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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

. . . mondo è paese. Ieri Marine Le Pen è stata .....
Volevo farlo poi però ho pensato che era meglio piantare .....
Vai a seminar patate così per la festa di maggio c'hai .....
Ci dicono che Putin e la Russia vogliono invadere l'Europa. .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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L'Attesa

4/12/2013 - 8:48

 

Poema paradisiaco -Epilogo


O Giovinezza, ahi me, la tua corona
su la mia fronte già quasi è sfiorita.
Premere sento il peso della vita,
che fu si lieve, su la fronte prona.
Ma l'anima nel cor si fa più buona,
come il frutto maturo. Umile e ardita,
sa piegarsi e resistere; ferita,
non geme; assai comprende, assai perdona.
Dileguan le tue ultime aurore,
O Giovinezza; tacciono le rive
poi che il torrente vortice dispare.
Odo altro suono, vedo altro bagliore.
Vedo in occhi fraterni ardere vive
lacrime, odo fraterni petti ansare.


Così pensava alla “decadenza “ Gabriele D'Annunzio nel 1893, alla giovane età di 30 anni, e lo faceva in un modo tutto suo particolare, tragico, ampolloso, distorto, ma grande alla pari di tutte le sue opere.
Negli anni in cui il Vate scriveva questi versi nasceva Giuseppe Ungaretti, colui che con il suo “ermetismo” avrebbe stravolto il modo di poetare dell’epoca.


 Silenzio stellato


E gli alberi e la notte
Non si muovono più
Se non da nidi.


Noi, ora che siamo esperti  di quel concentrato giapponese di poesia, l’haiku, ne riconosciamo una somiglianza incredibile: 7, 5, 5 e andremo avanti con i nostri tentativi felici di avere un capostipite italiano anziché  dell’estremo oriente.
Ops, Ungaretti è nato ad Alessandria d’Egitto, ma il fatto che abbia cantato il Serchio lo fa entrare di diritto tra la “gente nostra campagnola”.

 

Io il peso della vita lo vedo così:


Dolce vecchiaia,
da digerire dura…
come la pizza.
 

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