Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Perché vivere qui diventa un libro.
Vediamoci per come farlo
Sulla Voce del Serchio, tra luglio e settembre duemilatredici, molti lettori si sono divertiti a scrivere un temino o un commentino sul "Perché vale la pena di vivere qui?" proposto dalla redazione.
Ci aspettavamo una serie di interventi e molti commenti. Così è stato.
Un po' perché i lettori di questo
giornale hanno la possibilità di scriverci, quindi sono allenati.
Un po' perché piace l'idea di scrivere dei posti in cui si vive. Detto tra noi era una di quelle richieste a senso unico: nessuno ha scritto che non vale la pena di vivere qui, semplicemente perché c'è nato, ma anche perché ci è tornato da molti anni.
E poi per non andare fuori tema. Interessante magari è scoprire quali sono i motivi più profondi che ci rendono legati a queste terre.
Umberto Micheletti, a suo tempo, fece una classifica provvisoria. Si tratterebbe solo di riaggiornarla. Per questo abbiamo deciso di raccogliere tutti gli interventi pervenuti e pubblicati in un libro che a occhio e croce che non superi le cento pagine, una piccola cosa per una ventina di interventi più un'introduzione, un indice e qualche immagine. Non sappiamo se pubblicare anche i commenti per non eccedere in grandezza e nel lavoro preparatorio. Siamo tutti volontari e lo facciamo per divertirci e ripensare insieme il nostro paesaggio.
Quelli che hanno scritto articoli sono venti e la serie è durata un paio di mesi.
Ecco l'elenco: Sergio Costanzo, John Ajers, Bruno Baglini, LaraBiondi, Antonio Ceccherini, Ovidio Della Croce, Fedora Durante Beatrice Ghelardi, Madamadorè, Franco Marchetti, Alessio Niccolai, Rodolfo Palla, Michela Palsitti, Matteo Paolini, Daniela Sandoni, Gabriele Santoni, Fabrizio Sbrana, Antonietta Timpano, Trilussa, Piero Chicca.
Tralasciamo di nominare chi ha inviato i commenti, interessantissimi, ma l'elenco è davvero lungo. Non è un lavoro difficile né faremo un libro complicato, complicato e difficile è rifletterci tutti insieme sul nostro paesaggio. Per questo intendiamo parlarne il 7 dicembre nel corso di una cena al Teatro del Popolo in cui è prevista la distribuzione, e il lancio di un nuovo progetto, si tratta pressappoco dello stesso giochino con la fotografia insieme al Circolo Fotografico Le Dune.
Intanto sarebbe bene partecipare alla riunione preparatoria martedì 22 ottobre alle 21:30 al Circolo Arci di Migliarino. Si beve un caffè e si va nella nuova sede di via Gramsci n. 17 per fare due chiacchiere per questo strano lavoro collettivo che sembra quasi si sia fatto da sé.
Ce lo immaginiamo già questo librino, ma è bene decidere insieme come farlo, specialmente con i coautori.
Il perché di Umberto Micheletti, curatore della Foto del Giorno: "perché da nessuna parte, in nessun altro giardino, mi verrebbe a trovare questo magnifico animale, uno dei più belli della fauna ornitologica italiana".