Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Spezzoni
Di questa partita mi ricordo solo alcune cose, che qui elenco:
La schiacciata con tonno e uova, la spremuta di arance, la pasta di cioccolato e il macchiato con cui ho pranzato al bar Salsedo, mentre aspettavo l’ingegner Fusarpoli.
L’arrivo allo stadio alle 13.55, addirittura prima dell’inizio del riscaldamento.
Il cielo azzurro e il sole che picchiava.
Il riscaldamento e i capelli biondi di Giovinco.
L’abbraccio tra Favasuli e Cuoghi.
L’arrivo degli Alessandri mentre si alza un po’ di vento.
La scritta “vecchia guardia” nella zona vuota della curva.
L’inizio, con la nostra improvvisatissima difesa in difficoltà.
L’eroico Mingazzini in un ruolo che non è per nulla il suo.
Il batti e ribatti confuso e inesorabile a metà campo.
Il loro dieci, lento e fermo, ma con tante buone idee nel passar la palla (l’avessimo noi uno così).
Il sole sempre a picco sul campo.
Un tentativo di Giovinco di sfracellarsi contro un cartellone pubblicitario per recuperare una palla impossibile (forse la migliore giocata della sua partita).
Una grandissima parata del nostro portiere proprio alla fine del primo tempo.
Il commento del dottor Del Carratore nell’intervallo: “Bisogna cambiare qualcosa. –Sì, ma cosa?- Qualcosa”.
La scritta “Guardie di Pisa” sull’ormai polveroso schermo elettronico dell’era venturiana.
Una steward con i capelli castani che guardava dal campo la gradinata con un’espressione di totale distacco.
Il tramonto più che struggente sul duomo.
Un cormorano (o un’anatra?) che sorvola lo stadio sopra la curva nord.
La buona e gagliarda prestazione dei nostri due giovani terzini, Simoncini e Lucarelli.
L’urlo liberatorio al goal di Arma, annullato –ahimè- per fuorigioco.
L’incredibile occasione buttata da Martella all’ultimo secondo dell’ultimo minuto della partita.
Un gigantesco stormo di storni appollaiati su una gru vicino alla piazzetta della COOP in via di Gagno.
Una garzetta bianca ferma sulla strada (giuro!) in via di Campolongo.
Il vento che imperversa a Calci vicino a casa mia.
I biscotti Speculatius che mangio una volta tornato a casa.
Il bimbo Guido Pierotti che arriva mentre scrivo queste scemenze e dice: “ora devo colorare, poi giochiamo a palla”.
Fine.