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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

. . . uno sul web, ora, che vaneggia che la sua .....
. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
. . . mia nonna aveva le ruote era un carretto. La .....
. . . la merda dello stallatico più la giri più puzza. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
none_o
di Nichi Vendola
Presidente di SEL

Sull'Ilva tentano di uccidermi ma non mi rassegno

19/11/2013 - 10:07


Sull'Ilva tentano di uccidermi ma non mi rassegnoNichi VendolaPresidente di Sinistra Ecologia Liberta' Nel mondo dei processi di piazza non c'è spazio per la trattativa con il nemico. Per il nemico c'è solo la morte. Fortuna che ogni giorno c'è un nemico da umiliare. Magari usando una conversazione intercettata, montata in modo suggestivo.

Affronterò questa umiliazione con il coraggio della verità, anche perché sento il dovere di spiegare che 'governare' significa mettere in equilibrio interessi rilevanti che qualche volta si contrappongono e tendono ad escludersi.

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Parte seconda;

Non mi sono sottratto alle domande dei giornalisti, anche su questioni che sono oggetto di apprezzamento da parte dell'autorità giudiziaria. Penso rientri nel mio dovere di uomo pubblico.
Ma in queste ore sto subendo il tentativo, bene orchestrato, di far slittare la vicenda Ilva in un processo di piazza, un processo senza prove, senza dibattimento e con una sceneggiatura già scritta. Questo processo non dà conto del fatto che per anni abbiamo combattuto in solitudine la battaglia dell'Ilva.
Una battaglia difficilissima perché il gigante doveva venire a patti, ma non doveva morire, perché morendo avrebbe cancellato ventimila posti di lavoro. Certo Riva era disabituato a ricevere dalla politica e dalle istituzioni qualsivoglia fastidio: solo bisbigli ma nessuna contestazione che toccasse il cuore del problema.
Tutti discreti, quasi muti. Noi abbiamo rotto il silenzio. Taranto entra ufficialmente nell'albo dei siti nazionali di inquinamento industriale nel 1990: nessuno si è mai chiesto perché nessuna autorità avesse mai collocato a Taranto una sola centralina che monitorasse gli inquinanti sputati dalla bocca del siderurgico?
Quei monitoraggi li facciamo noi. Raccogliamo i dati sull'inquinamento, che nessuno, sottolineo nessuno, aveva voluto certificare fino ad allora. Da quelle evidenze prendiamo le mosse per scrivere le leggi anti-inquinamento che tutt'oggi rappresentano la punta più avanzata della legislazione ambientale del Paese.
Peraltro, nessuno degli improvvisati giudici di piazza si pone la fatidica domanda: cosa avrebbe fatto lui al posto mio? Avrebbe sollevato le piazze per chiudere la fabbrica? Mi chiedo perché non l'ha fatto allora. Io invece rivendico di averci pensato e di aver deciso di non farlo. Perché sono stato eletto per migliorare la vita della mia comunità.
E la vita dei tarantini e dei pugliesi, non sarebbe migliorata chiudendo la fabbrica e cacciando nella disperazione ventimila famiglie. Sarebbe migliorata solo costringendo la fabbrica a diventare moderna. E questo - per me che non avevo i poteri della legge marziale o dell'esproprio proletario - passava attraverso la trattativa. Anche con chi consideravo il nemico.
Questo dovrò e vorrò chiarire ai giudici. Cui spetta di fare ogni domanda ed ai quali va dato atto di essere stati gli unici a rompere - credo definitivamente - la solitudine di cui parlavo.
Ma nel mondo dei processi di piazza, invece non c'è spazio per la trattativa con il nemico. Per il nemico c'è solo la morte. Fortuna che ogni giorno c'è un nemico da umiliare. Magari usando una conversazione intercettata, montata in modo suggestivo, commentata da una musica che fa il suo effetto, decontestualizzata e quindi usata come prova di colpevolezza.
La colpa di avere colloquiato con chi rappresenta la mia controparte: non che il mio interlocutore mi abbia donato denari e gioielli, non che io sia stato corrotto dai Riva, non che abbia volato sul loro aereo privato e che abbia partecipato alle loro feste: ma solo che io abbia cercato un dialogo con Ilva, senza mai, dico mai, fare il benché minimo sconto ai Riva. Chiedo: da una rottura con quella proprietà sarebbero giunti benefici per la fabbrica e la città, o solo la continuazione di un copione livido e cattivo? Ma qui non conta né l'Ilva né Taranto: conta la preda da sbranare, con i denti aguzzi del "sono tutti uguali" (anche se non è vero che siamo tutti uguali: chi non ha fatto nulla per il siderurgico è libero dal peccato, chi ha fatto tutto ciò che poteva è sotto accusa!).
Affronterò questa umiliazione con il coraggio della verità, anche perché sento il dovere di spiegare che 'governare' significa mettere in equilibrio interessi rilevanti, che qualche volta si contrappongono e tendono ad escludersi. Altrimenti dovrei arrendermi all'idea che si può governare cliccando il tasto 'Mi Piace'.
P.S. Invece, non mi arrendo a ciò che mi è successo ieri.Mentre col mio compagno cercavo di raggiungere la mia famiglia per il pranzo domenicale, chiuso a tenaglia all'interno della mia auto, sono stato assediato da una troupe di "Striscia la notizia". Non mi sono sottratto neppure in questo caso alle domande. Ma credo che la violazione dello spazio privato della vita di ognuno sia un fatto sempre grave, credo che la speculazione e il sensazionalismo siano davvero il simbolo di una giustizia sommaria che divora tutto: la verità, la logica, la biografia delle persone. Tante volte abbiamo registrato, nel corso di questi anni, il progressivo imbarbarimento della vita pubblica in Italia. Spero che non ci si rassegni a questa deriva. Io non mi rassegno.

Fonte: huffington post
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19/11/2013 - 17:08

AUTORE:
Nichi

La questione ILVA è molto complessa. Siccome le campane vanno sentite tutte, date un'occhiata http://www.nichivendola.it/
e vedete cosa ha fatto Vendola da quando è governatore della puglia sul tema ILVA.
Prima il problema ILVA non era nemmeno affrontato.
Certo, forse è più facile chiudere tutto, mandare a casa i lavoratori...
ma chi amministra deve sempre cercare la soluzione migliore anche quando è quella più difficile e complessa.

19/11/2013 - 15:57

AUTORE:
P.G_

Questa "caduta di stile" non fa cambiare la mia opinione su Nichi Vendola.
Basterebbe paragonarlo a tutti quelli che lo hanno preceduto alla guida della sua Regione, cambiata molto sotto la sua guida tanto da far pensare che un Sud diverso possa essere possibile.
Lo stimavo prima e continuo a stimarlo nonostante questa vicenda che è divenuta importante forse solo per la grandezza del personaggio e dell'uomo.

19/11/2013 - 12:57

AUTORE:
Redattore occasionale

L'intervento ricopiato dai giornali di Alfredo Raiclin era ormai passato come argomento e come tempo di esposizione sul giornale e dibattuto a sufficieza, vuol dire che non era argomento preso a caso con le pinze da altri giornali per riempre la pagina "L'Intervento" mancando interventi "autoctoni" di più facile comprensione e vicinanza al "Serchio".

Il "redattore occasionale" poi ha controllato se la risposta di Vitanna Convertini fosse stata copiata su "huffington post" ed inviata alla VdS fra la trentina di risposte che ha avuto Niki Vendola su quel giornale; quella non c'èra oppure non l'ho notata.

....per l'opinione del redattore occasionale per questa volta nisba!
...e proverà dopo desinà se ne avrà tempo e voglia a fare "il questore" ma...sento già che ritornerà a far pioppini sul Fiumaccio o finferli nel quadrato dei Pini Boni.
salute
bb

19/11/2013 - 12:07

AUTORE:
Cittadino 2

Bella e condivisibile la lettera ma non credo che la giovane abbia scritto alla VdS.
Chi l'ha messa ha volutamente voluto esprimere un giudizio negativo sulla vicenda.
Giudizio che in parte condivido ma avrei preferito che il redattore avesse messo una propria opinione.
Così come confezionato non credo sia obbiettivo e non mi piace.

19/11/2013 - 11:15

AUTORE:
Vitanna Convertini

Caro Nichi,
perché per nome ci siamo chiamati per tanto tempo. Ero una ragazzina, una giovane comunista quando feci il mio primo comizio proprio con te, ero ancora molto giovane quando per dignità decisi di lasciare un posto precario, che pur mi aveva dato tanto, perché volevo continuare il progetto di quello che era il nostro partito e nel farlo “non ero più di vostra fiducia”. Ora sono diventata una donna e mi sono ammalata, caro Nichi continuo a conservare quella dignità di un tempo proprio per questo le tue risate di oggi mi hanno ferita. E non parlo della mia malattia, io per fortuna, grazie alla scienza e alla ricerca vincerò questa battaglia, ma l’essere malata mi ha permesso e continua a permettermi una posizione differente da cui osservare i danni che la politica ha fatto e continua a fare. Le sale d’attesa sono diventate un luogo dove osservare non solo le sofferenza di chi non ce la farà come me ma soprattutto le inefficienze della politica, eppure credo ancora in essa! Oggi però quelle risate continuano a riecheggiare nella mia coscienza, lo so anche io che non c’è alcuna rilevanza penale, ma siamo cresciuti con la stessa scuola, dall’università al partito, ed entrambi sappiamo che la rilevanza politica è notevole.

Il passaggio che ferisce come una lama ben affilata è quella in cui definisci la faccia del giornalista, che legittimante pone una domanda sui tumori al sig. Riva, come quella di un provocatore. Tu che “le battaglie per la difesa della vita e della salute le hai fatte” sai bene quale è la differenza tra un prepotente che difende il proprio padrone ed un provocatore. Quelle risate fanno male ai malati, è vero, non ridevi di noi, ma fanno male ugualmente e fanno male di più a me e a quelli come me che credono ancora nella politica, quelle risate ci pongono di fronte all’amara realtà che è più facile apprezzare lo scatto felino di chi sfugge dalla realtà che non di chi la affronta.

Quelle risate fanno male a chi crede ancora che è normale che un presidente di regione parli con i rappresentanti della fabbrica più grande della propria terra per capire come unire il diritto alla salute con quello al lavoro, che ritiene normale che i due poteri si sentano e si incontrino, la politica è anche questo, ma che ritiene, senza ombra di dubbio, che non sia normale apparire servili ad esso.

Sicuramente sai già che Taranto conta solo 9 medici al reparto di ematologia dell’ospedale “Giuseppe Moscati” e 2 al Santissima Annunziata, solo 10 medici nel reparto di oncologia al “Moscati” a fronte di 8916 con codice asl 048, attribuito a persone con patologie neoplastiche maligne, questa realtà non fa ridere. Noi non abbiamo scatti felini, fanno male le ossa e per questo sicuramente non facciamo ridere, ma non voglio neanche pietà, mi piacerebbe solo che mi accompagnassi quando tra un po’ mi aspireranno di nuovo il midollo, forse sentirti ridere allevierà il dolore perché anche un malato vuole sentir ridere, ma in modo diverso da quello ascoltato oggi.