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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
di Valdo Mori
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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A cura di Erminio Fonzo
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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di Alfredo Raichlin

l`8 dicembre non finisce la storia

15/11/2013 - 13:07

Il modo come si sta svolgendo il congresso del Partito democratico suscita in me seri interrogativi. Si conferma - a mio parere - l`errore di un vecchio disegno di «americanizzazione» del partito.


Il Pd stia attento, l'8 dicembre non finisce la storia.


Cioè un modello di partito «pigliatutto», elettorale, senza identità culturale e senza storia. Tutto ci dice che questo modello non funziona e quanto sia profonda la svolta anche etica che è necessaria. È la ragione per cui Gianni Cuperlo mi sembra il segretario più adatto. Gli episodi (pochi?) di «truppe cammellate» portate a votare per falsare i risultati ci dicono quanto questa svolta sia urgente. Non mi piace la falsa indignazione di certi «indignati». Quale ipocrisia. Certo, pesano gli errori che abbiamo fatto noi, ma mi viene voglia di dire: non era questo che volevate? A cosa tende la martellante campagna contro questo «vecchiume» che sarebbe il partito organizzato, basato su una comunità sia pure aperta ma che sta insieme per ragioni politiche e ideali? È grave questo disprezzo verso i famosi «apparati», i quali semplicemente non esistono. Esistono invece, ancora (ma per quanto?) migliaia di militanti che tengono in vita i circoli e anche lo scheletro minimo del partito insieme a pochi funzionari e segretarie pagati poco e con mesi di ritardo. Esiste (anche nel mio circolo) un gruppo di volontari i quali cercano spesso i soldi per pagare la luce.


Così stanno le cose. Stanno nel senso che si è creato uno squilibrio enorme tra la povertà del partito come comunità politica volontaria, e la potenza del potere economico. Penso a quei «quasi partiti» che sono diventati in Italia i 3-4 grandi complessi editoriali (giornali e tv). Sono questi oggi i veri partiti personali, proprietà di pochi notissimi miliardari. In questi partiti non si fanno «primarie», ma si pretende di scegliere il segretario del Pd. Conosco la risposta: è la libertà di stampa, bellezza. Lo so. C`è però un problema di democrazia. La democrazia. Dopotutto è questa la partita che si gioca al congresso del Pd. Rispettiamo tutti i sondaggi ma penso che prima o poi verrà fuori il bisogno di una democrazia più avanzata, più aperta e più partecipata. Più capace di portare a compimento la rivoluzione democratica italiana avviata tanti anni fa dall`antifascismo e definita negli articoli della Carta costituzionale e poi messa in causa dai fatti e dalle persone che sappiamo. Mi sembra questo, caro Fioroni, il patto fondativo del partito che non a caso chiamammo democratico. Un partito, non un comitato elettorale nel quale gli epigoni del socialismo e quelli del riformismo cattolico si univano non per diventare più moderati ma per realizzare i propri ideali andando oltre i vecchi confini delle vecchie ideologie. Questo voleva essere il Pd, un partito nuovo che rappresentava anche la sinistra democratica e occupava il suo spazio. Le parole valgono quello che valgono ma se la parola «sinistra» fa paura, io allora la rilancio perché mi sembra che diventi sempre più attuale. State attenti amici a non sbagliare.


La storia non finirà l`otto dicembre. La sinistra italiana non è un reperto del Novecento, non è un prodotto scaduto perché fuori del tempo. Qui è il vostro sbaglio. Quale tempo? Certo, lo vediamo, questo è anche il tempo del populismo e della democrazia ridotta a sondaggio. Ma è pure il tempo di quelle sfide nuove ed enormi che stanno cambiando il destino degli europei. Quale idea di sé e del suo ruolo ha una sinistra moderna? Questo mi sembra il problema che le cose stanno riproponendo sia in Italia che in Europa. È chiarissimo: la destra non riesce più a difendere il progetto europeo, e sta mettendo in pericolo perfino l`euro. Occorre una svolta. Non solo una immagine. Del resto l`attacco così violento che è in atto (li guardate i talk show televisivi?) volto a delegittimare il Pd e a giustificare Grillo come si spiega se non col fatto che l`Italia è giunta a un punto che rende inevitabile prima o poi una svolta? Berlusconi è giunto al termine della sua corsa e ciò apre nuove prospettive. D`altra parte il governo delle «larghe intese» non è eterno. In che direzione andrà il cambiamento? La presenza di una forza pur così malconcia come la nostra, e tuttavia diversa e relativamente autonoma rispetto ai poteri dominanti, presenta un rischio. Per loro. Per noi invece è una grande occasione. Però bisognerebbe coglierla. Ecco perchè io dico che l`8 dicembre non è la fine della storia. Il gioco è più lungo. L`importante è che la sinistra acquisti una più forte coscienza di sé nel mondo di oggi. Sarebbe positivo per tutti i democratici che si crei un insieme di forze politiche e culturali decise ad uscire dalla confusione e dall`incertezza di questi anni. Una forza convinta della necessità che all`interno delle regole di un partito plurale come il Pd una nuova sinistra moderna abbia una sua voce forte. È interesse di tutti riempire il vuoto lasciato dal fallimento disastroso del pensiero conservatore e neo-liberista. In caso contrario penserà a riempire questo vuoto una torbida ondata di protesta e di populismo. Vogliamo tornare a vincere? Certo, ma per vincere bisogna fare i conti con la realtà.


E allora siamo semplici. Allora non bastano le chiacchiere, bisogna partire dalla catastrofe del capitalismo finanziario e dalle sofferenze inaudite che ciò sta imponendo agli uomini e alle donne in carne ed ossa. Voi pensate che sia vetero comunismo partire dalla tragedia che sta vivendo la nuova generazione, messa ai margini, esclusa dal mondo del lavoro? Di che parliamo? Certo, anche di Renzi, come di Cuperlo e con molto rispetto. Ma sapendo che la sinistra è in crisi non perché è vecchia rispetto a Twitter ma perché non osa partire da qui, dal popolo, dalle sofferenze umane, dalle ingiustizie sociali. La sinistra conta poco non solo perché non è alla moda ma perché non si riorganizza per mettere in campo una nuova soggettività, una chiara distanza tra «noi» e «loro». Parlo della potenza soverchiante di una oligarchia finanziaria che si arricchisce stampando anche moneta fasulla. Il mondo inondato di debiti e una gigantesca rendita finanziaria che si mangia la ricchezza reale e costringe la povera gente a stringere la cinta per finanziare i lussi inauditi di una oligarchia. Non può più durare.


Rileggo queste mie parole e mi spavento. Sono diventato un estremista? Eppure io non voglio tutto o niente. Capisco tutte le tattiche e i compromessi necessari. Sento però acutamente il bisogno di risvegliare la mia e le nostre coscienze. Penso che senza una più alta coscienza delle cose e delle sfide nuove non si va da nessuna parte. Il tema di fondo è ormai chiaro. Se non si afferma un partito europeo che affronti la questione di come cambiare la politica che sta portando al declino il vecchio Continente, l`Italia non avrà futuro. È da ciechi non vedere che questo dovrebbe essere il centro del congresso del Pd.


L`«americanizzazione» del Pd è sbagliata Non ci serve un partito elettorale senza identità.

La sinistra conta poco perché non mette in campo una chiara distanza tra «noi» e «loro».

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17/11/2013 - 18:16

AUTORE:
Bruno della Baldinacca

...però come disse il buon don Lido dall'Altare: stiamo attenti al significato delle parole, perchè il "progresso" di una malattia non è buon segno e neppure il progresso delle povertà!

16/11/2013 - 12:04

AUTORE:
Prof. Cipolli

Nella politica italiana ci vedrei bene quello scatto felino che fino ad ora è mancato, che venga da sinistra o che venga da destra l'importante è lo scatto felino.

16/11/2013 - 11:52

AUTORE:
Cittadino 2

Visto il nutrito numero di articoli che orientano in una certa direzione voglio dichiarare le ragioni della mia diversità.
Non conosco Pittella e simpatizzo anche per Civati ma la mia scelta è diversa.
Il mio sostegno a Matteo Renzi, visto più come una speranza che una certezza, non è derivato da un amore come quello che i suoi accoliti riservano al Cavaliere, e nemmeno da una stima assoluta per alcuni suoi interventi che mi lasciano qualche dubbio, ma da un ragionamento molto semplice ed anche poco politico-idealistico e piuttosto pratico.
Mi faccio la domanda: in questi ultimi venti anni, e visto in che condizioni è in questo momento il nostro paese, tutto ciò è stato determinato dalla bravura della destra al governo o dalla incapacità politica della classe dirigente del mio partito?
La risposta scontata (e la speranza) è Matteo Renzi.

16/11/2013 - 11:39

AUTORE:
Il censore

Condivido gran parte delle affermazioni e delle dolenti considerazioni di Alfredo Raichlin, ne ammiro l'onestà intellettuale, la passione civile, la tensione ideale, il coraggio e la lucidità della sua analisi.

la serietà e l'amore per la verità anche a costo di farsi del male, la devozione per il patrimonio di valori democratici, il timore di vederli dispersi in nome di confuse strategie moderniste e omologazione a modelli anglosassoni, di pura ricerca del consenso.

L'avversione dichiarata e palese per l'adozione e l'adesione acritica e tattiche opportuniste quanto sradicate da ogni contesto, volte alla mera massimizzazione dei risultati, rinnegando se stessi.

La denuncia dell'ingerenza di pochi potentati economici in grado di condizionare scelte e strategie politiche e sociali.

Un partito vitale deve essere radicato, composto dal suo popolo, da una comunità che si riconosce in valori comuni, nutre gli stessi ideali, è accomunato da prospettive e tensioni civili condivisibili, obiettivi omogenei, comuni speranze.

Un leader, non deve assecondare i sondaggi, compiacere e soggiacere ad istinti ed egoismi, ammaliare con promesse irrealizzabili ma in grado di aggregare consensi impresentabili, suscitare solo carisma, ispirare soggezione e sudditanza, come avviene nel centro destra, da sempre sensibile al canto delle sirene, dell'uomo solo al comando.

Per il popolo di sinistra, in coerenza soprattutto con i suoi valori ispiratori, i principi di uguaglianza e dignità personale, la leadership è espressione, meglio se collegiale, dello spirito di servizio ad una causa.

La leadership deve sviluppare una serie di azioni, iniziative, suggestioni, influenze, volte ad aggregare entusiasmo e consenso intorno a ciò che è bene e positivo, producente nell'interesse della collettività nazionale, e non solo seducente.

L'organizzazione però non deve mai diventare burocrazia, l'adesione deve essere spontanea e ispirata da entusiasmo e spirito personale al sacrificio, mai appartenenza elitaria a circoli e club d'interessi, confraternite o lobbyes.

il sostentamento del corpo del partito, che non deve diventare apparato fine a se stesso, deve essere volontario e non surrettiziamente finanziato dallo stato.

le idee devono circolare liberamente, gli esponenti ed i supporter devono avere la stessa dignità, unico metro di giudizio il valore, la propositività, il contributo alla formazione di una comune idealità. la capacità di disegnare e progettare il futuro e garantire ideali di giustizia, equità, solidarietà, dignità, comuni opportunità.

In alte parole, occorre valorizzare i pregi, le tradizioni, le ansie, le idealità del passato, non fossilizzandosi in strutture sovvenzionate , strutture irrigidite artificiali, stanchi riti cerimoniali, liturgie eseguite da una casta di mandarini inamovibili, selezionati ed addestrati alla semplice conservazione dello status quo, ma incoraggiare e coltivare nuovi entusiasmi e slanci di partecipazione, senso di responsabilità e voglia di misurarsi con impegno crescente, per far rifiorire più rigogliosa a pianta della buona politica.

La politica con la P maiuscola, che serve il paese e non viceversa.

L'esemplificazione vivente dell'estremizzazione di questo concetto è nel modello di leadership carismatica, che si riconosce in un trascinatore capace di solleticare la pancia del corpo sociale, aggregare un imponente consenso in nome di egoismi indecenti e suggestioni virtuali, capace però di abusare del potere, ma non gestirlo al meglio.
MI riferisco ai recenti disastri, e politiche fallimentari di chi tutelando al meglio solo i propri interessi, ha condotto l'Italia ad un passo dal disastro economico, sociale, istituzionale, in un corto circuito mediatico di malgoverno e abuso del potere.

A buon intenditor...

16/11/2013 - 11:02

AUTORE:
pedro

Non voglio entrare a gamba tesa sulle tue considerazioni pro Renzi, ma prendersela con la VdS in quanto vicina alle posizioni di Cuperlo è una enorme forzatura.
Io sono allibito invece di quanto forte sia l'intervento mediatico nazionale a favore degli "innovatori" Renzi e M5S.
Non ho ancora deciso per chi votare alle primarie ma credimi,ho seri dubbi che i "tifosi" mediatici di Renzi siano coerentemente dei veri innovatori!

16/11/2013 - 10:34

AUTORE:
Dalemiano critico

Quando fu eletto Presidente del Consiglio dalla maggioranza dei Parlamentari (come del resto tutti i precedenti e futuri fin ora Presidenti del Consiglio dei Ministri son stati eletti in quel modo).
Siccome il coomero di Massimo D'Alema non è furbo come il pretendente Renzi che vuol fare il Sindaco di Firenze, il Segretario PD a scappatempo ed il "Sindaco d'Italia" praticamente essere eletto dal popolo cambiando la Costituzione vigente e buon per lui se ci riesce.

Gli altri meno coomeri di D'Alema sono stati Benedetto detto Bettino Craxi e Silvio Berlusconi; il primo fù segretario e Presidente del Consiglio; il secondo (Berlusconi) fù Presidente del Consiglio e Presidente dei suoi partiti FI e PDL e la segreteria che in quel partito che non fanno congressi e non conta un cavolo l'ha lasciata al "travicello" Angelino Al Fano.

Il coomero tre volte D'Alema invece appena approdò a Palazzo Chigi "donò" a Valter Veltroni la segreteria del partito; il Valter Veltroni del partito leggero che da 1.800.000 iscritti al PDS inventando la fusione fredda con la Margherita ha portato fra loro e noi di quel passo a 250.000 iscritti al PD.
Sempre il Valter del bipolarismo che da solo voleva vincere su Berlusconi lasciando il PRC fuori dal Parlamento. Sempre il Valter del bipolarismo che ora i poli son quattro.

Poi il D'Alema in seguito fù uno dei migliori in assoluto (così dicono all'estero) dove andava come Ministro degli affari esteri ma quello per chi è antidalemiano a pelle non conta.
...poi ci sarebbe anche altro ...ma questo è inutile che lo scriva tanto è come far sentir la Boeme o la marcia trionfale ad uno che odia le opere e la musica classica.

16/11/2013 - 9:26

AUTORE:
Osservatore 3

Credo che più che la parola opinione politica qui si debba usare la parola ottusità.
Come possa un militante con un minimo di intelligenza e di autonomia intellettiva non offuscata dalla passione giudicare positivo il percorso di D'Alema rimane un mistero.
Non la persona, intelligente e arguta, ma i risultati.
E' la nazione progredita per la sua opera politica? I poveracci stanno meglio rispetto al passato dopo la sua opera? Siamo cambiati in meglio dopo 30 anni della sua invadente militanza?
Non credo, solo una passione come quella calcistica può giustificare ancora questo attaccamento ad un rudere che ha fallito e che in questo momento rimane un ostacolo al cambiamento. D'Alema rappresenta il passato, la conservazione e non potendo più spendersi ha mandato avanti il suo palafreniere.

15/11/2013 - 21:48

AUTORE:
CCP

Guardano, ma siccome sono intelligenti non si fanno infinocchiare dai giochini di palazzo cosi il 25% voto M5S e il 35% sta a casa. Un motivo ci sara'. E se il presidente della repubblica prova a formare un altro governo basta dire No grazie preferisco andare al voto. Ma al tuo amico massimo la seggiola piaceva troppo. Purtroppo per lui poi non l'ha nemmeno saputa usare. Saluti

15/11/2013 - 20:06

AUTORE:
Lettore della VdS e di altro attentamente

L'on (a quel tempo) ora non lo è più Massimo D'Alema (con la "D" mauiscola) fu incaricato dal Presidente della Repubblica per formare un nuovo governo quando cadde Prodi per cattivi consigli del suo Ministro della Difesa e...baffino glie lo disse: Romano, fai bene i conti prima di chiedere la fiducia in Parlamento e..la Melandri non andò a dar fiducia a Prodi perchè aveva da allattare il bimbo piccolo e così neppure i due senatori a vita tal Agnelli e Pininfarina che dovevano partire assieme da Torino per Roma ma..il pilota del loro aereo privato ricevette un'ergente telefonata da sua suocera che era soprapparto e quei tre voti mancanti furono la causa del capriolo del risicato governo Prodi.
nb. Berlusconi cadde anni dopo per la mancaza del un solo voto negato da una delle sorelle Carlucci.

Il CCP non è "efferrato" in regolameti Costituzionali vigenti e il popolo Italiano per ora non elegge direttamente il suo Presidente del Consiglio, ma è il Capo dello Stato che da l'incarico a chi ritiene possa ricevere la maggioranza dei voti parlamentari sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica ed il Capo dello Stato prende quella decisione sentiti gli ex Presidenti della Repubblica, i capi dei gruppi parlamentari e se lo ritiene opportuno sente anche i rappresentanti delle forze politiche presenti in Parlamento, le forze sindacali ed i rappresentanti degli industriali ed altre alte personalità e...i Cittadini Come Pochi? guardano! ed al massimo scrivono alla VdS come fanno a decine di cittadini ormai da tempo ed alle volte criticano perchè l'uva è troppo alta, anzi altissima come nel caso della vigna dell'anziano Alfredo Raichlin.

15/11/2013 - 19:17

AUTORE:
CCP

come vede la redazione della Voce del Serchio ha trovato il modo, essendo pro Cuperlo di metterla in bella evidenza. Era qualche anno che non leggevo un suo articolo e adesso penso che ne potranno passare altri ancora.
Comunque per rinfrescare un po le idee a qualcuno che scrive sul forum, gli ricordo che il bravo d'Alema grazie ai giochini di palazzo dopo aver fatto cadere Prodi è diventato presidente del consiglio senza i voti degli Italiani. Quindi poco da insegnare al Renzi il quale non ha accettato nessun incarico nemmeno da Napolitano in quanto l'unico incarico che accetterà sarà quello dei cittadini se lo voteranno. Tanto di cappello . I cittadini o ci piacciano sempre o non ci piacciano mai, non sono a comando.
Saluti

15/11/2013 - 18:19

AUTORE:
Bruno Baglini

...elezioni politiche stavolta come vogliono far credere i pezzi da novanta del suolo patrio e tutte le TV; il loro begnamino Matteo Renzi "ri/perdesse" le elezioni politiche (dopo aver vinto magari le primarie dell'Ascensione a seg. PD) si dimetterà come han fatto i diversi ultimi candidati che volevano mandare a casa il berlusca Lui il Renzi rimarrà segretario del suo partito?

Occhetto dopo due sconfitte si dimise, Rutelli perse con Berlusconi e non si dimise da niente perchè niente era; era solo "piacione" ed i dirigenti coglioni del mio partito lo lanciarono così come un palloncino gonfiato ad elio e ..paffite-sparito dalla circolazione.

D'Alema eletto dalla maggioranza dei parlamentari a Presidente del Consiglio, si dimise dopo aver perso le elezioni Regionali. Berlusconi perse anche lui le Regionali ma..col cavolo che si dimise da Presidente del Consiglio: essendo il più furbo e ricco di tutti noi, lui della sua ditta non ne dice mai male per allontanare gente ed intertessi, non è un coglione come tanti del mio partito che a forza di dire che c'è del brutto nei dirigenti, in tanti sono andati in braccio all'ex comico.

Veltroni che ha inventato il bipolarismo per vincere su Berlusconi, poi perse perchè portò in parlamento i soli Di Pietro ed una brancatina di Radicali e lasciò allo sciaverno alla sua sinistra i comunisti ed intanto i poli son diventati quattro, quindi il bipolarismo non c'è più.

Bersani che ha rinnovato i dirigenti regionali e federali del suo partito al 75% così come i candidati al Parlamento ed aver poi fatto in modo che mai in nessun Parlamento Europeo ci fossero così tante donne come nel gruppo parlamentare PD.

Il PD ha vinto per la prima volta nelle elezioni Regionali Siciliane, nelle Regioni e città che erano governate dagli uomini di Berlusconi: Milano e Roma, la Lombardia ed il Lazio e la maggior parte di Regioni, città e Comuni grandi e piccoli compreso Lucca.
Poi non riuscendo a fare il governo promesso "Italia bene comune" insieme a SEL, si è dimesso da segretario PD dopo aver cercato una desistenza per formare un governo di minoranza perchè al Senato della Repubblica, causa la legge porcata Calderoli il premio di maggioranza come alla Camera non era possibile.

Aggiungo una mia e di molti impressione: come si era trovato il modo di eleggere il Presidente del Senato Grasso con i voti aggiuntivi di m5s Bersani poteva tentare di fare altrettanto per la formazione di un governo se Matteo Renzi si dichiarava disponibile a fare il vice presidente del Consiglio; invece in quei giorni dichiarò all'Espresso: io sono pronto a fare un governo di larghe intese con chi ci stà ed il PDL di Berlusconi è l'unico che da un mese dice di si, invece il Segretario del mio partito è li in ginocchio davanti all'm5s che dice no e no!

Giorni confusi per la nostra Italia furono in quel tempo. C'era un governo tecnico in carica che con le solite alchimie poteva rimanere ancora, c'èra il Presidente della Repubblica in semestre bianco, c'era il segretario del maggior partito Italiano incaricato di formare il governo che era rinunciatario in un verso e dimissionario nell'altro e...dopo la ri/elezione di Napolitano a Presidente della Repubblica, il Presidente usò i suoi poteri conferiti dalle leggi Italiane; sentiti tutti come prassi poi dette l'incarico di formare il nuovo governo della Repubblica ad "uno di San Giuliano Terme" e non al Sindaco di Firenze che si rese disponibile per un governo di larghe intese ma Napolitano scelse Letta anche se non era "aspirante" come il Renzi
Questo ho visto ed inteso; mentre nella vicina Germania la non vincente Merkel (come il non vincente Bersani) non ha faticato molto a fare un governo con i socialdemocratici, ma loro non hanno miliardari padroni dei partiti e "Grilli" per la testa, li amano il loro popolo; noi si gioca a cuccarelli con lo spiare il Ministro Cancellieri ed il Governatore Vendola.

15/11/2013 - 16:32

AUTORE:
Osservatore 3

La difficoltà e l'ostilità al cambiamneto la si può notare anche in questo giornale.
Da ogni parte ci sono spunti e articoli che per la scelta di un certo segretario del PD.
Chi, come il buon Reichlin, dice sagge parole sulla situazione non è in grado di valutare che anche lui ha fallito nell'impresa di un cambiamento. Oppure vuole dire che il progresso del partito parte da oggi in poi?
Il partito rimane una importante forza politica solo perchè ci sono i militanti che ci credono, non certo per un vertice che ha sempre fallito. E, peggio, sta cercando in ogni modo di continuare sulla stessa strada di molte parole e pochi fatti.
Quando ci decideremo a realizzare quella equità economica, fiscale e sociale che sentiamo invocare da un trentennio dai vari D'Alema Bersani Franceschini Veltroni. Dove è finito il firmatissimo Minniti, dove quello del pizzino in TV? Perchè non abbiamo fatto pagare le tasse dei videopoker?
Reichlin ripondici tu.