Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
È tempo buio e piovoso.
È troppo tardi per vedere nel cielo di dicembre la pioggia delle Geminidi.
È passato da qualche giorno il solstizio d’inverno.
È più lungo il giorno.
È più corta la notte.
È luminosa Venere a ovest.
È luminoso Giove a est.
È apparsa la Cometa sulla capanna.
È passato da qualche ora il Natale.
È stata una notte di tempesta.
È un mondo cattivo e ingiusto.
È caduto spiaggiato il simbolo del Natale.
L’immaginario natalizio è fatto di tanti simboli. Uno di questi è la stella cometa, che viene tradizionalmente rappresentata con la coda e che simboleggia la stella apparsa ai Re Magi intorno all’anno zero.
Nell’iconografia antica questa stella era priva di coda, ma la concezione popolare è stata poi condizionata dal dipinto l’Adorazione dei magi, presente nella cappella degli Scrovegni a Padova, dove Giotto ha munito la stella della appendice luminosa.
La stella dei magi era (forse) la Cometa di Halley, la nostra è una Pelagia noctiluca.
Brillano, o brillavano, entrambe.