Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose.
Tutte le volte che devo spiegare Leopardi ai ragazzi, peggio se fanno la terza media e devono preparasi all’esame, provo un certo imbarazzo per il timore di non averlo bene compreso io e di rovinare per sempre il loro incontro con il geniale Giacomino.
Sapete come succede, vi prende un certo spavento, rileggete i vecchi libri come quello di Pietro Citati intitolato semplicemente: LEOPARDI.
Alla fine mi è venuto in mente di cominciare a parlare della sua infanzia, “quel benedetto e beato tempo in cui sognava la felicità”. Ma attorno ai sedici anni successe qualcosa che tolse la felicità a Leopardi. Non si rovinò “per sette anni di studio matto e disperatissimo”. Fu preso dalla tubercolosi ossea o “morbo di Pott” che lo fece diventare “deforme”. Scrive Citati: “Il suo corpo cominciò a non crescere più: la statura si fermò a 1 metro e 41 centimetri”. Così ho scoperto che ai ragazzi interessano molto questi aspetti così importanti della sua vita.
Poi ho letto ai miei bravi studenti L’infinito, scritto nel 1819, probabilmente in autunno, dove non c’è la minima traccia di dolore, ma un grande lavoro di immaginazione. Con la mente Leopardi riesce a creare l’idea di infinito.
Poi ho letto A Silvia e ho detto del soggiorno benefico di Leopardi a Pisa, dal 7 novembre 1827 al giugno 1828. Rimase "incantato" per quel "misto di città grande e città piccola", mangiava con appettito e così riuscì a star meglio della sua depressione, e rinacque. Ho rammentato la lapide che lo ricorda sulla facciata di palazzo Soderini in via Leopardi e, cinquanta metri dopo, in via Capponi, c'è ancora un'antica scritta, fatta a mano con la tinta nera: SILVIA TI AMO.
Sapete che il discorso su Leopardi è lungo e c’è il rischio di essere noiosi e superficiali e vi confesso che sono un po’ spaventato dall’idea di preparare un compito scritto per studenti di tredici o quattordici anni su queste mie discussioncine con loro.
Per fortuna Citati dedica un intero capitolo delle quattrocento e passa pagine del suo libro alla luna, “regina dei sogni” e “viaggiatrice”, “quiete e limpidezza”, “eterna peregrina”. Ieri sera ho guardato la luna crescente verso la foce del Serchio. Be’ a questo punto, anche a nome di Giacomo Leopardi, se posso e molto umilmente, vi regalo questa luna madrilena che mi ha inviato mia figlia Laura dal suo viaggetto iberico.