Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
L'edera è uno dei simboli arcaici di Dioniso, chiamato anche kissos in greco, nome che è anche quello della pianta.
Si narra che Dioniso venne abbandonato dalla madre Semele sotto un'edera dalla quale prese il nome. In un altro mito, inverso, si dice che Kissos era invece figlio di Dioniso e che un giorno il giovane morendo venne trasformato per pietà dalla dea Gea nella pianta che da allora ne porta il nome.
Siccome Dionisio/Bacco era considerato il dio del trasporto amoroso, l'edera divenne un simbolo di passione
Un'usanza ancora praticata qualche decennio fa era quella di appendere frasche d'edera sull'uscio delle cantine per segnalare la mescita del vino.
Ma come è dura oggi la vita anche per una pianticella creduta falsamente parassita.
Giri e rigiri niente, aspetti al varco meno che niente, niente dei o dee, non ti resta altro che strisciare e sperare che al leccio non ci arrivi prima l’altro vero parassita, quello bipede e armato.