Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Oggi è il 22 dicembre 2013, siamo in anticipo sul Natale, ma siamo perfettamente in "orario" nel cronoprogramma che la ditta incaricata dei lavori del Centro Sociosanitario ASBUC di Migliarino aveva redatto a suo tempo.
Oggi solamente alcuni impresari edili rispettano la tradizione di mettere sul tetto appena concluso (nel punto più alto dell'edificio) una frasca o una bandiera e di festeggiare tutti insieme la "chiusura" con un pranzo. Noi il pranzo, data il frazionamento dei lavori a ditte molto lontane da qui e che hanno preferito festeggiare la copertura a casa loro, lo rimanderemo avanti, ma la posa della bandiera no!
In altre parti d’Italia usano gli alberi al posto della bandiera, ma lo scopo è sempre quello di essere felici del lavoro fatto. La bella e antica usanza deriva senza dubbio dalla soddisfazione del lavoro compiuto, una vittoria, e d’altra parte quando vince la squadra del cuore non viene sbandierato il simbolo italiano e quello della tua più stretta identità?
Ecco perché anche noi di Migliarino abbiamo unito al tricolore le ”bandierine” dei quattro rioni:
Migliarino Nova, gialla come i campi del grano che occupavano un tempo i terreni su cui è nata per ultima,
Migliarino Mare, azzurra come l’acqua che la bagna,
Malaventre, verde come i campi che la circondano e
La Barca, rossa come il cuore che la contraddistingue non in quello politico ma nel vero centro vitale cuore del paese.
Da gennaio ne vedremo delle belle!
Auguri a Tutti.