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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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di Sandro Petri

IL Pesce e i Pescatori

24/10/2013 - 17:29


                              IL Pesce e i Pescatori

 

Dopo aver esaminato nei precedenti due articoli l'imprenditoria giovanile in agricoltura, spostiamo questa volta l'attenzione su un settore differente, quello della pesca e del pesce, rimanendo nell'analisi delle problematiche produttive locali.

Ne parliamo con Fabiano Corsini, dirigente di Slow Food e creatore di Marina Slow, la manifestazione sul pesce e i pescatori, che si svolge da due anni a fine agosto a Marina di Pisa.

 

La prima domanda è d'obbligo: come si prospetta l'attività di pesca in questi tempi di crisi?

In questa parte del territorio ci si vanta di aver sentito la crisi meno che nel resto del Paese. Purtroppo questa legittima soddisfazione non ci può bastare. La crisi, tremenda e ancora in corso, è insieme congiunturale, ciclica insomma, e strutturale. Può darsi che davanti a noi ci sia una ripresina o qualche cosa del genere, come dicono gli economisti. Ma non possiamo accontentarci di questa per guardare con ottimismo al futuro. Nessuno dei fattori che hanno generato la crisi è stato intaccato, nessun nuovo meccanismo più virtuoso di quelli cui ci siamo affidati fino ad oggi è stato attivato.


 Quasi due mesi fa si è svolta la seconda edizione di Marina Slow. Bilancio?


Marina Slow, la kermesse che ormai ogni anno organizziamo a Marina di Pisa, è andata bene. Segno che ai contenuti che proponiamo c'è attenzione, e che un lavoro in direzione buona si può fare. Certo,la gente viene perchè si mangia il pesce e si spende poco. Ma i dibattiti, la convivialità, le mostre, tutto lavora per indicare strade nuove. 

 

A Marina Slow si mangia e si parla di pesce. Ma i pescatori che ne pensano della situazione?

 

Dei pescatori di Marina tutti sembrano essersi dimenticati. Se ne sono sicuramente dimenticati gli amministratori che, al momento di definire le modalità di realizzazione del porto, colpevolmente non hanno tenuto conto della esigenza di riservare ormeggi e servizi per la pesca. Quelli tra i pescatori che hanno spazi nei rimessaggi lungo la golena, devono sopportare canoni elevati, con costi che vanno ad aggiungersi ad altri sempre più insopportabili, come quelli per il gasolio.

 

 Tutti dicono che dovremmo sfruttare meglio i contributi europei. Qui si può fare qualcosa?

 

A livello europeo, finalmente , ma tardivamente, sta crescendo l'attenzione per la pesca di piccola scala, per le marinerie locali, per le attività di pesca condotte con metodi artigianali.

 

 Ma la piccola pesca riesce a inserirsi nei processi distributivi del territorio?

 

Questo tipo di pesca consente ai pescatori di trarre redditi ragionevoli e propone ai consumatori prodotti freschi e di varie tipologie e prezzi. Dove c'è una pesca locale di questo genere e dove funziona la filiera distributiva (dal pescatore al consumatore) si riduce il ricorso alla importazione, si distribuisce il consumo su una pluralità di specie, aumenta l'attenzione alla qualità delle acque di mare, cresce la gastronomia e crescono le attività connesse: ristorazione, trasformazione dei prodotti, conservazione.

 

Insomma, si offrono prospettive nuove, anche nell'indotto.

 

Quello che noi diciamo, controcorrente, è che l'attenzione alla pesca potrebbe attivare occasioni nuove. Non solo per dare lavoro a chi nella pesca opera, ma per sostenere tutte le attività della filiera turistica, rafforzando la tipicità della offerta del nostro territorio, che altrimenti si trova a competere su terreni che la crisi ha colpito e colpirà ancor più duramente, vedi nautica e turismo balneare come lo conosciamo qui.

 

Quali problemi dovete affrontare per migliorare l'attività e l'offerta?

 

In questi giorni,sempre noi di Marina Slow, stiamo lavorando con i pescatori per contrastare la tendenza all'abbandono di queste attività. C'è il problema deli posti per ormeggiare e collocare attrezzature; c'è un problema per l'accesso all'Arno, quando le condizioni metereologiche non consentono l'accesso dalla Foce. Sarebbe utile disporre di un impianto collettivo di refrigerazione e stoccaggio, in modo da eliminare le pratiche per la consegna ai mercati (in genere Livorno, ma anche le pescherie locali).  L'ideale sarebbe avere un punto vendita attrezzato e organizzarsi di conseguenza per la gestione della commercializzazione. Tutti problemi che altre comunità di pesca hanno affrontato, in altre zone, anche a Marina di Vecchiano, ma che qui fino ad oggi non hanno trovato alcun ascolto.

 

Tornando a Marina Slow, pensa che queste manifestazioni possano incidere nel modificare le abitudini e i comportamenti dei consumatori?

 


Che il nostro lavoro produca risultati si vede non solo dal numero delle persone che vengono alle nostre iniziative, ma anche nei cambiamenti che si registrano per esempio nell'offerta gastronomica in questa zona. Cominciano ad esserci trattorie e ristoranti che propongono il pesce locale, ma soprattutto offrono piatti dove non ci sono solo le 5 specie sulle quali si concentra la domanda distorta dei consumatori, e conseguentemente la filiera pesca-distribuzione, un fenomeno che ha ripercussioni incredibili sugli squilibri del settore, costringendo il nostro Paese a importare la maggior parte dei prodotti ittici per i mercati, e nel contempo lasciando inutiizzato o, peggio, sprecato, il grande stock di pesce ritenuto non pregiato. I nuovi esercizi, compreso quello del porto, propongono piatti che fino all'anno scorso si trovavano solo nelle nostre iniziative, con lo scorfano, il pesce sciabola, il palamita, la tracina, i sugarelli e così via.

 

La rivincita del pesce povero. Che tra l'altro è eccezionale, crudo o cotto. Molta motivazione, quindi. 


Sono segnali che ci incoraggiano a proseguire nel nostro lavoro, sempre in collaborazione con Slow Food e, a Marina, anche con questa esperienza di radicamento in una delle più antiche e tradizionali associazioni del territorio, come il Circolo Il Fortino.                                                                

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