Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Per il mio compleanno mia figlia mi ha regalato uno stupendo profumo di Dior. Non fraintendetemi, non si tratta di deriva consumistica o di oggetto di “culto”, non posseggo queste qualità, ma semplicemente della mia attrazione per i “profumi”. Hanno su di me un potere di seduzione, di associazioni psicologiche fortissime. Identificano luoghi, presenze, persone. Passato. Si tratta ovviamente non solo di profumi, ma più in generale di percezioni olfattive, quelle che stimolano il sistema della memoria e dell’identificazione. Un po’ come le famose “madeleinettes” di Proust nella “Recherche du temp perdu”, dove il “sapore” del biscottino riporta indietro alla nostalgia del passato. Tutto questo per parlarvi di un libro meraviglioso ed inquietante “Il Profumo” di Süskind. E’ successo poche volte che io vedessi il film e lo amassi allo stesso modo del libro da cui è tratto. Forse solo per il “Giardino dei Finzi Contini” e per il “Gattopardo”. Ma probabilmente perché i registi erano persone “eccelse” quanto gli autori dei libri.
“Il Profumo” è un libro che sospinge il lettore, già dalle prime pagine, in un mondo olfattivamente (sapete che sto incespicando sulle parole giuste?) destabilizzante. I “puzzi” di una Parigi settecentesca ti fanno mancare il respiro, ti si appiccicano sulla pelle. Ti soffocano. Ti offuscano.
Grenouille nasce in un giorno di calura in mezzo ai miasmi di un mercato, da una madre snaturata. E per “vivere” deve scegliere di non avere “odore”. Cioè di abdicare a qualsiasi sentimento umano, perché se uno non li possiede non può soffrire e soccombere per la loro mancanza nei suoi confronti da parte degli altgri esseri umani. Ma l’uomo ha bisogno di uno “scopo”, malvagio o buono che sia. E Grenouille possiede ed è posseduto, è esso stesso. “Il Profumo”.
La sua capacità di “possedere” il mondo attraverso il suo eccezionale olfatto lo porta alla sublimazione del “possesso stesso”. Quello dell’essenza di un “odore”. E allora comincia la terribile fascinazione che passa dallo stordimento che si prova quando Grenouille lavora con il profumiere Baldini, con le essenze, la distillazione, l’”anima” dei profumi. In un momento ho “percepito” come reale la miscela ineffabile di essenze che scaturisce dal laboratorio di Monsieur Baldini quando si apre la porta del suo negozio.
Ma Grenouille, il suo fisico martoriato, il suo sguardo allucinato, per “esistere” devono innocentemente “uccidere” chi possiede “il profumo della vita”. L’elemento primo e unico, lo scopo del suo “vivere”.
La “caccia” alla fanciulla predestinata al sacrificio non ha niente di feroce, di orgiastico. E’ solo l’impellente necessità del possesso della sua “essenza”. Senza cattiveria, senza pietà o percezione della pietà. D’altronde sono molto peggior tutti quelli che hanno contornato, sfruttato la sua vita. Tutti destinati ad una fine da contrappasso.
Il finale è terribile. Come un monito all’umanità, quando credendo di essere migliore nasconde il proprio “puzzo” dietro un’apparente “profumo”. E destandosi, dopo la rivelazione della propria pochezza, ha perlomeno la decenza del disgusto.
No, non è Grenouille l’amorale. E’ quello che è, mentre gli altri sono vera immondizia.
“Ho scoperto il libro andando al negozio di noleggio video di Nodica. Il proprietario, quando avevo in mano il film mi ha detto “Signora, non ha letto il libro? Lo faccia!” Tra l’altro possiede, o possedeva non so, appesa ad un muro, una stupenda foto in bianco e nero.