Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
C’era una volta tanto tempo fa
Un paese lontano lontano
Il paese di TUTTOPUNTO
Era un paese strano
Gli abitanti erano dei punti, uno qui, uno là
Uno secco, uno grasso, uno storto, uno dritto
Ma ognuno per conto suo.
Un giorno PUNTOPRIMO disse:
- Che noia, questo paese dove tutto è un PUNTOeaCAPO, non ne posso più PUNTOeBASTA.
Intanto in un altro punto del paese PUNTOPRESO era preoccupato:
- Bisogna fare qualcosa, non si può andare avanti così - diceva camminando, anzi rotolando avanti e indietro
Rotola rotola se ne andò vicino a PUNTOPRIMO e insieme fecero il PUNTOdellaSITUAZIONE e così decisero di andare da PUNTOdiVISTA, il saggio del paese.
Pensa che ti ripensa, PUNTOdiVISTA ebbe un’idea:
- Andiamo a chiamare il signor Lapis, lui saprà che cosa fare!
Ma il signor Lapis abita in un PUNTACCIO, e poi è un tipo strano non ha la testa, non ha una punta - disse PUNTOCRITICO
Siete sciocchi- disse PUNTODIVISTA- è soltanto un forestiero.
Andarono dal sig Lapis, che pensa che ti ripensa, ad un tratto disse:
- ho trovato! Il punto è: come fare la mia punta?
Niente paura - disse PUNTODAPPOGGIO - ci penso io
PUNTODAPPOGGIO sparì nella sua cantina e tornò con un marchingegno: l’appuntalapis.
Misero la testa del signor Lapis nell’appuntalapis e ruota ruota ruota fecero la punta alla testa del signor Lapis.
Adesso il signor Lapis era pronto per fare il suo lavoro, un lavoro PUNTIGLIOSO, ma disse:
-Presto, cominciamo da un punto e andiamo avanti per punti, uno dopo l’altro.
Lapis cominciò ad unire un punto dopo l’altro
E magia, magia…
I punti si unirono per formare onde, spirali, curve tonde e curve a punta, curve quadrate…
Le linee si unirono e si intrecciarono costruendo forme grandi, piccole...
I punti si unirono e formarono lettere, le lettere formarono le parole...
I punti si unirono e formarono il mondo...
Ho inventato questa storia per caso a scuola, improvvisando, poi l'ho trascritta e stasera mi è tornata in mente e ho deciso di usarla per il pezzo di Madamadorè.
Perchè? e cosa c'entra?
Capita che a volte quel che vedi e conosci non ti basta, capita a volte che hai voglia di un mondo a colori, capita a volte che, meno male, hai una botta di fantasia che ti strappa un sorriso, che ti fa tornare bambina e ti colora il mondo.
Capita che a volte la fantasia è sinonimo di coraggio e di libertà anche di pensiero, capita a volte che la fantasia ti permette di immaginare cose che non ci sono e il coraggio può farle apparire.
Io ci vedo noi e la nostra incapacità di unire i punti, di dare forma alle cose di prendere forma noi stessi, di trovare un nuovo modo di farlo, un modo che tocchi tutti, con tratto leggero, attento e sensibile...ma magari è solo un attacco di nostalgia e di amarezza...poi passa?