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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

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per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Molina di Quosa, 8 luglio
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Casciana Terme Lari-Pontedera, 12 luglio-3 agosto
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San Giuliano Terme, 30 giugno
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Alzarmi prestissimo al mattino
è un'adorabile scoperta senile
esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
TACCUINO INTERNAZIONALE
di Andrea Vento
Il 15 dicembre in Cile si vota per il secondo turno delle presidenziali

13/12/2013 - 16:23

Liberarsi dell'eredità di Pinochet 
 
Come era nelle previsioni, Michelle Bachelet, candidata dell'inedita coalizione centro-sinistra, Nueva Mayoria, ha vinto nettamente il primo turno delle presidenziali col 46,67% dei voti, staccando nettamente l'esponente della destra Evelyn Matthei, che ha superato di poco il 25%. Le due candidate si affronteranno al secondo turno il 15 dicembre ma la ex presidente socialista sembra nettamente favorita.
 
La Bachelet una volta eletta dovrà affrontare le tre principali questioni emerse dal dibattito elettorale e tentare di rimuovere in modo irreversibile l'eredità economico-sociale e politico-istituzionale lasciata da Pinochet. In primis la riforma dell'istruzione, richiesta principale dei movimenti studenteschi che da anni ne reclamano una di qualità e accessibile a tutti. Il secondo punto è la riforma tributaria, partendo dall'aumento dell'imposizione fiscale sulle imprese che, in quattro anni, dovrebbe passare dal 20 al 25%. Infine, il varo di una nuova Costituzione che si lasci alle spalle quella introdotta da Pinochet nel 1980 e il superamento della legge elettorale binominale.
 
Il paese, benché piegato da 40 anni di politiche neoliberiste, sembra essersi svegliato. I risultati delle legislative, svolte anch'esse il 17 novembre, hanno consegnato un'ampia maggioranza alla Camera a Nueva Mayoria che, col 56,6% dei voti, ottiene 67 dei 120 deputati, fermandosi a 13 seggi dal quorum per la modifica costituzionale. Fra le otto formazioni politiche che compongono Nueva Mayoria spicca a sinistra il consenso ottenuto dal Partito Comunista Cileno che ha ottenuto un lusinghiero 6% eleggendo alla Camera 6 deputati, fra i quali la ex leader del movimento studentesco Camilla Vallejo che ha dichiarato di voler portare in parlamento la voce della piazza. Insieme ad altri giovani usciti dalle lotte e ai partiti di sinistra in cui sono stati eletti incalzeranno il governo anche su diritti e retribuzioni dei lavoratori, su sanità pubblica e sistema pensionistico. Priorità inderogabili in un paese profondamente segnato da un welfare ridotto ai minimi termini e con gli squilibri socio-economici più accentuati dell'intero subcontinente. Viene richiesta a gran voce anche la regolamentazione del mercato del lavoro: è ormai inaccettabile che solo l'8% dei dipendenti abbia un contratto collettivo di lavoro e il 50% dei salariati guadagnino meno di 380 € al mese.
 
Sono state dibattute a lungo anche le questioni legate all'economia, sia in relazione all'abbandono delle politiche neoliberiste causa di privatizzazioni e di dipendenza dai capitali esteri che al modello di sviluppo. L'estrattivismo cileno ha ormai mostrato tutti i suoi limiti e la forte dipendenza dal rame, che determina il 50% dell'export, il 25% del Pil e il 14% delle entrate statali, espone l'economia e le politiche sociali alle fluttuazioni delle sue quotazioni. Il trentennio di sostenuta crescita economica prodotto dal neoliberismo ha determinato in Cile il Pil procapite più elevato dell'area, ma la mancanza di adeguate politiche redistributive hanno lasciato inalterati gli squilibri interni, seppur sia diminuita la percentuale di persone in stato di povertà. Iniquità divenute insostenibili e sul cui superamento la Bachelet si gioca il futuro politico.
 
Il risultato delle elezioni produrrà inevitabili riflessi anche a livello geopolitico: il Cile prenderà le distanze dall'Alleanza del Pacifico (Ap) sotto l'egida statunitense o imboccherà la strada dell'integrazione regionale? La Bachelet, ha dichiarato di non essere attratta dal "Socialismo del XXI" lanciato da Chavez tramite l'Alba. Ad oggi risulta difficile prevedere il futuro assetto geopolitico cileno che, secondo alcuni analisti, marcherà le distanze da Washington a vantaggio di un avvicinamento al Mercosur.
 
La matassa delle relazioni internazionali cilene sembra ingarbugliarsi ulteriormente allargando lo sguardo all'altra sponda del pacifico dove la Cina, primo partner commerciale del Cile, non starà certo a guardare di fronte al progetto statunitense del Partenariato Trans Pacifico che mira a creare un'area di libero scambio fra le due sponde dell'oceano, tenendo fuori proprio il "gigante asiatico. La Bachelet dovrà disbrigarsi in questo complesso quadro internazionale trovando in autonomia un difficile equilibrio fra Usa, Cina e integrazione sudamericana.
 
Andrea Vento insegna Geografia economica all'Itc Pacinotti di Pisa

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