Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
L’unità pastorale della Caritas di Limiti, Pappiana, Pontasserchio, San Martino a Ulmiano, per mano del suo operatore Gianmarco Braccini, ha inviato alla Voce del Serchio un dossier che il giornale ha pubblicato con il titolo “Cresce la povertà nel nostro territorio”.
La Caritas locale ha raccolto i dati per elaborare il dossier attraverso uno sportello di ascolto aperto tutti i venerdì al vecchio asilo di Pontasserchio al quale si sono rivolte soprattutto donne con più di mille colloqui nel corso di cinque anni.
Ecco qualche numero: sono stati seguiti 137 utenti (36 residenti nel comune di Vecchiano e 101 nel comune di San Giuliano) con un aumento medio di 30 l’anno, con i nuclei familiari si arriva a 414. Tra questi 61 sono italiani e 67 stranieri; tra gli italiani le fasce d’età più colpite sono quella centrale e quella oltre 50 anni; tutti hanno più o meno problemi di emergenza abitativa e di lavoro.
Trascrivo la parte finale del dossier:
“Concludendo una riflessione è d’obbligo, i dati che sono riportati in questo dossier interessano la zona della Valdiserchio. Come centro di ascolto abbiamo cercato di fornire delle risposte a queste richieste, cercando di coordinarci il più possibile con il servizio pubblico, e alcune volte ci siamo riusciti, spesso ci siamo sentiti soli ad affrontare questa sfida. La povertà è la vera zona d’ombra dove la nostra civiltà viene messa alla prova, ma senza l’aiuto di chi ha di più non può essere eliminata”.
Finché esisterà un primo mondo, un secondo e un terzo anche a casa nostra non ci sarà la possibilità di raggiungere quella pace sociale che dovrebbe essere l’elemento qualificante di una società evoluta. Va altresì detto che, oggi più che mai, la dimensione del volontariato sia laico che religioso ha raggiunto livelli altissimi e che grazie alla solidarietà di tutte queste persone la nostra società può ancora andare a testa alta e sperare in un futuro migliore”.
Alcuni lettori della Voce hanno commentato il dossier, l’interesse è indubbio, ma certo la discussione non è esplosa (Niccolai ha evocato la parola “sobrietà”; altri hanno ricordato come la parola “povero” è una condizione immutabile: mente chi dice io sono ricco e voi potrete diventare come me; Marchetti ricorda l’impegno dello Spi Cgil e avanza una proposta ragionevole: mettiamoci insieme e vediamo cosa possiamo fare; altri ancora si domandano del perché pochi intervengono e P. G. definisce la Caritas “benemerita” per l’aiuto al nostro prossimo). Per fortuna Sandro Petri e Gianmarco Braccini sono di nuovo intervenuti con un intervento sui “Pacchi di spesa, un piccolo gesto di solidarietà”, che apre La Voce del Serchio di domenica 6 ottobre.
A questo punto vorrei aggiungere alcune mie modeste riflessioni.
Con la crisi economica c’è stato un grosso aumento di italiani che si sono rivolti ai Centri Caritas, che nel suo Rapporto povertà 2012 denuncia una “evidente incapacità del sistema welfare a farsi carico delle nuove forme di povertà, delle nuove emergenze sociali derivanti dalla crisi economico-finanziaria”. Mi pare sia una evidente critica al liberismo. Ecco allora un paio di domande politiche. In questo paese è consentito solo alla Caritas e al papa criticare il liberismo? C’è o non c’è relazione tra liberismo e miseria sociale?
Scrive Braccini:
“Le povertà del nostro territorio sono numerose, ma quella che ultimamente è la più frequente è la mancanza di lavoro!”.
Vorrei dire che l’azione della Caritas, come quella dell’Arci e di tante altre associazioni laiche e cattoliche, è qualcosa che ti fa riconciliare con la parola politica, ti restituisce le parole della politica, per esempio accanto alle parole “libertà” e diritti, la parola “lavoro”, fondamento della democrazia come vuole l’articolo 1 della Costituzione.
E poi la parola “esempio”. Queste buone azioni sono un esempio da seguire, perché in politica la parola esempio è la più importante. Ci sono buoni e cattivi esempi. Un cattivo esempio è togliere tre miliardi di euro alla parte più povera dell’Italia per darli a quella più ricca sotto forma di rimborso Imu. Un altro cattivo esempio è il programma di acquisto degli F35 (nonostante la crisi economica e la recente crisi di governo ne sono stati comprati altri 3, denuncia la Rete italiana Disarmo). Altra parola centrale della politica è “uguaglianza”, soprattutto di fronte ai 14 milioni di poveri in Italia, quasi il 22% della popolazione.
La terza riflessione riguarda il Vicariato Caritas della Valdiserchio che, oltre al centro di ascolto, organizza una catena di sussidi economici come i pacchi spesa raccolti nella dispensa della Parrocchia di S. Andrea in Pescaiola; e ha nei volontari, che ne curano la distribuzione ogni ultimo martedì del mese, il simbolo molto concreto e vitale di una rete solidale costruita da uomini e donne di buona volontà che interagiscono con Asl, servizi sociali e supermercati della zona. Tutto questo ci fa pensare a un'altra parola della politica: “fraternità”.
Però, sostiene Braccini, “spesso ci siamo sentiti soli ad affrontare questa sfida”, perché non sempre è stato possibile coordinarsi con il servizio pubblico. Quando ero consigliere comunale ricordo proprio che già allora c’era il problema dell’interazione tra soggetti diversi che agiscono sulla risposta alle povertà ed è ancora forte il ricordo di una sera in cui fui invitato a partecipare a una riunione alla Caritas di Pontasserchio per organizzare l’aiuto alimentare alle famiglie in difficoltà. Credo che, allora, partecipare a riunioni di varie associazioni costituì per me un buon antidoto al vuoto di parole che purtroppo ascoltavo nel corso di tante sedute del Consiglio Comunale.
Per finire cito ancora Braccini:
“Voglio chiarire che i pacchi non sono “elemosina”, ma si inquadrano in un percorso di aiuti che dovrebbero portare al compenso finanziario e al ripristino dell’autonomia economica”.
Sono d’accordo con lui: questo aiuto non è la soluzione, ma una parte della soluzione. Penso che la soluzione sia uscire dalla crisi superando le politiche liberiste e spero che, più che alle larghe intese, la politica guardi al futuro, colga i dati di realtà e si occupi della materialità dell’esistenza delle persone per evitare un “massacro sociale”.
Stamattina ho ascoltato alla radio “Uomini e profeti”, la bella rubrica di Radio 3, la storia dei tre spaccapietre, ve la trascrivo in sintesi:
Un viaggiatore, una volta, su una stradina attraverso tante cave, incontrò uno spaccapietre che lavorava nella polvere con grande fatica. Incuriosito e pieno di compassione gli si avvicinò e gli chiese: “Cosa fai?”. L’uomo rispose in modo sgarbato: “Mi sto ammazzando di fatica”.
Il pellegrino riprese il cammino e incontrò un secondo spaccapietre stanco, ferito, impolverato. Chiese anche lui: “Che cosa fai?”. E lo spaccapietre rispose: “Lavoro da mattina a sera per mantenere mia moglie e i miei bambini”.
In silenzio, il pellegrino riprese a camminare e incontrò un terzo spaccapietre affaticato, impolverato e sudato, ma i suoi occhi avevano una strana serenità. Il pellegrino gli chiese: “Cosa fai?”. L’uomo rispose sorridendo: “Non lo vedi? Sto costruendo una cattedrale".
E con il braccio indicò la valle dove si stava innalzando una grande costruzione, ricca di colonne, di archi e di ardite guglie di pietra grigia, puntate verso il cielo.
Sinceramente non so spiegare perché ho voluto ricordare questa storia, forse per lodare ancora tutti coloro che fanno politica fuori dai luoghi istituzionali e gli operatori della Caritas dell’unità Pastorale di Limiti, Pappiana, Pontasserchio, San Martino Ulmiano.