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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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di Ezio di Nisitte

La televisione: era il millenovecen...

16/12/2013 - 16:49


      Storie ed altre storie sentite e riraccontate per chi un le sapeva. 

 

Era il millenovecentosettantaquattro, guasi 40 anni fa, quando la mi mollie brontolò perché tutte le sere ‘ndavo al barre; òra dovete sapè che Vecchiano gliera un paese concentrato su barri, pensate che c’èra: Adamo della Riesa ,davanti all'olimpia, la pergola, e ‘omunisti (che èrino davanti ar comune), i repubbriani, i socialisti di fianco ar campanile, il bar de Bardacci (in via del giardino dove c’era l’albergo Garibaldi) e il barino (dove ora ci riparino le bicirette) e èrino sempre pieni, se una sera un ci potevi ‘ndà, la sera dopo ti chiappavi il famoso dì “siei legato ‘orto?
La tu mollie un t’ha fatto sortì?”
Tornando alla mi mollie, quella sera lì mi fece piglià lo gnocco! Allòra ni dissi: Aida vestiti un po po ammodino che stasera si sorte assieme!
Lei tutta ‘ontenta la viddi 'ambià atteggiamento, ner viso, ni si leggeva la gratitudine e l’occhi brillavino come quando ar mi filliolo ni dicevo che lo portavo alle giostre…in tre balletti fu belle e che pronta, mi prese sottobraccio impettita e gongolante come un pavone in calore, e con la testa mi fece cenno d’indà… la goduria, per lei, durò poo, ci vorse du menuti a 'rivà davanti ar barre, la sentiedi ‘rigidissi, ni si sgonfiede 'r petto e sull’occhi ni si calonno le sopracciglia scurandoni 'r viso all’istesima maniera di vando tutt’an tratto le nuvole tappano ‘r sole.

Allora, per falla venì drento ar barre mi ce ne vorse più che a convince ‘r miccio a tirà ‘r baroccio in salita, ma alla fine ci riusciedi!O vieni giovine, mi disse Cirano, ti s’aspettava per la briscola/tressetti, hai portato anco la tu moglie? Si, ni dissi, ma lei un gioa…stasera s’annoiava a stà a casa e allora…Il sorriso dell’Aida fu spaventevole, somigliava a quello d’un cignale preso di striscio in una battuta di 'accia, ner fra mentre, erino già pronti per lo scozzo Torquato, Nello e Cirano, mi piazzai anch’io e feci mette la mi mollie a sedè all’angolo der tavolino accanto a me.

 Ordinai 5 ponci a bricco rumme e cognacche, accesi l’immancabile sigaretta esportazione senza filtro e la diedi in bocca all’Aida, fuma ni dissi e n’accesi un’artra, il fumo nel barre era un accessorio di serie. Arrivonno e ponci, e all’Aida ni toccò bello come fosse sciroppo, la serata ‘ndiede avanti tra giri di ponci e sigarette ner mentre ‘r gioo pigliava la su parte migliore con l’immancabile discussione sur cario dato di traverso er fatto d’avè messo briscola ‘nvece d’indà liscio e ammazani ir regio cor tre, e moccoli poi, si rincorrevino e avvicendavino a staffetta coronandosi d’appellativi e componendo piccoli poemi alla ricerca del creatore e tutta la su famillia.
A finetarda sera s’incamminammo sulla strada der ritorno a casa appoggiandosi a vicenda e quando s’arriviede ne viottolini, l’Aida, barcollando ner buio mi disse: mi gira r capo, sono rincoglionita da discorsi, mi brucino l’occhi, cor fumo de pormoni ci potrei affumià dugento aringhe, mi sento un foo allo stomao che se faccio un rutto come minimo mi strino la lingua, io al barre a soffrì di ‘osì un ci vengo più!La mia risposta fu netta: aaaa, te pensavi che io la sera ‘ndessi a gode eh? 
Quello fu 'r mi 'ontributo al successo della televisione, tutte le sere prima d'uscì ni dicevo:Aida vieni?
E lei no, vai pure, io guardo la televisione!

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17/12/2013 - 14:37

AUTORE:
plinio

Adamo e la Riesa,l'essenza della semplicità, lui un omino e lei una donnona, insieme hanno dato alla luce il bimbo Antonio Tabucchi, Ezio mi fai ricordà un piacevole passato, grazie!

16/12/2013 - 20:51

AUTORE:
Bruno della Baldinacca

Lino e ed il Moro del Tabucchi compronno la radio e la Jolanda, la moglie del Moro (Giulio del Tabucchi) accendeva la radio a sotto di sole per sentì il segnale orario e il giornale radio e noi Baglini della Baldinacca, i più giovani e curiosi quando si sentiva il fischino dell'uccellino: piripiripipi e poi il sonetto, tu-tu-tu(stacchetto)tu, sono le ore 20.00 ci si credeva perchè l'orologio al polso un costumava e poi si sentiva le prime notizie finchè la Isolina non ci chiamava a cena, ma ci voleva il terzo chiamo perchè io e rmi Giordano si 'ndesse 'ncasa e si diceva a Giuseppino ir filliolo della Jolanda che arzasse un goccilino il volume colla rotellina per senti se Fausto Coppi era sartato avanti a Gino Bartali oppure a Fiorenzo Magni in discesa.
Si lasciava l'uscio accallato per sentì meglio, mapperò d'estate buio-buio un'era e le galline 'nvece dindà a letto entravano 'ncasa a letià cor rgatto per freganni i troccoletti di pane che rmi zì Primo gni tirava 'ntera e...per'un falla luga e corta, mi mà la Placida disse: se vien bene le bietole e un fa le brinate all'ultimi d'aprile come orellano e uni sciupa la roba, un'antranno si 'ompra la radio anche noi.
Evvai!...eseosa a que tempi si decideva e si faceva; mia come ora.

16/12/2013 - 20:02

AUTORE:
Puffo

Il mio babbo è stato tra i primi a comprare il televisore, anche perché vendeva radio ed elettrodomestici.
Ricordo che i nostri vicini venivano da noi a vedere "Lascia o raddoppia" e spesso ci guadagnavano anche un poncino.
Però durante la Settimana Santa veniva rispettato il lutto e giù musiche tristi da funerale ed io "maledicevo" la Pasqua!
Non posso negare che mi ha fatto tanta compagnia e c'ho imparato tante cose...ma il ricordo più bello in assoluto lo devo alla radio che tutti i giorni lavorativi trasmetteva nel pomeriggio una fiaba diversa, letta e interpretata da attori...io e la mia amica stavamo ad ascoltarla senza fiatare...per poi riviverla prima di addormentarci.

16/12/2013 - 19:20

AUTORE:
F.C.

Bravo !! m'hai fatto lacrima' ..

16/12/2013 - 18:11

AUTORE:
Pontigiano da Vecchializia

Questa era una delle più ganze barzellette che inventava il povero Tonino di Pontasserchio