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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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L'Attesa

4/12/2013 - 8:48

 

Poema paradisiaco -Epilogo


O Giovinezza, ahi me, la tua corona
su la mia fronte già quasi è sfiorita.
Premere sento il peso della vita,
che fu si lieve, su la fronte prona.
Ma l'anima nel cor si fa più buona,
come il frutto maturo. Umile e ardita,
sa piegarsi e resistere; ferita,
non geme; assai comprende, assai perdona.
Dileguan le tue ultime aurore,
O Giovinezza; tacciono le rive
poi che il torrente vortice dispare.
Odo altro suono, vedo altro bagliore.
Vedo in occhi fraterni ardere vive
lacrime, odo fraterni petti ansare.


Così pensava alla “decadenza “ Gabriele D'Annunzio nel 1893, alla giovane età di 30 anni, e lo faceva in un modo tutto suo particolare, tragico, ampolloso, distorto, ma grande alla pari di tutte le sue opere.
Negli anni in cui il Vate scriveva questi versi nasceva Giuseppe Ungaretti, colui che con il suo “ermetismo” avrebbe stravolto il modo di poetare dell’epoca.


 Silenzio stellato


E gli alberi e la notte
Non si muovono più
Se non da nidi.


Noi, ora che siamo esperti  di quel concentrato giapponese di poesia, l’haiku, ne riconosciamo una somiglianza incredibile: 7, 5, 5 e andremo avanti con i nostri tentativi felici di avere un capostipite italiano anziché  dell’estremo oriente.
Ops, Ungaretti è nato ad Alessandria d’Egitto, ma il fatto che abbia cantato il Serchio lo fa entrare di diritto tra la “gente nostra campagnola”.

 

Io il peso della vita lo vedo così:


Dolce vecchiaia,
da digerire dura…
come la pizza.
 

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