Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Tutte le volte che devo spiegare Leopardi ai ragazzi, peggio se fanno la terza media e devono preparasi all’esame, provo un certo imbarazzo per il timore di non averlo bene compreso io e di rovinare per sempre il loro incontro con il geniale Giacomino.
Sapete come succede, vi prende un certo spavento, rileggete i vecchi libri come quello di Pietro Citati intitolato semplicemente: LEOPARDI.
Alla fine mi è venuto in mente di cominciare a parlare della sua infanzia, “quel benedetto e beato tempo in cui sognava la felicità”. Ma attorno ai sedici anni successe qualcosa che tolse la felicità a Leopardi. Non si rovinò “per sette anni di studio matto e disperatissimo”. Fu preso dalla tubercolosi ossea o “morbo di Pott” che lo fece diventare “deforme”. Scrive Citati: “Il suo corpo cominciò a non crescere più: la statura si fermò a 1 metro e 41 centimetri”. Così ho scoperto che ai ragazzi interessano molto questi aspetti così importanti della sua vita.
Poi ho letto ai miei bravi studenti L’infinito, scritto nel 1819, probabilmente in autunno, dove non c’è la minima traccia di dolore, ma un grande lavoro di immaginazione. Con la mente Leopardi riesce a creare l’idea di infinito.
Poi ho letto A Silvia e ho detto del soggiorno benefico di Leopardi a Pisa, dal 7 novembre 1827 al giugno 1828. Rimase "incantato" per quel "misto di città grande e città piccola", mangiava con appettito e così riuscì a star meglio della sua depressione, e rinacque. Ho rammentato la lapide che lo ricorda sulla facciata di palazzo Soderini in via Leopardi e, cinquanta metri dopo, in via Capponi, c'è ancora un'antica scritta, fatta a mano con la tinta nera: SILVIA TI AMO.
Sapete che il discorso su Leopardi è lungo e c’è il rischio di essere noiosi e superficiali e vi confesso che sono un po’ spaventato dall’idea di preparare un compito scritto per studenti di tredici o quattordici anni su queste mie discussioncine con loro.
Per fortuna Citati dedica un intero capitolo delle quattrocento e passa pagine del suo libro alla luna, “regina dei sogni” e “viaggiatrice”, “quiete e limpidezza”, “eterna peregrina”. Ieri sera ho guardato la luna crescente verso la foce del Serchio. Be’ a questo punto, anche a nome di Giacomo Leopardi, se posso e molto umilmente, vi regalo questa luna madrilena che mi ha inviato mia figlia Laura dal suo viaggetto iberico.