Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Sono le 23 di domenica sera e sono ancora in alto mare...Madamadorè questa settimana pare senza pensieri, che non vuol dire spensierata.
Non è facile trovare le parole e gli argomenti. Non è facile provare a non essere superficiali, a non scrivere per scrivere.
Gli argomenti ci sono eccome se ci sono, è che sono ingarbugliati nella mia testa. Perchè per pensare e scrivere ci vuole agio, tempo e ispirazione, che è anche un po' magia, e a volte non ce l'hai.
Vorrei parlare delle ragazzine che sono state protagoniste della cronaca di questi giorni, ma lo sono state talmente tanto che meriterebbero silenzio e riservatezza, per il loro bene, per la loro possibile e auspicabile “guarigione” da queste ferite enormi che la loro anima ha ricevuto. Una vicenda buttata senza nessun ritegno sotto i riflettori e poco riflettuta nelle sedi e dai soggetti adeguati. Una vicenda che lascia molti lati in ombra, gli sfruttatori, i padri...uomini con i loro silenzi, uomini che sfuggono alle loro responsabilità. Uomini che devono prima o poi affrontare la questione maschile, perchè di questo si tratta.Vorrei parlare della questione maschile, ma vorrei parlare anche delle donne e delle relazioni, dell'attenzione che la politica riserva a uomini e donne, alle relazioni.Giro qua e là, leggo, ascolto qualche intervista e poi decido che si può cominciare da qui, dal blog di Lorella Zanardo, da questa iniziativa illustrata in settimana anche sul quotidiano Repubblica e lancio una proposta: facciamo anche noi a Vecchiano qualcosa in questo giorno, mettiamo dei nastri rossi attaccati ai cancelli delle nostre case, facciamo qualcosa in piazza, intrecciamo con dei fili rossi le piazze dei nostri paesi, facciamo qualcosa...
LO SCIOPERO delle DONNE, se fatto bene, CAMBIEREBBE il PAESE in modo DEFINITIVO.
Le donne smettono di rappresentare il welfare.
Grandi invalidi lasciati soli, senza cambiare i pannoloni e senza prendersene cura. Asili affollati di bambini alle 8 di sera e nessuna nonna che è corsa a prenderli. Adolescenti affamati a frugare frigoriferi. Supermercati pieni senza le donne a comperare. Anziani stesi a letto e nessuno che li solleva, pavimenti sporchi, lavatrici da fare, polvere ovunque. Potrei continuare. Lavoro con pazienza e molta fatica sull'INNALZAMENTO del LIVELLO di CONSAPEVOLEZZA delle DONNE perché le donne NON VOGLIONO SCIOPERARE, non la maggioranza intendo. E perchè? "Eh Zanardo" mi dice una donna matura ad un dibattito " lei dice cose belle ma come si fa? cosa faccio? non do da mangiare a mio marito?" sorride " poi lo sente, quello".
Sono buone le donne italiane? forse. Ma non è per questo che non scioperano.
E' per il terribile devastante continuo BISOGNO di APPROVAZIONE MASCHILE.
Noi non sappiamo dire di NO.
Non riusciamo a dire NO alla nostra famiglia senza sentirci in colpa.
Su questo bisogna lavorare. E mi chiedo perchè il movimento femminista non inizi un lavoro capillare: in giro ci sono sempre le solite donne che la sanno lunga. Ma le altre, quelle che non sanno dire di no, sono la maggioranza e il femminismo non sanno nemmeno cos'è.
"Se mi guardo attorno non vedo e, soprattutto, non sento niente. Silenzio. Da parte del governo e delle istituzioni, non un atto concreto, un cambiamento...agghiacciante situazione".
Poche righe e una sintesi che fa saltare sulla sedia per efficacia ed immediatezza. Ce le ha scritte Elisabetta, da Parma, fotografando perfettamente lo spirito con il quale, ormai cinque mesi fa, abbiamo lanciato lo Sciopero. Ma lei questa mail ce l'ha scritta ieri mattina. E questo significa, drammaticamente, che tra ieri e cinque mesi fa non è cambiato assolutamente nulla.
Violeta, 48 anni, uccisa a colpi di sedia e gettata in un campo dal marito a Vallo della Lucania (Salerno); Francesca, 55 anni, misteriosamente scomparsa dalla sua villa a Follonica, il cui custode è in carcere perché sospettato di averla ammazzata; Irina, 47 anni, uccisa dal suo compagno e gettata in una scarpata a Porto Ercole.
Storie di queste giorni, le solite, perché nulla muta in questo paese ingabbiato nella morsa della crisi e della legge di stabilità, della politica da salotto e del vouyerismo televisivo, dei vuoti proclami e delle inutili leggi contro il femminicidio. In cui tutto conta, meno che i nostri diritti. Per questo lo Sciopero, e una nazione intera che si sarebbe dovuta fermare perché le donne, reale motore di tutta l'economia, sommersa e dichiarata, hanno deciso che è ora di dire basta.
Non è andata propriamente così perché la parola Sciopero crea scompiglio, agita le poltrone, smuove le città. Ma nel frattempo, dal basso, è nato un movimento capillare e solido, noi siamo state solo il tramite, l'idea, la proposta. E ora questo movimento cammina veloce, da Sud a Nord, nessuna legge, nessuna volontà, nessun proclama potrà fermarlo.
Quello che vi chiediamo in questi ultimissimi giorni prima del 25 novembre, è di pubblicizzare e coinvolgere al massimo tutt@ coloro che vi stanno intorno, nella vostra famiglia e tra i parenti, nei condomini, nei caseggiati, tra i negozianti, sul metrò. Portatevi dietro sempre qualche volantino (lo trovate da scaricare sul sito, in homepage, www.scioperodelledonne.it) da lasciare in visione sul luogo di lavoro, in giro per la città, al supermercato. A Bologna, pensate, sugli scontrini emessi quel giorno in diversi Ipercoop e supermercati, sarà indicato in calce la dicitura "25 novembre Giornata mondiale contro la Violenza maschile sulle donne". Non è una trovata geniale?Qualcun'altra suggerisce, a chi lavora in aziende private e pubbliche, di far pubblicare l'iniziativa sullo Sciopero sulla intranet aziendale, tramite i sindacati o se ci sono, tramite i comitati Pari Opportunità. E pensiamo ai comuni, alle regioni, alle scuole, alle associazioni. Oltre, ovviamente, ad affiggere nelle bacheche di ogni dove. Per dire che tutto, tutto può servire per cambiare, e per sensibilizzare sull'assurdità di questa pratica/comportamento/cultura.
E noi che facciamo?
http://www.scioperodelledonne.it