Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Fotografia incontra Democrazia e nasce Fotocrazia.
Padrini e madrine di questo battesimo saranno i lettori della Voce che sono invitati, democraticamente, a mostrare, fotograficamente, il loro modo di interpretare il territorio nel quale vivono.
Dopo il successone del gioco dei “perché si ama” che ha acceso la vena letteraria di molti scrittori e che avrà un importante seguito con un concorso incentrato a “come si vede”, mi rivolgo a coloro che non parteciperanno alla gara, ma che avrebbero voglia di dire qualcosa con uno scatto.
È già da molto tempo che chiedo siano inviate foto da intercalare a queste che appaiono ogni due giorni e mi piacerebbe poter avere collaboratori.
Potremmo avere una settimana ciascuno: la prima 4 vostre poi 3 mie o alternando 1 e 1, fate voi che poi faccio io.
Potremmo cominciare dal 1° dicembre e potreste, anzi sarebbe necessario, anche inserire un raccontino, una poesia oppure iniziare una raccolta di haiku come quelli di Marilena, legati al territorio, insomma un qualcosa che ci distolga, per un attimo, dall’insopportabilità delle banalità per controbattere a coloro che pensano siano queste le “banalità”.
Ho sempre pensato che avere una macchina fotografica S.S (super sensibile) non conta niente per fare foto e condenso il tutto in una di quelle “pillole” giapponesi:
La foto haiku
Occhio alla scena,
mente al colore:
è l’anima che scatta.
A presto sentirci per vederci
p.s ricordati Carletto: 5, 7, 5 oppure 7, 5, 5 o anche 5, 5, 7.