Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Un Pisa bruttino
Oggi sono qui a casa mia con l’amico Enzo; in assenza di cuoche all’altezza il penoso menu del pranzo è stato il seguente: tortellini alla carne della Còppe (doppia vaschetta) al burro (o a scelta all’olio), ultimo pezzo di uno sformato con ingrendienti imprecisabili (senz’altro delle patate) preso dal frigorifero e riscaldato, una noce (sempre della Còppe). Sì, ma l’importante è continuare la marcia nell’alta classifica: ci aspetta il coriaceo Gubbio, una squadra che ha pareggiato quasi tutte le partite fin qui giocate. La trasmissione inizia in ritardo (dopo che il collega Vaccari -che doveva venire ma non è venuto perché confuso dall’ora legale- aveva telefonato chiedendo: “ma che succede?”), e mi pare che il Pisa, che anche qui gioca con Arma e Forte insieme, si muova benino. Noto alcuni cross troppo lunghi, però vedo poco, perché il segnale del satellite è debole; sul video appaiono vari quadrettini colorati e non si capisce un tubo di quel che succede. Nel videocasino intravvedo un goal del Gubbio di testa, annullato per motivi che non ho capito. Oltre al video anche l’audio arriva spezzettato e incomprensibile (“puniz accord dall’arb” e “rim del port in contr”). Col passar del tempo mi pare che l’agonismo del Gubbio prenda un po’ il sopravvento, ma spero di sbagliarmi. L’amico Enzo sentenzia: “si fa fatica”. Per un bel po’ non succede quasi nulla, poi Arma si libera alla grande in area, ma sbaglia di un soffio. Fine tempo.
Nell’intervallo emergono alcune acute riflessioni tecniche: è una partita che si potrebbe anche vincere; d’accordo, ma ci sta anche di perdere; sì, ma se poi finisse in parità? Fine della disamina tecnica.
Si riparte senza più problemi di satellite. Però il Gubbio è più aggressivo e noi più flosci. Entra Giovinco e per l’ennesima volta si spera che finalmente si sblocchi (se non ora, quando?). E invece si sblocca il Gubbio che, dopo ripetuti pasticci della nostra difesa (era da qualche partita che non se ne vedevano), in contropiede segna. E ora è dura, perché loro difendono in venticinque: entra Cia (un altro che sarebbe ora si sbloccasse). Giovinco si procura qualche punizione, ma niente da fare. Solo qualche mischione confuso. Andrea Orsini dice che si tratta di una sconfitta immeritata, ma onestamente non son tanto d’accordo. Per quel che ne so, nel calcio vince quasi sempre chi fa un golletto in contropiede (anche se, come nel caso del Gubbio, non si è davvero uno squadrone, anzi). E’ andata così. Pace.