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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Sento voci provenire dal mare...
di Madamadorè e le amiche del tè

6/10/2013 - 10:43

Sento voci provenire dal mare...
... e mentre è tutto un gran parlare di stabilità, responsabilità, regole, congressi, segretari e, confesso, io per prima sono dentro fino al collo, in questi giorni, in incontri, in riunioni con compagni di partito, giungono notizie e foto dal mare.

Sì, quel mare che io amo tanto e della cui vicinanza sono grata al luogo in cui abito, quel mare che mi dà forza e energia e, perché no, a volte anche serenità, quel mare in cui specie d’estate cerco rifugio nei momenti più bui, sì, da quel mare lì, giungono da due giorni immagini, voci, sì voci, di disperazione, di sofferenza, di morte.
E con vergogna ho guardato l’altro giorno quei tredici corpi coperti con un telo di plastica e distesi sulla spiaggia di Ragusa, non riuscendo neppure a condividere la notizia sul social, tanto mi sembrava inappropriato il mio occuparmene in questo momento, così presa come sono dalle vicende strettamente politiche. E sottolineo strettamente perché, in realtà, la politica in senso lato per prima dovrebbe impegnarsi ad ascoltare queste voci, per prima dovrebbe impedire che si trasformino in urla di sconforto, di angoscia, di dolore.

Ecco, mi sembrava quasi di non avere il diritto di occuparmene, troppa la distanza tra me e loro.


Stamani però, quando hanno cominciato ad arrivare le voci da Lampedusa, non mi sono più sentita a mio agio neppure nel silenzio, il silenzio della pietà, del rispetto, dell'impotenza...
E non ne faccio una questione di numeri, anche se, è vero, questa volta sono tanti, proprio tanti, ma di soglia di sopportazione (per quanto ancora?), di desiderio di comprensione (perché l’Italia, l’Europa non fanno nulla?), di ricerca di partecipazione (c’è qualcosa che ciascuno di noi può fare?).

E allora mi pare, e lo dico sperando vivamente che non sia solo un modo per acquietare la coscienza, che forse anche il mio impegno così profuso nella politica di queste ultime settimane può avere un senso, anzi, mi verrebbe da dire che finalmente ha un senso. Ed è quello di dirigere quell’impegno anche nella direzione di quelle voci, per imparare ad ascoltarle prima che diventino urla o, peggio, silenzio e perché quel mare che io amo tanto non sia più, mai più, lo spazio in cui si spengono.


E mi sono detta che, forse, se non mi limitavo a leggere, a condividere sul social, ma buttavo giù qualche riga con il mio sentire, sì, forse, in quel caso mi sarei sentita meno inadeguata.


...E penso a te mamma che hai intrapreso questo viaggio con i tuoi figli al seguito, senza nessuna speranza, né garanzia di arrivo, di accoglienza, di vita; e penso a te donna, che incinta hai affrontato il mare dell'incertezza perché tuo figlio non vedesse mai le atrocità che tu conosci fin troppo bene; e penso a te ragazzo, che non conosci e mai conoscerai un paio di scarpe da calcio, un pallone, un prato verde su cui correre e gioire;  e penso a te uomo e padre che ti sei fatto carico della responsabilità più grande del mondo, con coraggio hai portato via di là, la tua famiglia, tutti insieme, verso un mondo diverso; e penso a te ragazza, che mai conoscerai la gioia dell'amore, di un caldo abbraccio, del primo bacio, di un vestito da sposa...
...e poi penso a me mamma, che ho qui vicini i miei figli, che hanno 1000 palloni e prati dove correre e mari dove trascorrere le estati e cibo e vesti e giochi a dismisura...
...e penso che nascere in una o nell'altra parte del mondo, purtroppo, faccia una grande differenza!

Rimango qui con la mia sofferenza, il mio sgomento ed un gran senso di colpa per ciò che ho e ad altri non è stato dato neanche conoscere!


E mi sono detta che non mi bastava...ho cercato il nome di Giusi Nicolini su facebook e le ho scritto un messaggio, forse banale, ma sentivo un'urgenza strana, un imperativo...Sto per andare al lavoro nella mia tranquilla quotidianità e il mio pensiero va lei e alla sua Quotidianita' e mi manca il fiato al solo immaginarmi lì...le parole sono vuote ...io non sono nessuno come le tante persone che arrivano lì nella sua isola...ma sono persone con sogni e bisogni, desideri, futuri pensati, immaginati, interrotti...ogni morto e' mio marito, mio figlio, mia madre, mio fratello e mia amica perciò sono in lutto ...e perciò le dico Grazie.

E non basta ancora...

 



 

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

8/10/2013 - 17:02

AUTORE:
...

...infatti! partiamo con i nostri traghetti da Livorno, Genova, Venezia, Napoli, Taranto: maanche da Viareggio e dal nuovo porto di Marina di Pisa e traghettiamo qui nel cosiddetto "nostro" primo mondo i 5 miliardi di poveri del sud del mondo, poi si ragiona!

8/10/2013 - 16:13

AUTORE:
il censore

UNA tragedia come quella di Lampedusa impone una ridefinizione di priorita esistenziali, una riflessione profonda sul senso dei valori.

L'insieme delle solidarietà, atteggiamenti, sensibilità e modi di porsi e di intervento propri di ciò che comunemente viene definito umanità, pietas, sentimento precipuo, idiosincrasia peculiare su cui si fonda la presunzione di superiorità dell'uomo, sulla tenebra e ferocia istintiva della belva che è in noi.

Di fronte a un tale disastro, che fa strame di illusioni e convinzioni, ipocrisie e convenzioni, polemiche e convenzioni, occorre fermarsi ed astenersi dal solito gioco disgustoso delle parti, omettere i soliti giudizi preconfezionati, risparmiare a sé ed agli altri i pregiudizi preconfezionati, le posizioni strumentali, i discorsi indecenti, le affermazioni semplicistiche, le nauseanti teorie strumentali.

OCCORRE IL SILENZIO, IL CORDOGLIO, LA PIETà UMANA, PER RIUSCIRE A SENTIRE LA VOCE DELLA COSCIENZA CHE URLA LE SUE RAGIONI, MA è SOVRASTATA DAGLI SCHIAMAZZI INDECENTI, DAI PETI E FLATULENZE VERBALI, OSCENE E INASCOLTABILI DEI POLEMISTI POPULISTI E DEMAGOGHI D'ACCATTO, CHE CONTINUANO AD INQUINARE LE RAGIONI STESSE DELLA CIVILE CONVIVENZA.

BASTA CON LE SPECULAZIONI, QUESTA è L'ORA DEL DOLORE E DELLA VICINANZA ALLE VITIME, PER TUTTI COLORO CHE SI DEFINISCONO E RITENGONO MEMBRI DELL'UMANITà.


Non si può assistere indifferenti......

8/10/2013 - 14:14

AUTORE:
Cittadino 2

Per chi non ha sentito, o si è distratto, invito a leggere questo articolo e a domandarsi (pensando a suo figlio), se noi possiamo considerarci un paese civile.




http://www.lastampa.it/2013/10/07/cultura/opinioni/buongiorno/kebrat-la-ragazza-dai-ricci-neri-NVwxrXaFeA7dBhQZXI6etM/pagina.html

7/10/2013 - 0:31

AUTORE:
fuffante

un osservatore che descrive fuffa uno scritto è davvero buffo. ( osservare e scrivere: quale verbo è attivo?) il dilemma potrebbe essere fa più fuffa chi osserva e critica o chi scrive e fa già una prima mossa verso una propria predisposizione all'azione?
se l'osservatore poi propone una mobilitazione a chi la propone a se stesso che si pone fuori dalla fuffa o la consiglia a chi scrive, per poi poterla osservare e giudicare?

6/10/2013 - 21:04

AUTORE:
Osservatore

Perché continuare con questa retorica patetica, perché stappare le vesti quando i morti ( per i quali il mio rispetto e' massimo ) affiorano.
Forse il troppo impegno politico (( non so cosa voglia dire , visti a 361gradi i risultati )) nelle sedi arredate ,con i condizionatori, a parlare parlare e riparlare, non serve a niente, ma serve una mobilitazione , un raccogliere fondi per migliorare le condizioni LAGGIÙ
non QUASSÙ .
Ecco , forse così vale la pena di sentirsi utili, il resto e' solo fuffa !

6/10/2013 - 11:34

AUTORE:
P.G_

....Madama riesci sempre a commuovere e a far arrivare al cuore quello che troppo spesso si ferma alla lingua o talvolta alla testa.
Troppo occupati in altre faccende, troppo distratti da altre vicende lasciamo scivolare le tragedie fra decadenze, false divisioni,scelte di volatili (falchi e colombe), parole di futuro che spesso servono a nascondere il presente.
Grazie, come sempre.
G.