella “Storia di Sicilia”, poi ripreso da Cicerone nelle “Tusculanae Disputationes”.

 

La leggenda narra del principe Damocle, che si trovava presso la corte del tiranno Dionigi I il Vecchio, nel IV secolo a.C. Damocle era un grande adulatore, e non perdeva occasione nel ricordare a Dionigi quanto fosse fortunato a godere di tanta autorità e prestigio per il suo ruolo di tiranno. Dionigi gli rispose allora di prendere il suo posto per un giorno per capire se davvero lui fosse così fortunato come la maggior parte delle persone credeva.

 

Lo invitò quindi a partecipare al banchetto, pieno di tantissimi cibi buonissimi, e lo fece sedere al suo posto.Solo alla fine della fastosissima cena, alzando il capo, il cortigiano Damocle si accorse che su di lui pendeva una spada sorretta soltanto da un crine di cavallo, messa in modo così precario che poteva cadergli da un momento all’altro.

 

mpaurito, Damocle pregò il tiranno di andare via e tornare nei suoi panni di umile cortigiano. Dionigi aveva posizionato la spada sulla testa di Damocle per fargli capire quanto sia in realtà insicura ed esposta a mille pericoli la posizione di un uomo potente.La spada di Damocle viene utilizzata come metafora per esprimere le responsabilità e l’insicurezza legate al ruolo di un uomo potente, che vive nel costante timore di essere defraudato da qualche altro, o che qualcuno possa sovvertire lo stato di cose in cui si trova.

 

Nella leggenda Damocle, appena scopre la spada che pende pericolosamente sulla sua testa, perde immediatamente il gusto per il cibo che stava mangiando e la curiosità per tutto ciò che gli è intorno.

La paura e l’insicurezza prendono il sopravvento e gli fanno desiderare di lasciare al più presto quel ruolo che tanto aveva invidiato prima.

 

Il messaggio è chiaro: non si può invidiare la posizione o lo status di qualcuno che vive costantemente nel pericolo di perdere tutto. I potenti della terra, che tanta invidia suscitano, di certo hanno mille e più spade di Damocle che penzolano quotidianamente sulle loro teste, impegnati come sono a difendere il potere spesso faticosamente raggiunto, il più delle volte ottenuto eliminando gli avversari dal loro cammino.

 

La maggior parte di loro devono sempre guardarsi alle spalle, possono fidarsi di pochissime persone e non possono vivere spensieratamente come una persona qualunque può fare. Mi basta pensare questo per continuare a desiderare, come Damocle, di restare nel mio mondo senza giudicare perfetto quello degli altri.

 

Richard Westall: Spada di Damocle; dipinto del 1812

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